Sta succedendo qualcosa agli uccelli mentre nessuno se ne accorge
L'inquinamento luminoso è un problema non solo per gli insetti, ma anche per alcune specie di uccelli: ecco cosa è emerso da un nuovo studio americano.
L’inquinamento luminoso è uno dei grandi problemi dell’epoca moderna: le luci artificiali, che ormai sono ampiamente diffuse nella maggior parte dei centri abitati di tutto il mondo, hanno un notevole impatto sulle piante, sugli animali e persino sull’uomo, come dimostrano sempre più numerosi studi scientifici. Una nuova ricerca ha fatto il punto della situazione sugli effetti che l’illuminazione notturna può avere su alcune specie di uccelli da giardino. Ecco che cosa è emerso.
L’inquinamento luminoso, un problema reale
Quando si parla di inquinamento, è facile pensare allo smog o agli scarichi in mare aperto. Ma esiste anche un’altra forma di inquinamento, quello luminoso: secondo gli scienziati, presto non saremo più in grado di ammirare il cielo stellato per via della troppa luce artificiale che caratterizza i centri urbani praticamente di qualsiasi dimensione. Inoltre, l’illuminazione notturna crea problemi anche agli insetti, andando a confondere il loro sistema di orientamento che si basa sul sole. Cosa succede invece agli uccelli? Un nuovo studio ha indagato le conseguenze di questa fonte di inquinamento su alcuni degli esemplari più comuni.
La ricerca, condotta dalla studentessa Lauren Pharr della North Carolina State University, è stata recentemente pubblicata su Urban Ecosystem e prende in considerazione ben 20 anni di dati raccolti nel corso del Neighborhood Nestwatch Program, gestito dallo Smithsonian Migratory Bird Center. Gli scienziati si sono concentrati su sette specie di uccelli da giardino, le più comuni nell’area di studio: il pettirosso americano, la cinciallegra della Carolina, lo scricciolo della Carolina, l’uccello gatto capinero, lo scricciolo delle case, il cardinale settentrionale e il passero canoro. Vediamo cos’hanno scoperto.
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Lo studio sugli uccelli da giardino
I biologi hanno utilizzato delle reti per catturare diversi esemplari di uccelli, principalmente nei cortili delle case private attorno a Washington DC. Quindi li hanno etichettati con dei braccialetti colorati per poterli identificare, seguendone le tracce in ogni momento. Confrontando i dati dei loro spostamenti con quelli dell’inquinamento acustico e luminoso, hanno potuto infine trarre delle conclusioni. Per quanto riguarda l’inquinamento acustico, non ci sono prove che ciò possa diminuire la sopravvivenza degli uccelli. Diversa è la situazione per l’inquinamento luminoso.
In particolare, l’uccello gatto capinero e lo scricciolo delle case sono risultati particolarmente vulnerabili. È possibile che la luce notturna artificiale comprometta la loro capacità di orientamento e provochi numerose collisioni, inoltre c’è un legame con il fatto che queste specie compiono brevi migrazioni – un comportamento che, come già in precedenza dimostrato, rende gli uccelli più soggetti ad incidenti per via dell’inquinamento luminoso. Al contrario, il pettirosso americano sembra avere una vita più lunga in presenza di luce artificiale.
Secondo gli scienziati, ciò potrebbe dipendere dal fatto che i pettirossi siano in grado di sfruttare l’illuminazione notturna per procacciarsi il cibo. O, ancora, che nelle aree con maggior inquinamento luminoso questi uccelli inizino a cantare prima al mattino, aumentando potenzialmente la quantità di tempo a loro disposizione per trovare un compagno e riprodursi. “Questa è una scoperta importante, perché contribuisce alla nostra comprensione del fatto che l’inquinamento luminoso potrebbe avere effetti negativi sugli uccelli” – ha affermato la coautrice Caren Cooper.