Gli astronomi hanno scoperto un "baby" pianeta, tra i più giovani mai visti
Un "baby" pianeta così non si era mai visto: gli astronomi hanno scoperto IRAS 04125+2902 b, giovanissimo con i suoi soli 3 milioni di anni.
Gli astronomi hanno scoperto un “baby” pianeta e no, non è un’esagerazione. Denominato IRAS 04125+2902 b, si tratta di uno dei pianeti più giovani mai osservati finora, con un’età stimata di soli 3 milioni di anni e situato a circa 430 anni luce dalla Terra. Il confronto con questa è evidente: la Terra rispetto a IRAS 04125+2902 b con i suoi 4,5 miliardi di anni è circa 1.500 volte più vecchia.
La scoperta del pianeta TIDYE-1b (IRAS 04125+2902 b)
La scoperta è stata resa nota nello studio A giant planet transiting a 3-Myr protostar with a misaligned disk, pubblicato lo scorso 20 novembre su Nature. Con i suoi 3 milioni di anni, il pianeta TIDYE-1b (o IRAS 04125+2902 b) è praticamente nella sua infanzia: individuarlo prima e osservarlo poi, può essere di grande aiuto agli scienziati per indagare a fondo le prime fasi della formazione planetaria.
“L’astronomia ci aiuta a esplorare il nostro posto nell’Universo: da dove veniamo e dove potremmo andare. Scoprire pianeti come questo ci permette di guardare indietro nel tempo, intravedendo la formazione planetaria mentre avviene”, ha affermato Madyson Barber dell’UNC-Chapel Hill e autore principale dello studio.
Individuare IRAS 04125+2902 b è stato possibile grazie al metodo del transito, che consiste nella misurazione del calo della luminosità di un stella al passaggio del pianeta davanti alla stessa. Attenuandosi la luminosità durante il transito appunto, il pianeta diventa visibile. In questo caso a catturarlo è stato il telescopio TESS della NASA.
Perché è una scoperta importante
Erano già stati individuati pianeti molto giovani con il metodo del transito, ma la loro età era compresa tra i 10 e i 40 milioni di anni. TIDYE-1b (o IRAS 04125+2902 b) è un caso unico e li supera tutti. Ma perché questa scoperta è così rara e importante?
Tendenzialmente i pianeti così giovani sono oscurati dal gas e dalla polvere del disco protoplanetario, l’anello di detriti che orbita attorno a una stella. “I pianeti tipicamente si formano da un disco piatto di polvere e gas, motivo per cui i pianeti nel nostro Sistema Solare sono allineati in una disposizione ‘pancake-flat’ – ha spiegato il professor Andrew Mann -. Ma qui, il disco è inclinato, disallineato sia rispetto al pianeta che alla sua stella, una svolta sorprendente che mette alla prova la nostra attuale comprensione di come si formano i pianeti”.
In pratica si tratta di un vero colpo di fortuna, dovuto all’inclinazione del disco. Cosa che non è affatto scontata. Come spiega la NASA, la deformazione del disco non è solo una “grande coincidenza”, ma anche un “grande mistero” sul quale gli esperti hanno già stilato delle ipotesi. “Le possibili spiegazioni includono una migrazione del pianeta stesso, avvicinandosi alla stella e, nel processo, divergendo dall’orientamento del disco esterno in modo che, dalla Terra, l’orbita del pianeta sia di taglio, attraversando la faccia della stella, ma il disco esterno ci rimane quasi di fronte”, spiega ancora la NASA, ammettendo però che per un processo del genere occorrerebbe la presenza di un altro oggetto molto grande, che finora non è stato rilevato.
Una seconda ipotesi, invece, riguarda la presenza di “materiale in caduta”: “Le simulazioni al computer mostrano che le piogge di materiale in caduta dalla circostante regione di formazione stellare potrebbero essere la causa della deformazione del disco”, scrive sempre la NASA, precisando che attualmente simulazioni e osservazioni non hanno “risolto la questione”.
Secondo i calcoli, il “baby” pianeta appena scoperto orbita attorno alla sua stella circa una volta ogni nove giorni a una distanza molto ravvicinata. Non è denso come la terra ma ha un diametro circa undici volte maggiore rispetto a essa, e i ricercatori ritengono che un giorno possa diventare una super-Terra o un sub-Nettuno.