Pubblicità dallo spazio, perché è pericolosa
Alcune aziende vogliono usare i satelliti per proiettare fasci luminosi verso la terra: è l'ultima frontiera della pubblicità, ma gli astronomi insorgono
La questione della pubblicità dallo spazio sta guadagnando attenzione a livello internazionale, soprattutto a seguito degli appelli lanciati dall’American Astronomical Society (AAS). Il primo appello risale all’ottobre 2024, con una dichiarazione ufficiale in cui si chiedeva il divieto della pubblicità spaziale.
L’AAS ha ribadito la propria posizione durante il suo ultimo congresso di metà gennaio, sottolineando i potenziali rischi per l’osservazione astronomica. La preoccupazione principale è che la proiezione di loghi e slogan luminosi visibili a occhio nudo dalla Terra possa compromettere irrimediabilmente le osservazioni astronomiche.
Come funziona la pubblicità dallo spazio
Diverse aziende stanno sviluppando tecnologie per rendere visibili messaggi pubblicitari dallo spazio. Avant Space, una società russa, ha lanciato un prototipo di “cubesat” (un piccolo satellite a forma di cubo) per testare la fattibilità di questa tecnologia. L’obiettivo è quello di creare una costellazione di satelliti in grado di utilizzare potenti laser in orbita per disegnare loghi o altre immagini su richiesta degli inserzionisti.
Questi satelliti sarebbero gestiti da centri di controllo a terra e stazioni di monitoraggio situate in tutto il mondo. I tempi e le coordinate di visualizzazione potrebbero essere modificati ogni 98 minuti. I satelliti cubesat 4U possono essere lanciati con diversi tipi di razzi, anche in missioni condivise con altri carichi.
La durata operativa dei satelliti è di circa un anno, mentre il tempo necessario per la produzione e il lancio è di 24 mesi dalla firma del contratto. Le immagini create da questi satelliti sarebbero visibili da oltre 130 grandi città, raggiungendo un pubblico di oltre un miliardo di persone.
Pubblicità dallo spazio: l’appello dell’AAS
L’American Astronomical Society si oppone fermamente alla pubblicità spaziale, in quanto la ritiene una potenziale minaccia per le osservazioni astronomiche da terra.
L’organizzazione sottolinea che la propria missione è quella di “migliorare e condividere la comprensione scientifica dell’universo” e che questa missione è messa a rischio dalla proliferazione di attività nello spazio che creano ostacoli visivi, come la pubblicità.
L’AAS sostiene che la pubblicità spaziale costituisce un’interferenza potenzialmente dannosa con l’esplorazione pacifica dello spazio, in violazione dell’Articolo IX del Trattato sullo spazio extra-atmosferico (OST). Secondo l’AAS non esiste una mitigazione di tale interferenza che possa consentire la coesistenza pacifica della pubblicità spaziale e dell’astronomia, come previsto dall’articolo IX del trattato.
L’AAS chiede che venga introdotto un divieto internazionale alla pubblicità spaziale mediante una convenzione, un trattato o una legge specifica. L’organizzazione esorta inoltre la delegazione statunitense presso il Comitato delle Nazioni Unite per l’uso pacifico dello spazio extra-atmosferico (UN-COPUOS) a sostenere tale divieto.
Negli Stati Uniti, esiste già una legge federale che vieta il rilascio di licenze per lanci di carichi utili destinati alla pubblicità spaziale, ma il timore è che altre aziende straniere possano aggirare tale restrizione.
L’AAS definisce “pubblicità spaziale invadente” qualsiasi forma di pubblicità nello spazio riconoscibile ad occhio nudo dalla Terra, senza l’ausilio di telescopi o altri dispositivi tecnologici.