Hanno finalmente risolto un grande enigma sull'origine della vita sulla Terra
Gli scienziati hanno scoperto alcuni fossili di oltre 500 milioni di anni fa che ci offrono finalmente la risposta all'enigma sull'origine della vita sulla Terra
Come si è evoluta la vita sulla Terra, tanti milioni di anni fa? Gli scienziati hanno sempre saputo che, in un preciso momento storico, sono comparsi i primi animali dotati di scheletro rigido. Tuttavia, nonostante decenni di ricerche, non si è mai fatta luce su un mistero: che aspetto avevano tali animali, e a quale specie appartenevano? Ora siamo in grado di dare una risposta a questo enigma, grazie alla scoperta di fossili risalenti a ben 500 milioni di anni fa.
Scoperti fossili dal tessuto molle ancora intatto
Abbiamo ancora molto da scoprire in merito a quanto accaduto durante l’esplosione cambriana e alle sue conseguenze sull’evoluzione della vita sulla Terra: circa 538 milioni di anni fa, è avvenuto un improvviso “Big Bang biologico” che ha portato alla comparsa di animali molto più complessi rispetto a quelli precedentemente esistenti, che nella maggior parte dei casi erano degli organismi unicellulari. È a questo periodo storico che si fa risalire lo sviluppo dei primi animali dotati di scheletro rigido, sui quali tuttavia è rimasto a lungo il mistero.
Finora, i resti fossili appartenenti al Cambriano erano costituiti in gran parte da semplici organismi tubolari cavi lunghi da pochi millimetri a diverse decine di centimetri. Gli scienziati non hanno però mai saputo individuare quali fossero gli animali che li abitavano e a quale specie appartenessero. Ma una nuova scoperta ha finalmente offerto le risposte che stavano cercando: in Cina, nella provincia orientale dello Yunnan, sono stati rinvenuti quattro esemplari fossili in ottimo stato di conservazione, nei quali spiccava la presenza di tessuti molli. Le condizioni anaerobiche del luogo del ritrovamento hanno fatto sì che non potessero proliferare quei batteri responsabili della degradazione di tali tessuti.
I fossili tornati alla luce appartengono alla specie Gangtoucunia aspera e risalgono a 514 milioni di anni fa: composti da una struttura tubolare, presentano ancora intatti l’intestino cieco (aperto ad una sola estremità) e l’apparato boccale, dotato di tentacoli lisci lungi circa 5 millimetri. Tutte caratteristiche, queste, che i resti fossili hanno in comune con gli odierni Cnidari, la famiglia cui appartengono anche le meduse e gli anemoni. Gangtoucunia non è dunque imparentata con vermi anellidi, come precedentemente ritenuto dagli esperti, bensì con animali simili alla medusa che conosciamo oggi.
I nuovi fossili riscrivono la storia dell’evoluzione
La scoperta, descritta in un articolo pubblicato su Proceedings of the Royal Society B, apre le porte ad una maggior conoscenza sulle origini della vita sulla Terra. “Questi misteriosi tubi erano finora considerati fossili problematici, perché non avevamo modo di classificarli” – spiega il dottor Luke Parry dell’Università di Oxford, uno degli autori della ricerca – “Grazie a questi nuovi straordinari esemplari, un pezzo chiave del puzzle evolutivo è stato messo saldamente al suo posto”. Il ritrovamento di tessuti molli in ottimo stato di conservazione ha permesso di fare chiarezza su quello che è sempre stato considerato uno dei principali enigmi.
Naturalmente, il fatto che Gangtoucunia fosse una medusa primitiva non esclude che altri organismi tubolari fossero molto diversi e quindi ospitassero forme di vita appartenenti ad altre specie. Alcuni fossili precedentemente rinvenuti potrebbero infatti appartenere ai Priapulida (vermi marini), ai Lobopodi o agli Anellidi. “Un modo di vita tubolare sembra essere diventato particolarmente comune nel Cambriano, il che potrebbe essere una risposta adattativa all’aumento della pressione predatoria” – afferma la dottoressa Xiaoya Ma, coautrice dello studio. Questa scoperta ci permette di fare un passo avanti nella conoscenza di come si è evoluta la vita sul nostro pianeta, ma ci sono ancora molte domande che cercano una risposta.