La vera storia della serie Netflix sul sequestro del volo 601
“Il sequestro del volo 601” è da poco disponibile su Netflix: ecco la vera storia che ha ispirato la serie tv sul dirottamento aereo del 1973 in America Latina
Un dramma ad alta quota che include un dirottamento aereo, lunghe trattative in aria e a terra e un finale a sorpresa. Sono questi gli ingredienti di Il sequestro del volo 601, serie tv creata e diretta da Pablo González e C.S. Prince uscita ad aprile 2024 su Netflix. Nel cast delle sei puntate ci sono, tra gli altri, Mónica Lopera, Ángela Cano e Christian Tappan. La serie è tratta da una storia, ma cosa è successo davvero al volo 601? Quali sono le differenze tra la realtà e la trama?
Il sequestro del volo 601: il trailer in italiano
La serie Il sequestro del volo 601 è ispirata a un evento realmente accaduto, cioè a uno dei più lunghi sequestri aerei della storia dell’America Latina iniziato il 30 maggio 1973. La storia è raccontata anche nel libro “Los condenados del aire” di Massimo Di Ricco, sul quale è appunto basata la serie tv Netflix.
Cosa è successo davvero al volo 601
Il sequestro è stato messo in atto da Francisco Solano López ed Eusebio Borja, due ex calciatori paraguaiani, che in precedenza avevano giocato per l’Ecuador, per i quali il sogno di una carriera sportiva, con relativi agi economici, era ormai sfumata.
Dirottando il volo SAM Colombia HK-1274 e tenendo in ostaggio oltre 80 passeggeri, i due intendevano ottenere un riscatto di 200mila dollari e la liberazione da parte del Governo colombiano di dozzine di guerriglieri incarcerati. Il Governo non ha mai voluto trattare con i due terroristi, che infine hanno ottenuto dalla compagnia aerea “solo” 50mila dollari.
In tutto il sequestro del volo è durato circa tre giorni, durante i quali l’areo ha viaggiato per più di diecimila miglia. Il volo era partito da Bogotá, in Colombia, e avrebbe dovuto fare scalo a Cali e a Pereira prima di atterrare a Medellín, sempre in Colombia. Dodici minuti dopo la partenza da Pereira, però, i passeggeri hanno sentito un suono simile a uno sparo e due uomini incappucciati e armati hanno preso il controllo entrando nella cabina di pilotaggio e annunciando di avere una bomba in una valigia. Come si è scoperto in seguito, il presunto colpo di pistola era probabilmente un petardo e non c’era nessuna bomba.
Per tutta la durata del sequestro il volo ha fatto diverse fermate, anche perché non aveva abbastanza carburante e olio per un viaggio così lungo, né acqua e cibo a sufficienza a bordo: atterrò a Medellín, in Colombia; Guayaquil, in Ecuador; Lima, in Peru; Asuncíon, in Paraguay; Resistencia, Mendoza e Buenos Aires, in Argentina; e Oranjestad, ad Aruba.
Nel corso di queste fermate il personale di volo (assistenti e piloti) è stato sostituito più volte e i passeggeri sono stati progressivamente rilasciati. La prima volta è successo quando uno dei passeggeri, il ciclista colombiano Luis Alfonso Reátegui, si è fatto avanti per raccontare di essere un famoso sportivo e di dover partecipare a una gara: i sequestratori sorprendentemente lo hanno fatto scendere insieme a una trentina di altri passeggeri. Altri ostaggi si sono buttati dall’aereo, che in fase di decollo era a circa cinque metri dal suolo, aprendo il portellone di emergenza.
Cosa è successo ai sequestratori del volo 601
Quando il sequestro terminò e il personale di volo rimasto uscì dall’aereo, le forze dell’ordine scoprirono che i due sequestratori, che all’epoca dei fatti avevano 27 e 31 anni, erano in realtà scesi dall’aereo durante gli scali precedenti (uno in Argentina e l’altro in Paraguay) e si erano dati alla fuga con i soldi.
Cinque giorni dopo la fine del sequestro López fu arrestato in Paraguay in una casa vicina a quella dei suoi genitori dopo, pare, aver regalato parecchi soldi ad amici e famigliari. Borja non è mai stato trovato.