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Sulla prossima ondata di caldo c'è qualcosa che preoccupa gli scienziati

Dopo un 2023 da record, il 2024 continua a subire l'effetto dell'anomalo innalzamento delle temperature globali: cosa pensano gli scienziati.

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Il 2024 sta registrando temperature da record nonostante sia iniziato da pochi mesi e inevitabilmente ciò sta ponendo gli scienziati dinanzi a un quesito: queste anomalie sono in linea con i modelli di riscaldamento globale o rappresentano un campanello d’allarme, indice di una preoccupante accelerazione del collasso climatico? Due punti di vista differenti che sembra stiano dividendo la comunità scientifica.

Caldo e temperature record tra il 2023 e il 2024

Quando parliamo di innalzamento delle temperature ci riferiamo sia a quelle registrate sulla terraferma che a quelle registrate nei mari e negli oceani. Queste ultime, in particolare, stanno mantenendo un livello piuttosto alto nonostante l’indebolimento di El Niño, tra i principali fattori che hanno contribuito a queste anomalie portando già il 2023 a registrare temperature da record.

È di poche settimane fa una dichiarazione dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM) che ha affermato senza mezzi termini come El Niño avesse raggiunto il suo picco per poi "svanire" tra aprile e giugno, secondo le previsioni, lasciando dietro di sé degli effetti a catena persistenti.

Celeste Saulo, segretario generale dell’OMM, è certo che El Niño abbia contribuito a rendere il 2023 l’anno più caldo di sempre insieme alle emissioni di combustibili fossili e a proposito degli oceani ha delineato un quadro piuttosto negativo: "La temperatura della superficie del mare nel gennaio 2024 è stata di gran lunga la più alta mai registrata per gennaio. Ciò è preoccupante e non può essere spiegato solo da El Niño".

In effetti le temperature della superficie di mari e oceani nel mese di febbraio hanno registrato un’anomala impennata, rendendole di fatto le più calde mai rilevate e battendo persino il record stabilito lo scorso agosto, indimenticabile estate da record. Non è un segreto che il cambiamento climatico stia agendo inesorabile in ogni area del Pianeta, tuttavia sono proprio le anomalie registrate nei bacini d’acqua a preoccupare gli scienziati che, nonostante ciò, si trovano parzialmente in disaccordo.

L’innalzamento delle temperature divide la comunità scientifica

Attualmente sono due le "correnti di pensiero" a proposito delle anomalie delle temperature inerenti a mari e bacini d’acqua, dati che sono sotto gli occhi di tutti. Da una parte alcuni scienziati ed esperti sono convinti che rientrino nelle proiezioni dei modelli climatici che tengono conto degli effetti del consumo di combustibili fossili e dell’azione umana sulle foreste. Dall’altra parte, però, c’è chi è profondamente preoccupato e si chiede se questa velocità nel cambiamento delle temperature non sia indice di una prossima ondata di calore del tutto imprevedibile e portatrice di conseguenze nefaste.

In un’interessante analisi il Guardian ha messo a confronto le diverse prospettive, raccogliendo le affermazioni di alcuni esperti di clima a livello globale. Uno di questi è Zeke Hausfather, scienziato della Berkeley Earth, convinto che le cosiddette "anomalie" siano in realtà entro la norma rispetto alle proiezioni dei modelli climatici: "Non abbiamo ancora alcuna prova forte dalle osservazioni che suggerisce che il mondo si sta riscaldando più velocemente del previsto date le emissioni umane".

Una voce fuori dal coro, in effetti, tutt’altro che in linea con le preoccupazioni dei colleghi. Il direttore del Copernicus Climate Change Service, Carlo Buontempo, ha affermato che "Se non riusciamo a stabilizzarli [si riferisce ai gas serra nell’atmosfera, ndr], dovremo inevitabilmente affrontare nuovi record di temperatura globale e le loro conseguenze". Nuovi record che prescinderanno dal possibile raffreddamento de El Niño, secondo Raúl Cordero, professore di clima presso l’Università di Groningen e l’Università di Santiago: "La situazione continuerà a peggiorare finché non fermeremo l’uso di combustibili fossili".

Secondo il climatologo brasiliano Carlos Nobre nessun modello climatico ha previsto con precisione quanto alte saranno le temperature della superficie del mare nei prossimi 12 mesi, ma certamente i dati rilevati lasciano pensare a un altro anno record e anche per il climatologo americano Brian McNoldy le tendenze sono "profondamente preoccupanti".

Modelli climatici o meno, quanto sta accadendo è sotto gli occhi di tutti. Attualmente a subirne le conseguenze sono stati soprattutto i coralli e molte forme di vita marina ma in futuro è probabile che aumenti esponenzialmente anche l’impatto sugli uragani, sempre più attivi e persistenti.

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