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Saturno sta cambiando: cosa sappiamo della "pioggia" di ghiaccio che lo ha travolto

Il pianeta Saturno è interessato da qualche tempo a questa parte da una strana pioggia ghiacciata che proviene direttamente dai suoi anelli

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Scende la pioggia, ma che fa? Se lo chiedeva Gianni Morandi negli anni Settanta, mentre oggi se lo chiedono gli astronomi: stavolta non è però il nostro pianeta a fare “da spunto” per questa domanda, ma un altro che fa parte del sistema solare: stiamo parlando di Saturno, da qualche tempo soggetto a una pioggia ghiacciata che proviene dai propri anelli.

Si tratta di una scoperta inattesa e che ha avuto come conseguenza principale il riscaldamento progressivo dell’atmosfera di questo oggetto celeste. Tra l’altro, sempre secondo quanto riferito dagli esperti, è un fenomeno che non si era mai visto prima nel sistema solare. I risultati della ricerca sono stati pubblicati nella rivista specializzata “Planetary Science Journal”.

Le due missioni spaziali su Saturno

La pioggia che sta interessando Saturno è stata individuata grazie all’unione di tutti i dati raccolti dalle varie missioni spaziali in questa zona dell’Universo. In particolare, ci si è affidati a quanto scoperto dalle navicelle Voyager 1 e Voyager 2. Il dettaglio che sta impressionando gli scienziati però è un fascio di luce sul pianeta, vale a dire l’idrogeno ad alta temperatura che si trova nell’atmosfera dell’oggetto celeste. Radiazioni non meglio identificate stanno interagendo tra di loro, contaminando e riscaldando l’atmosfera stessa. C’è una spiegazione che va per la maggiore in questo caso.

Lo studio scientifico spiega come il riscaldamento sia stato provocato dalle particelle ghiacciate che piovono letteralmente dai celebri anelli di Saturno. Insieme al ghiaccio, viene trasportata energia che va ad aumentare la temperatura attraverso le collisioni con le altre particelle. Queste ultime possono cadere direttamente dagli anelli dopo essere state colpite dalle radiazioni solari ultraviolette, ma anche dalle micrometeoriti oppure ancora dai frammenti trascinati dal vento solare.

Una ricostruzione alternativa, invece, potrebbe essere quella che coinvolge la gravità di Saturno, con le particelle stesse che vengono attirate inesorabilmente verso il pianeta, generando poi questa tempesta. Ma a quando risalgono le prime osservazioni della pioggia ghiacciata?

La spiegazione della pioggia su Saturno

Tutto è cominciato nel settembre del 2017, al termine della missione della sonda Cassini che si è imbattuta nella strana precipitazione di Saturno dopo essersi avvicinata all’atmosfera del “gigante gassoso”. La ricerca scientifica appena pubblica rappresenta un aggiornamento importante di questo primo avvistamento. Tra l’altro, gli astronomi erano già consapevoli del fatto che gli anelli di questo pianeta fossero soggetti a una lenta e inesorabile disintegrazione: la vera sorpresa è stata rappresentata dall’influenza esercitata sull’idrogeno atomico di Saturno stesso. A curare i dettagli di questo studio sono stati, in particolare, l’Istituto di astrofisica di Parigi e il Lunar and Planetary Laboratory dell’Università dell’Arizona.

Vale la pena ricordare come le sonde Voyager citate in precedenza abbiano viaggiato a poca distanza da Saturno nei lontani anni Ottanta: all’epoca, la radiazione ultravioletta misurata venne liquidata come un semplice rumore, poi le missioni successive hanno consentito di approfondire meglio l’argomento. A fornire i dati più interessanti è stato anche il telescopio Hubble, senza dimenticare il ruolo svolto dall’International Ultraviolet Explorer, lanciato in orbita terrestre nel 1978. La sorpresa della comunità scientifica in questo momento non può che essere forte, la sensazione è che in futuro ci saranno delle novità altrettanto sensazionali.