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Segnali positivi da una specie a rischio di estinzione: cosa sappiamo

Una specie australiana è salva, almeno per il momento: cosa dice l'ultimo monitoraggio sulla volpe volante dalla testa grigia, un particolare pipistrello.

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Secondo una recente indagine, la volpe volante dalla testa grigia, pipistrello appartenente alla famiglia degli Pteropodidi e dichiarato a rischio di estinzione in Australia, non sarebbe in pericolo come si credeva. Incredibilmente la specie ha mostrato segnali positivi e i dati dimostrano che la popolazione è relativamente stabile dal 2012, anno in cui è iniziato il monitoraggio da parte di un team specializzato. Ma è davvero fuori pericolo?

Cosa sappiamo sulla volpe volante dalla testa grigia

Il nome di questa specie è quantomeno fantasioso, ma in realtà rispecchia appieno le sue caratteristiche. Comune nella maggior parte delle città australiane, si tratta dello Pteropus poliocephalus, un pipistrello della famiglia degli Pteropodi che è stato inserito nell’elenco delle specie vulnerabili nel suo Paese d’origine. Significa che è a rischio di estinzione e che si prevede possa scomparire prima di quanto si pensi.

Questo particolare pipistrello durante il giorno si muove in gruppo, riposando in grandi rifugi che contano anche oltre 100.000 esemplari. Queste grandi “famiglie” al tramonto si dirigono verso i corsi d’acqua per procurarsi cibo – il nettare di un’ampia varietà di specie di eucalipto, bloodwood e melaleuca ma anche fichi autoctoni – percorrendo lunghe distanze (arrivano a coprire 300 km in una sola notte).

La valutazione originale della vulnerabilità, approvata nel 2001, si basava su un declino della popolazione di volpi volanti grigie di circa il 30% in dieci anni, legato al disboscamento in corso nell’areale principale della specie.

Il monitoraggio della specie australiana

L’Agenzia Scientifica Nazionale Australiana (CSIRO) ha coordinato il Programma nazionale di monitoraggio delle volpi volanti in collaborazione con le agenzie ambientali federali e statali in un ampio periodo che va dal 2012 al 2022. L’obiettivo era proprio analizzare nel modo più dettagliato possibile le tendenze di crescita o decrescita della popolazione.

“Dal 2012 al 2022 abbiamo contato in media 580.000 volpi volanti dalla testa grigia in ogni sondaggio. Ma il numero totale variava tra 330.000 e 990.000, con forti variazioni stagionali. Questa variazione è legata al loro ciclo riproduttivo e alla disponibilità di cibo nel loro raggio d’azione”, ha spiegato Adam McKeown (CSIRO) in un articolo pubblicato su The Conversation.

I dati raccolti dal team di ricerca ha dimostrato che effettivamente ci sono alti e bassi nel corso dell’anno ma che, in generale, la popolazione di volti volanti dalla testa grigia sembra stabile nel tempo. Questi pipistrelli hanno mostrato un’inaspettate resistenza sia ai grandi incendi che alle forti ondate di caldo che hanno ucciso molti esemplari, ma non ne hanno azzerato del tutto il numero. “Le volpi volanti sembrano resistenti a queste minacce per due ragioni principali. Innanzitutto, sono nomadi e ben adattati ai viaggi su lunghe distanze. Ciò consente loro di eludere minacce come incendi e siccità. In secondo luogo, è probabile che le volpi volanti dalla testa grigia traggano beneficio da un ‘paesaggio modificato dall’uomo’ (…) poiché le aree urbane che abbiamo creato offrono diverse opportunità di foraggiamento”.

La volpe volante dalla testa grigia è davvero fuori pericolo?

McKeown e il team invitano comunque alla prudenza. Al momento la volpe volante dalla testa grigia ha fornito segnali più che positivi e non sembra a rischio di estinzione, ma resta esposta a minacce che ne minano la sopravvivenza.

“Si prevede che il cambiamento climatico causerà più ondate di calore, incendi boschivi e siccità nel loro raggio d’azione. Ciò potrebbe cambiare il loro destino. Vale anche la pena notare che, sebbene il nostro monitoraggio sia continuato per due anni dopo gli incendi boschivi del 2019-2020, gli impatti a lungo termine sono ancora sconosciuti. Data questa incertezza, continuare il monitoraggio utilizzando metodi simili e incorporando tecnologie aggiornate aumenterebbe la certezza sulla traiettoria della popolazione. Sfortunatamente, il monitoraggio è stato sospeso dal 2022, in attesa di ulteriori discussioni sui finanziamenti”, ha concluso McKeown.

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