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Nello spazio c’è un ponte intergalattico: ecco a cosa serve

Il telescopio di NASA ed ESA Hubble ha scovato un incredibile ponte intergalattico che unisce due galassie a spirale nello spazio più profondo

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Scoperto un ponte intergalattico Fonte foto: ESA/Hubble & NASA

Non è soltanto sulla terraferma che possiamo ammirare ponti imponenti e spettacolari. Anche nello spazio ne esistono alcuni che ovviamente non sono stati costruiti dall’uomo, ma non hanno nulla da invidiare all’estro ingegneristico. Il telescopio Hubble, in funzione ormai da oltre tre decenni, si è imbattuto per l’appunto in quello che è stato definito “ponte intergalattico”.

Il merito del nuovo scatto che ha fatto il giro del mondo, vero e proprio pane per i denti degli appassionati, è tutto di un dispositivo dello stesso telescopio gestito da NASA ed ESA. Si sta parlando della Advanced Camera for Surveys (nota anche con l’acronimo ACS) che riesce a individuare anche i dettagli più nascosti dell’Universo.

Un ponte intergalattico tra due galassie

Ma che cosa è esattamente questo ponte intergalattico? Come hanno avuto modo di spiegare gli astronomi, è un ammasso di stelle e polveri varie che si trova nella costellazione della Vergine, una delle più grandi del cielo e a cavallo dell’equatore celeste. Il ponte è distante circa 200 milioni di anni luce dalla Terra e riesce a “unire” idealmente due diverse galassie a spirale. Queste ultime non sono comunque le uniche, visto che ne esiste una terza: tutte insieme rappresentano un gruppo stellare che è stato ribattezzato ARP 248 dagli esperti. La luminosità è il tratto distintivo del ponte, ma non l’unico.

In effetti, il ponte intergalattico si è formato nel tempo a causa dell’attrazione gravitazionale esercitata da entrambe le galassie a spirale a cui si è appena fatto riferimento. Il telescopio Hubble è stato in grado di intercettare questa meraviglia dello spazio durante l’osservazione di alcuni oggetti celesti inseriti in uno specifico catalogo astronomico. In pratica doveva trattarsi di una semplice ricognizione che però si è rivelata fondamentale per un risultato che viene già definito di grande spessore scientifico. Tra l’altro, queste osservazioni servivano per capire se nello spazio ci fossero oggetti degni di approfondimento per la loro forma particolare o bizzarra.

Come è stato osservato il ponte intergalattico

Nei prossimi mesi, il ponte intergalattico verrà studiato con ancora maggiore attenzione grazie alla collaborazione con un altro dispositivo all’avanguardia. Oltre ad Hubble, entrerà infatti in azione Alma (la sigla che identifica l’Atacama Large Millimeter Array), un radiotelescopio attivato in Cile, per la precisione nel deserto di Atacama, e che già in passato ha svolto un lavoro egregio da questo punto di vista. Per comprendere meglio la portata della novità astronomica del ponte, si possono citare alcuni dati significativi. L’ammasso di polveri e stelle, infatti, è stato individuato tra tantissimi altri oggetti celesti che hanno incuriosito da tempo la scienza.

Si sta parlando di ben 6mila galassie che, rispetto alle altre, sono molto più insolite e curiose: fanno tutte parte del cosiddetto Catalogue of Southern Peculiar Galaxies and Associations. In aggiunta, sono state prese in considerazione altre 338 galassie inserite all’interno di un altro catalogo, l’Atlas of Peculiar Galaxies che è stato aggiornato grazie alle osservazioni dell’astronomo Halton Arp. È evidente come questo settore sia sempre pronto a sorprese impreviste, in poche parole è impossibile che la noia coinvolga gli scienziati, pronti a esaminare una scoperta sensazionale dopo l’altra.