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SCIENZA

Quale sarà il destino della Terra? Forse ora sappiamo la risposta

Gli scienziati hanno individuato un esopianeta che sta lentamente collassando e sembra destinato a fondersi con la sua Stella Madre. E ciò sembra essere l'anticipazione di quello che succederà alla Terra

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Avvistato un esopianeta: la sua fine ci rivela come verrà distrutta la Terra Fonte foto: 123rf

Tutti, almeno una volta nella vita, ci siamo chiesti: che fine farà la Terra? Come e quando morirà il nostro pianeta? D’altronde, se ogni cosa è destinata a finire, va da sé che un giorno anche il nostro globo concluderà il suo ciclo vitale. Ora, tralasciando le ipotesi da film fantascientifico, pare che qualcosa nello spazio ci stia fornendo una risposta credibile.

Sì, perché per la prima volta gli scienziati hanno individuato un esopianeta il cui rapporto con la propria Stella Madre sembra far luce sul destino finale della Terra. Il sistema all’interno del quale si muove, infatti, è molto simile al Sistema Solare. E ciò che gli sta capitando sembra verosimilmente compatibile con gli ultimi capitoli del nostro pianeta.

L’avvistamento dell’esopianeta e il suo comportamento

L’esopianeta avvistato si chiama Kepler-1658b ed è stato ribattezzato “Giove caldo” perché ha massa e dimensioni pari a quelle di Giove, ma la sua orbita è molto vicina a quella della sua stella ospite. Il primo avvistamento di Kepler-1658b risale al 2009 e, ai tempi, nessuno notò niente di eccessivamente strano. Oggi invece qualcosa è cambiato: infatti, la distanza fra l’esopianeta la sua Stella Madre sembra essere sempre più ridotta.

Questo significa che Kepler-1658b si sta comportando in modo “autodistruttivo”: infatti, si sta avvicinando sempre di più alla Stella mettendo in atto un processo di decadimento orbitale che lo porterà inevitabilmente a essere devastato e poi inglobato. La cosa interessante è che misurare il decadimento orbitale degli esopianeti è davvero difficile. Eppure, secondo le nuove indagini degli scienziati, nel caso di Kepler-1658b la situazione si sta evolvendo in fretta: si avvicina alla sua Stella molto velocemente, diminuendo sensibilmente la distanza di anno in anno.

L’esopianeta, la Terra e il sole

Perché tutto questo dovrebbe dirci come finirà la Terra? Semplice: Kepler-1658b sta riducendo le distanze verso la quella che è la stella ospite del suo sistema, più evoluta e più vecchia, proprio come il Sole, e lo sta facendo muovendosi a spirale fino a quella che sarà la probabile collisione.

La Terra orbita in maniera molto simile e, raccogliendo tutti i dati attualmente in possesso della comunità scientifica, in una fase avanzata dell’evoluzione del Sistema Solare è più che probabile che il nostro pianeta possa venire sempre più attratto dal Sole per poi essere del tutto distrutto. Un altro indizio sta nel fatto che la causa principale del decadimento orbitale di Kepler-1658b sono le maree, lo stesso fenomeno responsabile dell’aumento e dell’abbassamento quotidiano degli oceani terrestri.

Uno sguardo alla fine della Terra

Sì, perché le maree sono generate dalle interazioni gravitazionali tra due corpi orbitanti. La gravità dei corpi distorce le reciproche forme e, quando i corpi rispondono a questi cambiamenti, viene rilasciata energia. A seconda delle distanze, delle dimensioni e della velocità di rotazione dei corpi coinvolti, le maree possono provocare dei movimenti orbitali che, nello specifico, più avanti nel tempo potrebbero proprio spingere la Terra verso il Sole.

Certo, è vero che c’è ancora molta strada da fare per comprendere tutto nel dettaglio, ma di fatto gli scienziati del Centro di Astrofisica Harvard-Smithsonian, che si stanno occupando dello studio di Kepler-1658 sono sicuri che questo scenario sia davvero il più accurato quando ci si vuole figurare la fine della Terra. La buona notizia? Ci vuole ancora molto tempo: la Stella Madre di Kepler-1658  si è infatti evoluta al punto da iniziare a espandersi. Questo succederà anche al nostro Sole, ma non prima di qualche miliardo di anni.