Hanno osservato una "super bolla di plasma" mai vista prima
Una "super bolla di plasma" con caratteristiche mai osservate prima: è quel che emerge dal nuovo studio pubblicato da un team di scienziati.
L’eruzione del vulcano Tonga del 2022 è stato uno degli eventi più grandi ed esplosivi mai registrati sulla Terra, al punto tale da dare origine a onde nell’atmosfera superiore con conseguenze evidenti. Gli scienziati hanno pubblicato a tal proposito un nuovo studio sulla rivista Space Weather, che descrive più nel dettaglio l’impatto dell’esplosione a Tonga sul funzionamento di alcune tecnologie (in particolare il GPS) e la formazione di quella che a tutti gli effetti era una “super bolla di plasma” perdurata per ore sull’Australia settentrionale. Così non si era mai vista.
L’impatto dell’eruzione del Tonga sulle comunicazioni satellitari
Le tecnologie satellitari non sono prerogativa degli esperti ma si trovano integrate in molti strumenti di uso quotidiano. Basti pensare ai nostri telefoni cellulari, agli smartphone e a qualsiasi dispositivo che abbia un sistema di geolocalizzazione. In una parola, il GPS.
Ma cosa c’entra tutto questo con l’eruzione del vulcano Tonga del 2022? Il nuovo studio pubblicato su Space Weather ha messo in luce l’impatto dell’esplosione sul funzionamento delle comunicazioni satellitari, dunque dei dispositivi (dal più comune fino al più raffinato). L’esplosione nel Pacifico meridionale ha generato il pennacchio vulcanico più alto mai registrato (57 km di altezza), innescando un violento tsunami fino al Mar dei Caraibi. Ma c’è di più.
Tale fenomeno ha dato vita a una serie di onde atmosferiche talmente potenti da influenzare la ionosfera (da 80 a 1.000 km di altezza). O meglio, in grado di “disturbarla”: gli scienziati sapevano già che nelle aree equatoriali della ionosfera si possono formare come dei “buchi” che interrompono le comunicazioni satellitari e il funzionamento dei dispositivi GPS, ma soltanto adesso sono giunti alla conclusione che anche eventi violenti sulla Terra, come quello di Tonga, possono generare le cosiddette “bolle di plasma equatoriali”.
La “super bolla di plasma” sull’Australia settentrionale
“Tali bolle di plasma si osservano raramente nella ionosfera”, ha detto alla rivista Space l’autore principale dello studio Atsuki Shinbori, scienziato atmosferico dell’Università di Nagoya in Giappone. Eppure grazie ai dati congiunti del satellite Arase, del satellite Himawari-8 e delle stazioni terrestri il nuovo studio ha comprovato che dall’eruzione di Tonga si è generata una “super bolla di plasma” che è perdurata per diverse ore sull’Australia settentrionale.
A differenza delle osservazioni precedenti, la “super bolla” si estendeva nello spazio a un’altitudine di almeno 2.000 km. Inoltre gli scienziati hanno scoperto che prima dell’onda d’urto erano aumentate contestualmente la densità elettronica dell’atmosfera e l’altezza della ionosfera.
“Questa rapida risposta – si legge su Space – potrebbe essersi verificata a causa delle onde atmosferiche dell’eruzione che interagiscono con gli ioni caricati elettricamente nella ionosfera, facendo viaggiare rapidamente l’energia lungo le linee del campo magnetico terrestre”.
Perché è importante la nuova scoperta
Ogni nuova scoperta ha la sua rilevanza sia per quanto concerne l’evento specifico, che per eventuali eventi futuri. Capire il meccanismo della formazione della “super bolla” nell’atmosfera è stato un grande passo in avanti e, sebbene non si possano prevenire i gravi effetti sulle comunicazioni satellitari e sui segnali GPS, potrebbe aiutare gli scienziati a “prevedere” in qualche modo lo scenario post-eruzione vulcanica.
“Saremo in grado di allertare gli operatori di aeroplani e navi che dovrebbero passare attraverso la regione in cui si verificano le bolle di plasma in futuro”, ha affermato il professor Shinbori. La ricerca futura può anche indagare non solo gli effetti atmosferici dei vulcani sulla Terra, ma anche quelli dei vulcani su mondi lontani (come Venere).