All'interno di un enorme ammasso di galassie stanno succedendo cose strane, la scoperta
La galassia Phoenix A è vecchia ma produce stelle a un ritmo "folle", anche per una giovane formazione: ecco il motivo spiegato finalmente
![Ammasso di galassie](https://wips.plug.it/cips/tecnologia/cms/2025/02/all-interno-di-un-enorme-ammasso-di-galassie-stanno-succedendo-cose-strane-la-scoperta.jpg?w=738&a=c&h=415)
Un team di ricercatori, guidato dal Mit, ha posto sotto osservazione Phoenix A, ovvero una vecchia galassia che non cessa di sfornare stelle a un ritmo incredibile. Si tratta del nucleo centrale dell’ammasso di galassie della Fenice, e qualcosa di nuovo è stato scoperto in merito. Ecco da dove proviene il gas denso e freddo alla base di tale formazione stellare insolita.
Una vecchia galassia ancora attiva
In campo scientifico i ricercatori sono abituati a individuare costantemente eccezioni alle regole. Non dovrebbe dunque sorprendere così tanto il fatto che esista una differente versione della norma che vorrebbe la nascita di nuove stelle a elevato tasso unicamente nelle galassie giovani. In quelle vecchie, infatti, la formazione è ridotta se non azzerata.
Phoenix A è l’esempio lampante dell’eccezione alla regola. L’ammasso della Fenice è a circa 6 miliardi di anni luce dalla Terra e si stima produca mille stelle all’anno. Un tasso elevatissimo, se si considera come prima della sua scoperta l’ammasso più prolifico noto si limitasse a circa cento stelle ogni 12 mesi terrestri.
È naturale chiedersi, ovviamente, come tutto ciò possa accadere. Il motivo è risultato evidente quando i ricercatori hanno scoperto al suo interno, insieme a enormi quantitativi di gas ultracaldo, vaste nubi di gas ultrafreddo. È proprio questa la culla della formazione stellare.
Da dove proviene il gas
Da una domanda all’altra, fino a scoprire la verità. Il team si è chiesto da dove provenisse tutto ciò. Potrebbe essere gas caldo raffreddato attraverso un processo che coinvolge il buco nero centrale. Al tempo stesso potrebbe essere materia fredda che giunge dalle galassie vicine all’ammasso.
Oggi abbiamo una risposta grazie a un team di ricerca guidato dal Massachusetts Institute of Technology (Mit). Sfruttando il telescopio spaziale James Webb e la sua vista a infrarossi, sono giunte indicazioni sul gas ultrafreddo, alla base della formazione stellare fuori scala. Il tutto è endogeno in Phoenix A.
Ecco l’assunto dal quale tutto ha avuto inizio. Nel caso in cui il gas freddo provenisse dall’interno della galassia centrale e non da quelle circostanti, la centrale dovrebbe avere sia sacche di gas ultracaldo e ultrafreddo, sia gas caldo, ovvero con temperatura intermedia.
Considerato che il gas ultracaldo scoperto in altri studi aveva una temperatura di 500mila gradi Celsius, con l’ultrafreddo di -263,15 gradi Celsius, il gas caldo intermedio dovrebbe avere una temperatura compresa tra questi due estremi.
Rilevarlo sarebbe come catturare il gas nel mezzo di un raffreddamento estremo. La prova, di fatto, che il nucleo dell’ammasso è effettivamente la fonte del combustibile stellare freddo. Un’intuizione che ha spinto i ricercatori a rilevare ogni forma di gas caldo in Phoenix A, con temperatura tra -263°C e 1 milione di °C. Ecco entrare in gioco James Webb, puntato in direzione dell’ammasso.
Hanno ricercato la riga di emissione del neon, emanata quando il gas è a una temperatura di circa 300mila °C, e lo hanno trovato. Ecco le parole di Michael Reefe, ricercatore del Mit e primo autore dello studio: “Questo gas a 300mila gradi Celsius è come un’insegna al neon che brilla in una specifica lunghezza d’onda di luce. Potevamo vederne grumi e filamenti in tutto il nostro campo visivo”. La riprova che il tutto sia endogeno risiede nel fatto che l’emissione estesa del neon è co-spaziale con il picco di raffreddamento del mezzo nella galassia.