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SCIENZA

Il mistero della mummia incinta che sta ossessionando i ricercatori

Una mummia incinta, ritrovata diversi anni fa, fa ancora discutere gli scienziati: non si riesce, infatti, a venire a capo di alcuni misteri sulla sua vita e su ciò che faceva in passato.

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È davvero unica nel suo genere: la mummia incinta custodita all’Università di Varsavia, in Polonia, sembra essere un concentrato di misteri e segreti. Diventata una delle protagoniste del Warsaw Mummy Project, la Mysterious Lady, com’è stata ribattezzata da chi la studia e dagli appassionati del campo, è ancora un’incognita sotto tanti, troppi punti di vista.

A partire dal suo enigmatico ritrovamento fino alle recenti scoperte, che la vorrebbero morta a Tebe per via di una malattia terminale e probabilmente dolorosa, fino al feto custodito nel suo grembo, tutto di questa mummia fa immaginare scenari insoliti.

Il misterioso ritrovamento della mummia incinta

Perché abbiamo parlato di un enigmatico ritrovamento? Semplice: lo scorso anno, sempre nell’ambito del Warsaw Mummy Project, i ricercatori hanno preso in carico l’analisi di una serie di sarcofagi e resti portati alla luce a Tebe all’inizio del 1800. Nel mucchio dei resti funerari provenienti dall’Egitto, tra mummie più o meno ben conservate, è apparso un sarcofago che, in base alle iscrizioni, sarebbe dovuto appartenere a un sacerdote.

La parte esterna dell’artefatto mortuario, infatti, riportava un tributo a un uomo di fede, consacrato, che ha dedicato la sua vita alle divinità. Un maschio adulto che, sempre in base a quanto riportato, doveva essere un esempio di virtù. Trovando così particolare l’iscrizione, l’analisi dei resti è diventata prioritaria. Il sarcofago è stato aperto con grande cautela. Al suo interno, però, c’era qualcosa di strano.

Il corpo, infatti, presentava un ventre particolarmente gonfio. E non solo: sembrava avere dei seni un po’ più prominenti e non aveva il pene. Se, però, tutto ciò poteva essere giustificato da eventuali castrazioni e aumenti di peso, l’analisi radiografica e tomografica ha tolto ogni dubbio: si trattava di una mummia di sesso femminile, per di più incinta.

Le analisi condotte sulla Mysterious Lady

Dal momento del ritrovamento, le analisi sulla mummia incinta non si sono mai fermate. All’Università di Varsavia la Mysterious Lady è diventata una vera ossessione, con ricercatori impegnati, giorno dopo giorno, a venire a capo dei suoi misteri. Cosa ci faceva una donna, per di più incinta, all’interno del sarcofago di un prete? Com’è morta? E perché il suo bambino era ancora perfettamente conservato nel suo grembo?

Per riuscire a venirne a capo, sono state condotte delle analisi specializzate: scansioni tomografiche sempre più approfondite e all’avanguardia, diverse analisi del dna, un parziale e accuratissimo sbendaggio e una serie di esami sui liquidi e sulle sostanze usate per la mummificazione. Il tutto è stato affiancato da studi antropologici e paleopatologici, con particolare attenzione a quello che doveva essere il contesto storico della donna, vissuta nella Tebe di circa 2020 anni fa.

Se però da una parte queste analisi hanno portato ad alcune risposte, ci sono ancora dei misteri irrisolti. E, nei più recenti comunicati in merito, risalenti alle ultime settimane, è stato dichiarato che quanto scoperto apre, addirittura, nuovi quesiti.

Cosa si sa delle mummia incinta?

Non risposte, ma nuove domande, dunque. Sì, perché in base agli studi portati avanti dall”Università di Varsavia è stato possibile capire che la Mysterious Lady doveva avere tra i 20 e i 30 anni e doveva necessariamente essere di buona famiglia. Non aristocratica né nobile, ma sicuramente benestante: l’imbalsamazione è avvenuta con sostanze che venivano pagate molto, molto care per mantenere il corpo in buone condizioni (e dopo 2000 anni lo è ancora) e le bende sono state realizzate con tessuti pregiati.

Doveva essere incinta di poco più di sette mesi e apparentemente il corpo del feto è integro. Tuttavia, non si può escludere che, nonostante le sue dimensioni siano normali e non ci siano particolari anomalie, il bimbo non fosse morto all’interno dell’utero poco prima del decesso della donna. Su questo mistero si sta cercando ancora di fare luce ma, considerando che il bambino è stato lasciato per com’era e l’utero non è stato soggetto al processo dell’imbalsamazione, sarà complesso capire davvero cosa è accaduto.

Ciononostante, proprio negli ultimi giorni si sono avute delle risposte in più circa ciò che è accaduto alla donna: ulteriori analisi hanno rilevato delle deformità del cranio, specialmente a ridosso dell’occhio sinistro, del naso e della faringe, cosa che fa pensare a un tumore sviluppatosi proprio durante la gravidanza e che avrebbe condannato a morte la ragazza. Nei prossimi mesi verranno eseguiti degli esami istopatologici per saperne di più, ma non è tutto qui.

In base a quanto sostengono gli scienziati e i ricercatori, proprio il fatto che la mamma fosse malata di cancro potrebbe aver condotto gli imbalsamatori a lasciare il bambino (vivo o morto?) dove si trovava, perché data la morte “naturale” ai tempi era essenziale che il figlio seguisse la madre nell’aldilà. Per quanto riguarda la sepoltura, non è ancora dato sapere, ma la spiegazione più plausibile sarebbe la parentela con il sacerdote in questione. Serviranno, però, altri studi per venirne a capo.

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