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SCIENZA

Nuova scoperta a Pompei, trovati i resti di una famiglia in fuga e poi travolta dall’eruzione

Scoperta la casa di Elle e Frisso, piccola domus di Pompei dalla storia drammatica: il tentativo di sopravvivere alla furia del Vesuvio

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Di recente sono stati effettuati degli scavi presso la via del Vesuvio, a Pompei. Lavori che hanno restituito un grande tesoro all’interno di una piccola domus della celebre città. Gli esperti si sono ritrovati dinanzi a una scena carica di drammaticità, con tanto di resti umani.

La casa di Elle e Frisso

La piccola domus ci offre tutta una serie di tesori, che propongono dettagli di un’antica storia. Gli esperti hanno potuto scorgere un letto posto di traverso per sbarrare la porta di un cubiculum. Un tentativo estremo e disperato per proteggersi dal piombo incandescente dei primi lapilli. Tutt’intorno, oggetto quotidiani, tracce di vita interrotta di colpo e, come sempre accade a Pompei, resti umani.

Si tratta della casa di Elle e Frisso. È stata così ribattezzata grazie a un particolare affresco mitologico rinvenuto. È presente in uno degli ambienti principali e rappresenta la tragica sorte dei due fratelli protagonisti di un mito greco.

L’area scavata include:

  • ingresso;
  • atrio con impluvium (per la raccolta dell’acqua piovana);
  • triclinio decorato;
  • cubiculum.

Tutti gli spazi tipici delle abitazioni pompeiane del tempo, illuminato da un vano sul retro, coperto da una tettoia con foro centrale. Potrebbe essere stata questa l’apertura dalla quale sono penetrati dei lapilli nel corso della prima fase dell’eruzione.

Momenti di puro terrore, che hanno spinto le persone presenti a sbarrarsi all’interno del cubiculum con un letto. Il calco in gesso di quest’ultimo è ricavato dai vuoti lasciati dalla decomposizione del legno nella cenere solidificata.

In questo contesto sono emersi almeno quattro scheletri. Tra questi c’è anche un bambino, riconoscibile per la bulla in bronzo rinvenuta al suo fianco (un amuleto di protezione riservato ai figli maschi).

A poca distanza dai corpi è stato individuato un deposito di anfore, riposte in un sottoscala. Molte di queste contenenti garum, ovvero la celebre salsa di pesce, così come un servizio di vasellame raffinato, realizzato in bronzo. Ciò conferma il livello economico dei proprietari.

Il mito dietro il nome

Come detto, il nome dato alla domus deriva dal grande affresco presente. Queto raffigura Frisso in groppa al montone dal vello d’oro. Sua sorella Elle, invece, perde l’equilibrio e cade in mare. Da qui, poi, la denominazione: Ellesponto.

Un’immagine che in età imperiale era esibizione di cultura e status. Un vero e proprio veicolo di “bellezza” nelle dimore delle classi agiate e dei ceti medi.

“Scavare a Pompei e visitarne gli ambienti significa confrontarsi con l’arte e con la precarietà della vita”, ha spiegato Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco Archeologico di Pompei. “In questa dimora meravigliosamente decorata abbiamo trovato tracce inconfutabili del tentativo di salvezza: il letto a sbarramento, il calco in gesso, i corpi colti dalla pioggia di lapilli e dalla successiva corrente piroclastica. Un inferno che il 24 agosto 79 d.C. cancellò Pompei in poche ore, lasciandoci testimonianze che ancora oggi parlano di drammi umani e di straordinaria arte”.