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Non eravamo mai arrivati così vicini alla luna di Giove

La sonda Juno della NASA è riuscita ad avvicinarsi tantissimo ad Io, una delle principali lune di Giove, immortalando foto spettacolari: ecco cos'ha scoperto.

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È un vero e proprio record, quello portato a casa da Juno: la sonda della NASA, in orbita attorno a Giove ormai dal 2016, è riuscita ad avvicinarsi come mai nessun altro prima ad una delle lune principali del gigante gassoso. Si tratta di Io, un mondo vulcanico che ha ancora molti segreti da svelarci. Gli strumenti installati sulla sonda hanno registrato importanti informazioni sul satellite, che aiuteranno gli scienziati a fare luce su alcuni suoi aspetti ancora sconosciuti.

Il nuovo sorvolo su Io, la luna di Giove

Juno è una delle più importanti missioni spaziali degli ultimi anni: la sonda è stata lanciata nel 2011 ed è entrata nell’orbita di Giove solo 5 anni dopo, iniziando ben presto a fornire preziose informazioni sul gigante gassoso e sui suoi satelliti. Solo di recente, tuttavia, è riuscita a compiere un’impresa degna di nota. Lo scorso 30 dicembre 2023, Juno ha effettuato un primo sorvolo su Io, una delle lune principali di Giove, raggiungendo una distanza minima di circa 1.500 km. È qualcosa di sensazionale, che finora nessun’altra missione aveva mai osato.

Il 3 febbraio 2024, la sonda ha compiuto un secondo sorvolo a distanza ravvicinata, toccando sempre i 1.500 km dalla superficie di Io. Stavolta, però, ha esaminato da vicino l’emisfero meridionale – i precedenti passaggi si erano concentrati sulla regione settentrionale. Tutti i suoi strumenti sono stati attivati, per cercare di raccogliere il maggior numero di dati sul satellite. Ed è stato un vero successo, considerando le incredibili foto che Juno è riuscito a scattare. Il JIRAM (Jovian Infrared Auroral Mapper), ad esempio, ha lavorato nel capo degli infrarossi, mentre la JunoCam ha catturato numerose immagini a colori nello spettro del visibile.

Cosa sappiamo su Io

Il lavoro di Juno offre agli astronomi uno sguardo sensazionale su Io, consentendo così di sapere qualcosa in più sul satellite. Giove ha una nutrita schiera di lune che gli orbitano attorno: alcune di queste sono così grandi e luminose da poter essere viste dalla Terra con un semplice binocolo. Sono i satelliti medicei, scoperti da Galileo Galilei all’inizio del ‘600: Io, Ganimede, Europa e Callisto. Il primo è senza dubbio uno dei corpi celesti più interessanti del nostro Sistema Solare, soprattutto per via della sua intensa attività vulcanica.

Con oltre 300 vulcani attivi, Io è di gran lunga il mondo geologicamente più “tumultuoso” del nostro sistema planetario. Il sorvolo ravvicinato di Juno ha permesso di dare un’occhiata più approfondita proprio a questa attività così violenta: dalle foto si distinguono nettamente diversi vulcani, e persino un pennacchio di gas che sale dalla superficie della luna, disperdendosi nello spazio. Uno degli obiettivi degli scienziati è di studiare meglio i dati raccolti dalla sonda per poter scoprire come funziona il sistema vulcanico del satellite, ma anche per poter individuare l’eventuale presenza di un oceano di magma al di sotto della sua superficie.

Finora, la maggior parte degli sforzi degli astronomi si è concentrata su Europa, un’altra luna di Giove. Si tratta di un mondo decisamente più interessante, perché è un ottimo candidato per ospitare possibili forme di vita extraterrestre – la sua crosta ghiacciata nasconde infatti un oceano di acqua liquida. Io, invece, manifesta un’attività vulcanica troppo intensa per poter accogliere la vita. Tuttavia, può fornire importanti informazioni per comprendere meglio l’ambiente di Giove e di altri giganti gassosi, anche al di fuori del Sistema Solare.