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SCIENZA

Dagli scavi emerge un fossile raro, si tratta di una scoperta rivoluzionaria

In Cina, alcuni scienziati hanno ritrovato un antico fossile di gibbone: si tratta di una scoperta incredibile, che aiuta a riscrivere la storia evolutiva delle scimmie.

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È una scoperta davvero incredibile, quella avvenuta in Cina: alcuni scienziati hanno rinvenuto un fossile molto raro, e dopo un lungo studio hanno potuto riscrivere parte della storia di uno dei nostri fratelli di sangue, il gibbone. Dalla terra è infatti emerso parte dello scheletro di quello che gli esperti ritengono il più antico esemplare mai giunto sino ai nostri tempi, e una sua attenta analisi ci racconta qualcosa di sensazionale.

Scoperto il più antico fossile di gibbone

I fossili, lo sappiamo bene, sono una delle più importanti e preziosissime fonti di informazione sul nostro passato (e non solo). Per questo il loro studio è così utile: spesso emergono dettagli curiosi e, talvolta, persino in grado di riscrivere la storia. È quello che sta accadendo grazie al rinvenimento di un antico fossile di gibbone, una scoperta unica al mondo. Un team di ricerca guidato da Xueping Ji, del Kunming Institute of Zoology, ha individuato una piccola porzione di scheletro appartenente ad una piccola scimmia, mentre stava lavorando nell’area di Yuanmou, situata nel sud-ovest della Cina.

Le ossa ritrovate appartengono alla mascella di un esemplare giovanissimo che, all’epoca della sua morte, doveva avere probabilmente meno di due anni. In un primo momento, si è ritenuto che gli esperti fossero di fronte ad una nuova specie di scimmia, che è stata chiamata Yuanmoupithecus xiaoyuan. Ma un’analisi approfondita dei campioni cranici e dei denti di questo piccolo primate ha portato ad una scoperta incredibile. Confrontando i reperti trovati in Cina con i moderni crani di gibbone conservati presso il Kunming Institute of Zoology, gli scienziati hanno capito di avere tra le mani un antico fossile di ilobatide.

Questa famiglia di piccole scimmie comprende 20 specie di gibboni ancora viventi, diffuse principalmente in tutta l’Asia tropicale, dall’India nord-orientale all’Indonesia. Resti fossili di ilobatidi sono rarissimi, e nella maggior parte dei casi riguardano denti o ossa mascellari frammentarie. Quasi tutti sono stati rinvenuti in grotte situate nella Cina meridionale e nel sud-est asiatico, e fino a questo momento non ne sono mai stati trovati di più antichi di 2 milioni di anni. Ora siamo davanti ad una scoperta epocale, come descritta nell’articolo pubblicato sul Journal of Human Evolution.

L’importanza del ritrovamento avvenuto in Cina

Dopo aver trovato il fossile di questa piccola scimmia, Xueping Ji ha invitato alcuni colleghi provenienti dai più prestigiosi istituti in tutto il mondo a collaborare sulle implicazioni della sua scoperta. Ha così preso il via un’importante analisi sugli esemplari di ilobatidi conservati presso lo Yunnan Institute of Cultural Relics and Archaeology e presso lo Yuanmou Man Museum, dove sono custoditi reperti emersi negli ultimi 30 anni. Questo studio approfondito, basato soprattutto sul confronto tra le dimensioni dei denti dei fossili, ha portato all’individuazione di caratteristiche comuni tra l’esemplare di Yuanmoupithecus e i gibboni.

“I denti e la mascella dello Yuanmoupithecus sono molto simili a quelli dei gibboni moderni, ma in alcune caratteristiche la specie fossile era più primitiva e indica che è l’antenato di tutte le specie viventi di ilobatidi” – ha affermato Terry Harrison, professore di antropologia presso la New York University e coautore dello studio – “Questa nuova scoperta estende la documentazione fossile degli ilobatidi da 7 a 8 milioni di anni fa e, più specificamente, migliora la nostra comprensione dell’evoluzione di questa famiglia di scimmie“.

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