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SCIENZA

C'è qualcosa sulla Luna che sta ossessionando gli scienziati e ha a che fare con l'ora

Dovrebbe arrivare nel 2026: l'ora Lunare (Coordinated Lunar Time) punta a essere lo standard temporale per la Luna, da utilizzare per coordinare tutte le attività sul satellite

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Che ore sono sulla Luna? Questa domanda potrebbe avere presto una risposta, perché un team di scienziati internazionali sta lavorando alacremente per creare il Coordinated Lunar Time, ovvero l’ora lunare. Sì, proprio così: astrofisici, astronomi, matematici e fisici sono già all’opera per dar vita a un sistema temporale che oltre a essere immediatamente comprensibile e a seguire i cicli di un “giorno lunare” sia anche facilmente convertibile in orari terrestri.

Lo scopo primario del Coordinated Lunar Time, infatti, sarà quello di imporsi come standard unificato per il tempo in un momento storico contraddistinto da un’intensa attività aerospaziale che ha come obiettivo il ritorno (e, a lungo termine, la permanenza) dell’uomo sulla Luna. L’ora lunare, in sostanza, punta a sincronizzare agenzie spaziali, imprese, nazioni e aziende private intente a raggiungere il nostro satellite.

Come scorre il tempo sulla Luna?

Piccola premessa per chi non lo sapesse: nonostante sia molto “vicina” alla Terra (dista più o meno 400.000 chilometri), la Luna risponde a un concetto cronologico molto diverso. Questo concetto è influenzato da diversi fattori, in primis il tempo che impiega la Luna a compiere una rotazione completa intorno al suo asse. Se la Terra impiega 24 ore a ruotare attorno al proprio, la Luna impiega il corrispettivo di 29,5 giorni terrestri.

E non è tutto qui: anche la sua forza gravitazionale fa la differenza. Infatti, dato che la Luna è molto più piccola e ha una gravità molto più debole rispetto alla Terra, il tempo scorre in modo diverso sulla sua superficie: gli orologi sulla Luna guadagnano circa 58,7 microsecondi al giorno. In più, incidono anche fattori come l’altitudine e la posizione geografica: un orologio posto su una montagna lunare potrebbe segnare un’ora diversa rispetto a quella posta in una valle.

La creazione di un’ora lunare dunque, è un’impresa abbastanza difficoltosa. Eppure, la necessità di averne un sistema definito si sente sempre di più. È per questo che Arati Prabhaka, ingegnera a capo dell’Ufficio per le Politiche Scientifiche e Tecnologiche ha incaricato l’agenzia spaziale di elaborarne una, entro e non oltre la fine del 2026.

A cosa servirà l’ora lunare?

Prabhaka, come abbiamo accennato, ha richiesto l’ora lunare alla NASA per sincronizzare tutti gli enti che vorranno raggiungere la Luna e che vorranno svolgere delle attività sulla sua superficie. Considerando che gli orologi sul satellite si muovono a una velocità diversa rispetto a quelli sulla Terra, occorre implementare un orario standard per evitare discrepanze temporali che potrebbero compromettere la navigazione e la mappatura.

Senza uno standard unificato, le comunicazioni tra la Terra, i satelliti lunari, le basi e gli astronauti potrebbero risultare scoordinate, cosa che creerebbe non poche difficoltà nell’esecuzione delle operazioni spaziali. Attualmente, gli scienziati impegnati nell’impresa stanno pensando di usare degli orologi atomici, orologi estremamente precisi che sfruttano il principio di oscillazione di particelle subatomiche, come gli atomi di cesio o di rubidio, per misurare il tempo con precisione senza risentire di cambiamenti della gravità o di mutamenti relativi a condizioni atmosferiche.

Questi orologi dovrebbero però essere realizzati con modifiche importanti e trasportati con sistemi ideati ad hoc, oltre che essere sottoposti a regolare manutenzione. La strada per trovare una soluzione, dunque, è ancora abbastanza lunga.

L’ora sulla luna e gli accordi internazionali

Quella degli orologi atomici non è l’unica sfida che sembra rendere poco credibile la deadline per la creazione del Coordinated Lunar Time. La sua implementazione infatti richiederà patti internazionali, ma Paesi come la Cina e Russia, che attualmente sono tra i principali attori delle missioni spaziali, non hanno siglato alcun patto con gli Stati Uniti. È da tempo, infatti, che si attende la loro firma sugli Artemis Accords, che dovrebbero in teoria confermare i principi di cooperazione e trasparenza stabiliti nel Trattato delle Nazioni Unite sullo spazio extra-atmosferico (OST) del 1967.

Secondo questi accordi, l’esplorazione e l’uso dello spazio extra-atmosferico dovrebbe essere pacifico, sostenibile e mirato al progresso globale e non della singola nazione. Sulla carta, la definizione di un’ora lunare dovrebbe contribuire a creare armonia, sicurezza ed efficienza nelle operazioni spaziali future. Succederà davvero?