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SCIENZA

Il mese di aprile è stato il più caldo mai registrato: cosa vuol dire e cosa si rischia

Il Climate Change Service di Copernicus, programma dell'Unione Europea che osserva il nostro pianeta, ha confermato che lo scorso aprile è stato il più caldo mai registrato

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L’arrivo della primavera ha portato moltissime persone a incrociare le dita, sperando e in qualche modo pregando che le giornate diventassero sempre più calde. Una speranza relativamente motivata, considerando che in alcune zone del mondo (e anche in Italia) si sono verificate precipitazioni, grandinate e drastici abbassamenti di temperatura. Tuttavia il calore, specie se estremo, non è mai un buon segno, di conseguenza il fatto che il mese di aprile sia stato il più caldo mai registrato finora è tutto fuorché una buona notizia.

I dati di aprile

Ebbene sì, anche se sulla nostra Penisola è persino caduta la neve, lo scorso mese si è in realtà distinto per dei picchi di calore anomali. A fornire tutti i dati che attestano le anomalie è l’UE Copernicus, programma di osservazione dello stato climatico e di salute del pianeta Terra. Già qualche settimana fa i ricercatori di Copernicus avevano pubblicato un rapporto congiunto, realizzato in stretta collaborazione con l’Organizzazione meteorologica mondiale (OMM), che mostrava chiaramente che l’Europa è stato il continente più caldo nel 2023.

Adesso il focus si è spostato sui mesi del 2024, con un report su aprile che riporta numeri impressionanti: la temperatura media dell’aria superficiale (ERA5) si è attestata a 15,03 °C, un numero di 0,67 °C superiore alla media del periodo 1991-2020 per aprile e ben 0,14 °C sopra il precedente massimo, stabilito nell’aprile del 2016.  Non è andata meglio con le temperature della superficie del mare (SST): si parla di 21,04 °C, il valore più alto mai registrato per questo mese.

Le conseguenze del caldo

Il caldo di aprile, oltre a essere un segnale di allerta preoccupante per il cambiamento climatico, ha portato e continua a portare a gravi emergenze siccità, con carenze di acqua che stanno interessando varie parti del mondo. Questi periodi prolungati di temperature sempre più elevate stanno danneggiando agricoltura e frutticoltura e stanno provocando una serie di mutamenti anche nei comportamenti degli animali.

Interi branchi e stormi stanno lentamente ma inevitabilmente mutando, trasformando le proprie abitudini di consumo e di migrazione, cosa che porta a ingressi di fauna aliena in ecosistemi già in precario equilibrio. Un disastro di enorme portata, che l’essere umano sta continuando a trascurare o a perdere di vista.

Cosa arriva dopo le alte temperature?

Ma non è tutto qui, perché le temperature record hanno impatti molto più profondi di quanto possiamo pensare: anticipano, infatti, fenomeni meteorologici estremi come uragani (nel 2024 è prevista una stagione devastante), piogge torrenziali, tempeste di vento, grandinate e alluvioni. Inoltre, possono anche portare a mareggiate e inondazioni. Tutto questo è dovuto al fatto che il caldo estremo aumenta anche la temperatura degli oceani, provocando una serie di fenomeni a catena.

Nello specifico, il surriscaldamento oceanico fa aumentare l’evaporazione dell’acqua e il vapore acqueo generato si innalza e raggiunge l’atmosfera. In questo modo, il vapore acqueo genera umidità atmosferica, che in alte percentuali fornisce l’energia necessaria per lo sviluppo e l’intensificazione delle tempeste. Il vapore acqueo infatti si condensa per formare nuvole che poi scaricheranno l’umidità sulla Terra in maniera incontrollata.

Purtroppo, l’unico modo per intervenire è ridurre drasticamente tutte le cause del riscaldamento globale. La strada, però, è ancora lunga e sembra che non ci sia ancora abbastanza volontà. Riusciremo a evitare il peggio?

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