Come nascono le stelle? La nuova teoria è incredibile
Al contrario di quanto si credeva in passato, una collisione tra galassie può dare vita a milioni di nuove stelle: ecco i risultati di uno studio molto interessante.
Da molto tempo, gli scienziati studiano le galassie interagenti: con questo termine si identificano quelle galassie influenzate ciascuna dalla forza gravitazionale dell’altra, in un balletto che spesso si conclude con una collisione. Questo evento potrebbe sembrare devastante, ma un nuovo studio ha scoperto che crea invece le condizioni ideali alla nascita di milioni di stelle. Ecco che cosa sappiamo.
Cosa sono le galassie interagenti
Facciamo un piccolo passo indietro e torniamo alle galassie interagenti: come abbiamo già anticipato, sono galassie che si avvicinano a tal punto l’una all’altra da essere “catturate” dalla reciproca forza gravitazionale. Ha così inizio un costante movimento che le spinge ad avvicinarsi sempre di più, spesso dando vita ad una collisione. Lo scontro tra due galassie dà origine ad una fusione, con la nascita di una nuova galassia di dimensioni maggiori. Potrebbe sembrare un evento disastroso, ma in realtà le galassie sono composte per la maggior parte di gas, quindi è davvero raro che le stelle al loro interno si scontrino.
Dunque, una fusione galattica non comporta – se non in rari casi – la distruzione di stelle. Anzi, sembra essere una vera e propria fucina stellare: a rivelarcelo è un nuovo studio condotto dai ricercatori della Penn University, grazie all’utilizzo del telescopio spaziale Hubble della NASA. Gli scienziati hanno individuato 12 galassie con lunghe code di marea, formazioni composte da gas, polvere e giovani stelle che si creano proprio da collisioni galattiche. All’interno di queste code, sono stati trovati ben 425 ammassi stellari, ciascuno dei quali contenente fino a 1 milione di stelle appena nate.
La nuova teoria sulla formazione stellare
“Quando le galassie si fondono, le nubi di gas si scontrano e collassano, creando un ambiente ad alta pressione in cui potrebbero formarsi le stelle. L’interno di queste fusioni è stato ben studiato, ma si sapeva meno sulla possibile formazione stellare nei detriti risultanti da queste fusioni, come nelle code di marea”- ha affermato Jane Charlton, professoressa di Astronomia e Astrofisica alla Penn University, nonché autrice dello studio pubblicato su Monthly Notice of the Royal Astronomical Society. Questa nuova teoria cambia tutto quello che sapevamo.
Due galassie interagenti presentano spesso delle code di marea, dei filamenti di gas e polvere provocati dalle potenti forze gravitazionali in gioco. Un esempio particolarmente conosciuto è quello delle Galassie Topo, così chiamate proprio per via delle loro lunghe code che le fanno sembrare dei roditori. Analizzando i dati d’archivio di Hubble e le osservazioni in ultravioletto dei telescopi a bordo del Galaxy Evolution Explorer e del Neil Gehrels Swift Observatory, gli scienziati hanno potuto calcolare il tasso di formazione stellare e l’età delle stelle nelle code di marea delle 12 galassie studiate.
La scoperta è interessante: le stelle sono molto giovani, hanno solo 10 milioni di anni. E si formano alla stessa velocità lungo tutte le code che si estendono per migliaia di anni luce. “È sorprendente vedere molti corpi celesti giovani nelle code. Ci dice molto sull’efficienza della formazione stellare dei cluster. Le code di marea creano nuove generazioni di stelle che altrimenti non sarebbero mai esistite” – ha dichiarato Michael Rodruck, direttore del Keeble Observatory in Virginia e coautore dello studio.