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SCIENZA

Un nuovo segnale, lontano, è stato captato nell'Universo: di cosa si tratta?

Grazie a una mappatura accurata del cosmo e alcune emissioni radio, gli astronomi hanno individuato i campi magnetici più grandi del cosmo

Campi magnetici nell'Universo Fonte foto: 123RF

Pianeti, stelle e qualsiasi oggetto celeste di cui si abbia conoscenza: i campi magnetici riguardano qualsiasi dettaglio dell’Universo, persino le collisioni interstellari, di conseguenza non possono che attirare di continuo gli astronomi. Proprio di recente, gli scienziati hanno individuato quelli che sembrano essere i più grandi in assoluto di tutto il cosmo.

Il merito è di un gruppo di ricercatori che ha analizzato a fondo la luce radio polarizzata, vale a dire emissioni con un orientamento ben preciso. Grazie alle informazioni ricavate dalle mappe radio di tutto il cielo e confrontandole con quelle della rete cosmica, si è arrivati alla certezza di quelle che sono dimensioni eccezionali.

Come sono stati rilevati i campi magnetici

Entrando più nel dettaglio della ricerca, le mappe radio utilizzate per intercettare i campi magnetici più grandi dell’Universo sto state quelle del Global Magneto-Ionic Medium Survey, il Planck Legacy Archive, l’Owens Valley Long Wavelength Array e il Murchison Widefield Array. Quello che hanno esaminato gli esperti è la cosiddetta rete cosmica, vale a dire una sorta di impalcatura dell’Universo stesso che è composta da materia oscura e gas. Non c’è stata un’osservazione diretta, i rilevamenti sono stati possibili soltanto analizzando gli effetti dei campi magnetici di cui si sta parlando sulle particelle ionizzate cariche.

La spiegazione del fenomeno è presto detta. Ogni volta che gli elettroni e le altre particelle si muovono e formano una spirale lungo i campi magnetici, si verifica un’emissione di luce radio. Grazie a quest’ultima è possibile mappare i campi stessi, anche se le emissioni sono piuttosto deboli. L’intensità rimane bassa anche se i filamenti della rete cosmica sono ampi e diffusi. Come se non bastasse, i segnali “lanciati” dalla rete vengono coperti dai rumori radio galattici. La scoperta effettuata dagli astronomi non è di grande rilievo soltanto per la portata scientifica. Per la prima volta, infatti, i campi magnetici della rete cosmica sono stati ufficialmente rilevati.

Campi magnetici e onde d’urto

In aggiunta, si sta parlando di una prova fondamentale per spiegare un fenomeno astronomico di grande interesse. I campi magnetici più grandi del cosmo non sono altro che una “testimonianza” a sostegno dell’esistenza di onde d’urto provocate dalla collisione tra i filamenti intergalattici. D’altronde lo studio della rete cosmica è molto recente in termini temporali. L’area dell’Universo in questione è stata osservata per la prima volta dal telescopio spaziale Hubble tra il 2003 e il 2004, poi le immagini sono diventate sempre più nitide e chiare. Quello che si è appreso nel corso degli ultimi vent’anni ha del sensazionale.

In base alle stime attuali, la rete cosmica che presenta i campi magnetici più grandi in assoluto può contenere fino a 10mila galassie, ma ce ne potrebbero essere molte altre ancora da osservare. I vari filamenti, inoltre, sono illuminati da miliardi e miliardi di galassie “nane” che, in quanto tali, sono deboli e quasi impossibili da notare. Attualmente i filamenti considerati più lontani sono quelli intercettati quando l’Universo aveva “appena” 1,3 miliardi di anni, mentre quelli considerati più recenti risalgono a 800 milioni di anni dopo. Per gli astronomi si apre ora una nuova era in cui sarà possibile aumentare il numero di scoperte e certezze scientifiche.