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Gli squali sono i nuovi guardiani del mare: come possono salvare la barriera corallina

Gli squali nuovi guardiani del mare? Secondo un recente studio sì: potrebbero aiutarci a salvare le barriere coralline e proteggere gli ecosistemi marini.

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E se gli squali fossero i nuovi guardiani del mare, pronti a "proteggere" le barriere coralline? È quanto emerge da un nuovo interessante studio a opera di un team di ricerca dell’Università di Newcastle, nel Nuovo Galles del Sud, che ha scoperto come in effetti questi pesci sarebbero tra i potenziali maggiori predatori di un parassita che sta distruggendo gli ecosistemi marini in alcune aree del mondo: i ricci di mare.

Squali e ricci di mare

Secondo gli scienziati coinvolti nello studio, pubblicato su Frontiers in Marine Science con il titolo Assessing lobster and co-predator feeding rates on barrens-forming sea urchins in South East Australia, l’ultima scoperta sugli squali potrebbe essere davvero importante.

I ricercatori dell’Università di Newcastle hanno sottolineato come i ricci di mare (Centrostephanus rodgersii) rappresentino una piaga per gli ecosistemi marini australiani, dove fanno man bassa di alghe e fanerogame, depredando i fondali della loro vegetazione. Ma non solo, perché con il riscaldamento degli oceani si prevede che il problema si estenderà presto ad altre zone (fino alla Tasmania).

Ed è un problema serio. Finora si è ritenuto che i principali predatori di questi ricci fossero le aragoste, le uniche in grado di manipolare i loro "gusci" per nutrirsene. Ma a quanto pare non è proprio così: il nuovo studio ha confermato che anche gli squali hanno una certa predilezione per queste creature e sono in grado di eliminarle in grandi quantità.

Da una ricerca sulle aragoste inaspettatamente sono stati ottenuti risultati sugli squali. Il team aveva installato una telecamera subacquea per monitorare l’attività dei crostacei, osservando quindi il modo in cui predano i ricci di mare. Con molta sorpresa, però, le aragoste non sembravano interessate, ne hanno mangiati un paio lasciando gli altri esattamente dove erano. Un’occasione ghiotta per "gli squali di Port Jackson [Heterodontus portusjacksoni, ndr] e gli squali cornuti crestati [Heterodontus francisci, ndr]" che "sono arrivati ​​e hanno distrutto il 45% dei ricci di mare legati" come ha spiegato Jeremy Day, dottorando ed ecologo marino presso l’Università di Newcastle.

Gli squali possono contribuire a salvare le barriere coralline

Si tratta di una scoperta inattesa ma altrettanto significativa, utile per contribuire a pianificare meglio la gestione della popolazione di ricci di mare lungo le coste australiane. Come dimostrato da un’indagine sulle specie marine invasive condotta nel 2022, la situazione è destinata a peggiorare e la proliferazione di questi "parassiti" potrebbe sfuggire totalmente al controllo.

Peter Whish-Wilson, presidente dell’inchiesta nonché senatore, ha affermato che le ultime scoperte dovrebbero essere prese in considerazione dalla Sea Urchin Taskforce: "Questa ricerca ha il potenziale per aiutare a orientare gli sforzi di conservazione volti a ripristinare gli ecosistemi marini". Gli fanno eco le parole del fottor Scott Bennett, fondatore della Great Southern Reef Foundation: "È un altro strumento a nostra disposizione, un altro meccanismo che abbiamo per aiutarci a controllare le popolazioni di ricci di mare. (…) Ci dà una nuova consapevolezza dell’importanza che gli squali hanno sulle barriere coralline. Quello che sappiamo sui predatori naturali è che svolgono un ruolo davvero importante nell’aiutare a fornire resilienza alla barriera corallina".

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