Hanno trovato i resti più antichi di questa creatura gigantesca
In Gran Bretagna è stato ritrovato il fossile più antico di Terizinosauro: per essere certi della sua natura i paleontologi hanno utilizzato delle tecnologie estremamente avanzate
Una specie antichissima lascia spazio a nuovissimi misteri: i paleontologi sono tornati a indagare sul Terizinosauro (o Segnosauro), un dinosauro vissuto nel Cretaceo la cui esistenza è stata rilevata e documentata solo negli ultimi anni. Fino ad adesso, gli esperti si erano basati su alcuni reperti che ne tratteggiavano le caratteristiche ma oggi sappiamo qualcosa di più: sono infatti stati ritrovati i resti più antichi, dei fossili che lasciano spazio a nuove affascinanti teorie su questa gigantesca creatura.
A oggi, molti scienziati erano infatti sicuri che il Terizinosauro avesse un cranio piccolo e denti piuttosto deboli. Ecco, il recente ritrovamento ha smentito (almeno in parte) quanto ipotizzato. E, anche grazie al machine learning e a studi avanguardistici, lascia intendere che questo gruppo di sauropodi fosse molto più evoluto di quanto si pensasse.
Il ritrovamento dei fossili
Negli ultimi anni, in Gran Bretagna sono stati condotti molteplici scavi che hanno portato al ritrovamento di fossili di dinosauri risalenti a diverse ere. In particolare, sono stati raccolti una serie di resti attribuibili al Cretaceo, fra cui frammenti d’osso e denti. Una certa quantità di questi frammenti, prelevata in particolare nell’Oxfordshire, nel Gloucestershire e nel Dorset, si è rivelata essere anomala rispetto ai fossili più comuni (facilmente riconducibili a specie canoniche).
Le anomalie in questione, comparate con quelle riscontrate da paleontologi di tutto il mondo, hanno rivelato che i fossili appartenevano in larga parte proprio ai terizinosauri, ed ecco la sorpresa: oltre a essere i più antichi mai trovati fino a oggi, sono anche i più grandi e misteriosi, perché si presentano con una forma particolarmente allungata e appuntita. Tuttavia, da soli erano ancora insufficienti per un’analisi più specifica. Cosa fare, dunque?
Il machine learning e l’aspetto del Terizinosauro
Il team di archeologi e paleontologi del Dipartimento di Scienze della Terra e Planetarie del Birkbeck College ci ha pensato a lungo prima di procedere in qualche modo. La scoperta di questi resti si presentava sicuramente in modo affascinante, ma allo stesso tempo li lasciava insoddisfatti e occorreva trovare il modo per poter dare maggiore completezza alle informazioni che potevano trasmettere. Dopo un lungo brainstorming è arrivata l’idea: usare l’intelligenza artificiale.
Gli scienziati hanno sfruttato dei modelli di machine learning per analizzare i denti misteriosi, inserendo tutti i dati in loro possesso su migliaia di denti di specie di dinosauri conosciute. L’intelligenza artificiale è stata poi incaricata di creare dei modelli 3D e di fare una sorta di tac alla bocca/cranio dell’immagine ottenuta. Così, si sono trovati di fronte al ritratto più appropriato, dettagliato e storicamente accurato di un Terizinosauro mai ottenuto finora.
Lo studio e le rivelazioni
Il ritratto ha portato a uno studio, pubblicato sulla rivista scientifica Papers in Paleontology, che rivela che i Terizinosauri erano molto più furbi, veloci ed evoluti di quanto si pensasse, nonostante la mole. Grazie alla loro adattabilità sembrano essersi diffusi in buona parte del mondo e ci sono buone probabilità che non fossero esclusivamente erbivori come si ipotizzava: il cranio era probabilmente più massiccio e i denti più affilati, dunque in grado di masticare carne.
Ovviamente, non si tratta di conclusioni certe. Come uno degli autori dello studio ha affermato, l’uso dell’intelligenza artificiale e del machine learning in paleontologia è ancora agli inizi e ci sono ancora molti set di dati da integrare e da fare entrare in gioco. Tuttavia, quanto appreso apre nuovi interrogativi sulla specie e può fornire informazioni molto più ampie su quanto avveniva nel Cretaceo.