Le fotocamere degli smartphone sono razziste? Ci pensa Google
Un noto giocatore di football americano "sparisce" da una foto pubblicata su Twitter: è dovuto al modo, sbagliato, in cui le fotocamere degli smartphone decidono cosa mettere in evidenza
Prince Amukamara giocatore di colore di football NFL, apre il caso delle “fotocamere razziste” e Google risponde. Sembra qualcosa di un po’ assurdo, ma non lo è affatto. Si tratta di un problema ben noto della fotografia digitale: la mancanza di distinzione di sfumature nella gamma dei colori neri e scuri in genere. Amukamara è afroamericano e il colore della sua pelle è molto scuro e nel caso di una foto scattata, e condivisa su Twitter, l’immagine del giocatore scompare del tutto dissolvendosi sul fondo buio.
Problema ancora più frequente se, come nel caso in questione, la persona di colore viene fotografata con poca luce ma vicino a persone di carnagione chiara: il sensore della fotocamera, infatti, nella stragrande maggioranza dei casi si tara automaticamente per fotografare bene le persone bianche facendo sparire del tutto quelle di colore. Cosa che, effettivamente, è successa nello scatto pubblicato dal giocatore di NFL su Twitter, con una doverosa didascalia: “Vi giuro che in questa foto ci sono io“. Se non ce l’avesse detto, infatti, nessuno avrebbe notato i suoi denti bianchi, unica cosa che si vede nella foto (e neanche benissimo) della sua intera persona.
Il pregiudizio delle telecamere
In passato con la fotografia analogica giocavano un ruolo fondamentale la bravura tecnica del fotografo, la qualità delle pellicole e della macchina fotografica. Oggi con le fotocamere e sensori digitali coordinati dall’AI (intelligenza artificiale) è diventato tutto più facile, ma non senza qualche problema.
Il problema dell’uniformità di colore, ad esempio, si presenta specialmente sulle gradazioni del nero (includendo le scale dei marroni, dei grigi, dei blu) quando scattiamo fotografie che mettono assieme persone con pelle chiara con persone dalla pelle scura.
Provate a riguardare le immagini che avete scattato al mare a persone particolarmente abbronzate su sfondo scuro, accanto a persone dall’abbronzatura meno evidente. Sicuramente non saranno perfette a causa dell’esposizione che tende a evidenziare le luci più forti, quindi le persone meno abbronzate.
Il motivo è presto spiegato: i sensori delle fotocamere misurano di preferenza luci forti e eliminano le luci basse o le zone di penombra. E il caso di Prince Amukamara ne è un esempio piuttosto estremo.
La risposta di Google
Google ha colto la palla al balzo e ha risposto su Twitter al giovane giocatore, tramite il suo account ufficiale, ricordando che esiste la sua tecnologia Real Tone adottata sugli smartphone Pixel 6 e Pixel 6 Pro.
Real Tone è una tecnologia abbastanza recente e ha debuttato nel 2021 sulla scia di una maggiore sensibilità verso le tematiche inclusive soprattutto delle persone di colore, all’indomani del movimento #blacklivematters.
Real Tone è in buona sostanza un modo diverso di usare l’intelligenza artificiale per le foto: è in grado di distinguere tutte le tonalità e sfumature della pelle, comprese quelle più scure, e di evitare disastri fotografici come quello avvenuto aa Amukamara.