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Tutte le differenze tra NanoCell e OLED

NanoCell vs OLED: per scegliere quale TV acquistare tra questi due tipi è necessario conoscere quali sono le loro peculiarità e le loro differenze principali.

nanocell vs oled: le differnze Fonte foto: Shutterstock

Il progresso tecnologico ha indubbiamente migliorato in modo sensibile la qualità delle nostre vite. Non solo per aspetti strettamente funzionali, ma anche in settori legati al lusso e all’intrattenimento, compreso quello dei televisori. Oggi, per acquistare una nuova TV o un monitor per il nostro PC, dobbiamo infatti valutare tra diverse soluzioni e modelli, che impiegano tecnologie diverse e sempre più avanzate.

D’altronde anche a voi sarà capitato in un negozio di elettronica di consumo di imbattervi in televisori di nuova generazione con le scritte NanoCell e OLED, due tipi di TV abbastanza diversi che vengono spesso commercializzati con caratteristiche simili. Questi, in realtà, presentano peculiarità proprie e conseguenti vantaggi e svantaggi.

Per scegliere quello più adatto alle nostre esigenze, è quindi opportuno sapere cosa significano queste sigle, e quali sono le caratteristiche identificative dei pannelli che impiegano l’una o l’altra configurazione. Di fatto, andremo quindi a lanciarci insieme in uno sconto NanoCell vs OLED, in modo da analizzarne tutte le differenze principali e andare sul sicuro in fase di acquisto.

Cosa significa NanoCell

Prima di concentrarci sul contrasto NanoCell vs OLED, è quindi buona norma dedicarci ad ognuna delle due tecnologie separatamente. A partire proprio da quella NanoCell, sviluppata dai tecnici del colosso sudcoreano LG. Questa è stata creata con l’obiettivo di incrementare la gamma di colori e l’angolo di visione tramite un sottilissimo strato di nanoparticelle, della dimensione di appena un nanometro.

Queste TV sono molto simili ai tradizionali diodi a emissione di luce, vale a dire i LED, e ai televisori con display a cristalli liquidi, i canonici LCD. La differenza fondamentale sta nella presenza della retroilluminazione, e dalla capacità di offrire la stessa risoluzione di altri televisori a risoluzione in 4K, con l’aggiunta per l’appunto di uno strato di nanoparticelle interposte tra i cristalli liquidi e lo schermo.

In questo modo si fanno più simili ai televisori OLED, migliorando decisamente la vividezza, la saturazione e l’accuratezza dei colori visualizzati. Il tutto senza attivare i filtri dinamici. In commercio, i NanoCell sono presenti con differenti diagonali e supportano tutti i 4K UHD con HDR, mentre più rari sono i modelli che si spingono fino all’8K.

Il funzionamento, poi, è molto semplice. Notoriamente i pixel che strutturano uno schermo TV sono rossi, verdi e blu, e le loro combinazioni vanno a produrre un miliardo di possibili colori, con il rischio di sovrapporre la proiezione di un singolo pixel a quello adiacente, e di distorcere conseguentemente l’aspetto dei colori sullo schermo del televisore.

Le nanocellule, però, assorbono una sottile regione di lunghezze d’onda tra il verde e il rosso, facendo da filtro per assorbire la luce rossa in corrispondenza di un subpixel verde e viceversa. Luce che, per i meno esperti, è quella che contribuisce alla desaturazione dei due colori. Come già accennato in precedenza, il risultato è una gamma di colori più ampia e un angolo di visione maggiore rispetto ad una canonica TV a LED.

A migliorare è anche la purezza dei bianchi e dei neri che vediamo sullo schermo. La qualità si fa ancora più alta in quei modelli che montano il cosiddetto Full Array Local Dimming, conosciuto come FAD, che ha il compito di attenuare la retroilluminazione del televisore nelle aree scure, fornendo neri e ombre più scuri e migliorando la gamma dinamica dello schermo.

Cos’è la tecnologia OLED

Metabolizzato il funzionamento dei pannelli che sfruttano le tecnologie NanoCell, passiamo ora agli OLED, ovvero Organic Light Emitting Diode. Questo tipo di soluzione, più costosa della precedente ma dai consumi energetici più contenuti, va ad utilizzare le proprietà di elettroluminescenza di materiali organici, nello specifico polimeri conduttivi. In questo modo il pannello di LED organici può generare sia la luce sia il colore del singolo pixel, rendendo quindi inutile il pannello della retroilluminazione. In pratica, ogni pixel è illuminato individualmente.

I modelli OLED saranno allora molto più sottili rispetto alle controparti LCD, mettendo contemporaneamente sul piatto in fase di valutazione un livello di contrasto infinito, una qualità visiva molto elevata e un risparmio energetico non indifferente. Altro vantaggio è che con questa recentissima tecnologia è possibile avere accesso a quello che viene comunemente definito “vero nero” o “nero assoluto”, in cui parti del televisore possono essere completamente scure.

Ciò è possibile perché, quando l’area TV è nera, i pixel sono effettivamente disattivati, o spenti, se preferite. In questo modo si ottiene una profondità del nero assoluta che non vira verso tonalità blu o grigie, diversamente da quanto accade nelle TV a LED.

Sta di fatto che, mettendo da parte le piccole criticità, i pannelli OLED hanno una gamma dinamica molto elevata, proprio perché ogni pixel viene singolarmente illuminato. Negli schermi a LED la retroilluminazione tramite strisce di LED disposte lungo i lati del panello causa una illuminazione poco uniforme, cosa che non avviene nei pannelli OLED che non hanno bisogno di essere retroilluminati.

Optando per un modello del genere, sceglieremo di conseguenza un’immagine incredibilmente dettagliata, con colori vivi, contrasto elevato e una spiccata gamma dinamica. Tanto da renderli schermi assai apprezzati dagli esperti TV e dai fotografi. Infine, c’è da sottolineare che la maggior parte dei televisori che supportano la tecnologia OLED vantano tempi di risposta rapidi e un basso ritardo di input, dimostrandosi adatti a chi è alla ricerca di un televisore dedicato al gaming e per chi vorrebbe angoli di visione molto ampi.

Di contro, i televisori OLED presentano il rischio di burn-in, cioè quel fenomeno che si manifesta quando un’immagine “brucia” sullo schermo. Fortunatamente richiede in genere anche migliaia di ore di utilizzo per verificarsi, a meno di errori strutturali in fase di produzione.

NanoCell vs OLED: pro e contro

Ora che abbiamo definito precisamente le feature e la natura degli schermi OLED e di quelli NanoCell, possiamo concludere dedicandoci al confronto vero e proprio tra le due tecnologie. Uno scontro, quello NanoCell vs OLED, che deve prendere vita necessariamente in diverse caratteristiche fondamentali, da considerare nel caso si voglia acquistare un nuovo televisore. La prima è legata alla profondità dei neri, aspetto in cui abbiamo visto primeggiare i modelli OLED.

Questi possono infatti assicurare dei neri assoluti andando a spegnere i singoli pezzi quando non sono necessari. Gli schermi NanoCell, al contrario, sono retroilluminati a LED e dunque non riescono ad assicurare la stessa profondità di neri, sterzando spesso verso il grigio, per quanto la feature opzionale conosciuta come local dimming riesca ad oscurare solo le zone nere dello schermo.

Come già detto poco più sopra, il filtro dei pannelli a nanoparticelle migliora il basso angolo di visione tipico delle TV LED, da sempre afflitte dal problema che l’immagine a schermo tende a colori molto più sbiaditi quando stiamo guardando la TV da una posizione più angolata. Ciò nonostante, l’angolo di visione nelle TV NanoCell è comunque limitato guardandolo da un angolo di 60-70°.

Negli OLED le cose vanno a farsi decisamente più allettanti, considerando che la tecnologia a LED organici è assolutamente in grado di mantenere una buona fedeltà dei colori anche con angoli quasi del 90%, prima che lo spettatore possa percepire una effettiva distorsione dei colori. Passiamo poi ad analizzare il motion blur, cioè l’effetto che fa apparire sfocato un oggetto che si muove molto rapidamente a schermo.

Anche da questo punto di vista, le performance dei televisore OLED sono migliori, dato che i pixel hanno la capacità di cambiare stato istantaneamente. In quanto TV ancora retroilluminate a LED, quelle NanoCell mostrano difficoltà a gestire i soggetti veloci sullo schermo: ogni pixel del pannello impiega alcuni millisecondi per modificare il suo stato, creando i l tipicoe fastidioso! effetto scia.

Non è invece possibile determinare con certezza, nel confronto NanoCell vs OLED, quale sia la tecnologia più efficiente prendendo in esame la gamma dei colori. Non a caso questo aspetto può variare da modello a modello, e mostra differenze sostanziali anche tra produttori differenti presenti nel mercato. In generale, possiamo dire che le TV OLED offrono una buona gamma di colori, ma la tecnologia NanoCell ha saputo incrementare effettivamente le proprie prestazioni, spingendosi in nuove direzioni della tavola cromatica.

Il filtro di nanoparticelle in corrispondenza della fascia di colori rosso e verde serve di fatto a migliorare l’accuratezza dell’immagine, che si presenta brillante e dettagliata. C’è di più, anche a luminosità massima di questo tipo di pannelli si assesta su un buon livello di colori complessivo, mentre le concorrenti OLED tendono talvolta ad esagerare con la saturazione.

Dalla nostra analisi, insomma, emerge che gli OLED offrono una migliore qualità dell’immagine, migliori prestazioni di gioco, minor consumo energetico, neri più profondi, bianchi più luminosi e colori davvero splendidi. Senza dimenticare l’angolo di visione incredibilmente ampio. Quelli NanoCell, tuttavia, sono preferibili per essere utilizzati in stanze più luminose e non presentano il già citato rischio di burn-in che ha l’OLED. I televisori NanoCell sono anche molto più economici dei televisori OLED.