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Il "pesce dell'Apocalisse" si è arenato in una spiaggia in Messico: perché è considerato presagio di sventura

Il "pesce dell'Apocalisse" si è arenato su una spiaggia messicana: secondo la leggenda è un segno di catastrofe imminente ma la scienza dà un'atra spiegazione

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Pesce dell'Apocalisse Fonte foto: iStock

Un esemplare appartenente a una specie molto rara, il pesce remo, meglio noto come “pesce dell’Apocalisse”, è stato trovato su una spiaggia messicana. Perché si crede sia un brutto presagio? Quello che sappiamo sulla leggenda legata all’animale e sulla possibile realtà scientifica dietro l’accaduto.

Avvistato il “pesce dell’Apocalisse” in Messico

Un raro esemplare di pesce remo, una creatura marina quasi leggendaria, si è arenato recentemente su una spiaggia del Messico, alimentando le superstizioni e suscitando timori di sventura. Sebbene non sia la prima volta che accade, il ritrovamento di questo straordinario animale ha riacceso l’interesse su una delle leggende più misteriose legate agli abissi oceanici.

Il pesce remo, noto anche come Regalecus glesne, è una specie rara che vive a profondità incredibili, di solito tra i 200 e i 1000 metri sotto la superficie del mare. Nonostante la sua esistenza nascosta ed elusiva, l’avvistamento di questo pesce è avvenuto più volte, sempre associato a eventi catastrofici. Perché proprio il pesce remo suscita tali paure? Qual è il legame tra questa creatura e la fine del mondo?

Con il suo corpo lungo e senza squame, che può raggiungere anche i 3 metri di lunghezza (alcuni esemplari sono arrivati a misurare oltre 11 metri), è uno degli animali marini più grandi e imponenti del pianeta. Nonostante la sua impressionante mole, il pesce remo è completamente inoffensivo per gli esseri umani, nutrendosi principalmente di plancton, piccoli crostacei e molluschi. Questa specie, inoltre, si distingue per una serie di caratteristiche uniche: una pinna dorsale di un rosso brillante che percorre tutta la schiena e una cresta sopra la testa. Le sue pinne pelviche simili a remi e l’aspetto sinuoso gli conferiscono un’immagine che ricorda più una creatura mitologica che un semplice pesce.

È il comportamento del pesce remo ad aver alimentato secoli di leggende. In particolare, la sua apparizione in superficie, solitamente in seguito a malformazioni, ferite o decessi, ha suscitato orrore e meraviglia. Si ritiene che questi pesci abissali risalgano verso la superficie per morire o quando sono esausti, attirati dalle correnti oceaniche.

Secondo la tradizione, ogni volta che uno di questi animali si spiaggia, un disastro naturale è imminente. Stando alla credenza popolare, il pesce remo avrebbe sviluppato una sorta di “sensibilità” verso i cambiamenti profondi e catastrofici della Terra, come terremoti e tsunami, e la sua risalita in superficie sarebbe un segnale premonitore di tali eventi. Perciò è stato ribattezzato “pesce dell’Apocalisse”.

La scienza spiega il comportamento dell’animale

L’idea che il pesce remo sia un messaggero dell’Apocalisse ha radici profonde e la leggenda persiste in molte culture marinare, alimentata dall’imponenza e dal mistero che circondano questi esseri marini.

Gli studi scientifici moderni, tuttavia, hanno cercato di spiegare la risalita dei pesci remo in superficie attraverso fattori naturali. Gli esperti suggeriscono che queste creature tendano a emergere quando sono malate, ferite o deboli, piuttosto che per predire disastri imminenti.

Hiroyuki Motomura, professore di ittiologia all’Università di Kagoshima, ha dichiarato che non ci sono prove scientifiche che dimostrino un collegamento tra l’emersione dei pesci e l’attività sismica. Anzi, spesso questi animali vengono trovati già morti sulle spiagge, travolti dalle stesse correnti che li hanno portati in superficie.

Alcuni ricercatori ipotizzano che la risalita di pesci remo possa essere influenzata da fattori ambientali, come i cambiamenti nelle correnti oceaniche o il riscaldamento delle acque. Nel recente ritrovamento di un “pesce dell’Apocalisse” su una spiaggia del Messico, quindi, potrebbe aver influito anche il cambiamento climatico e le condizioni sempre più precarie delle acque di mari e oceani.

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