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WhatsApp: l'ultima novità è inutile

WhatsApp scopre l'acqua calda e, dopo un anno di polemiche sulla privacy degli utenti, potrebbe lanciare una non novità per la privacy degli utenti

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Il 2021 è iniziato con l’enorme polemica sulla nuova privacy policy di WhatsApp, che ha causato una pioggia di critiche sul gruppo Facebook (nel frattempo diventato Meta), e si sta chiudendo con la notizia che, in un futuro aggiornamento di WhatsApp, potrebbe arrivare la novità più inutile di sempre.

A darne notizia è l’ormai noto sito WABetaInfo, che proprio nel corso del 2021 si è trasformato da fonte affidabile, precisa e sempre attendibile sulle novità in arrivo sull’app di chat più usata al mondo, in una sorta di ufficio stampa distaccato di WhatsApp, il cui scopo principale è mettere in luce tutto ciò che il team di sviluppatori dell’app sta facendo per migliorare la privacy e la sicurezza delle conversazioni degli utenti. Anche quando, come in questo caso, il team di sviluppo non sta facendo assolutamente niente di nuovo, quindi niente di realmente utile.

WhatsApp: la novità più inutile del 2021

Ma veniamo al dunque, alla (non) novità: secondo WABetaInfo in una futura versione di WhatsApp arriveranno gli “indicatori di crittografia end-to-end“. Di che si tratta?

Di semplicissime scritte, nelle sezioni Chiamate e Stato, che ci comunicano che “Le tue chiamate personali sono crittografate end-to-end” e che “Il tuo Stato è crittografato end-to-end“.

Si tratta di una novità? Assolutamente no perché, come ormai sanno tutti, l’intero flusso della comunicazione all’interno di WhatsApp (chat, foto e video, stati, link, allegati, chiamate e videochiamate) è criptato con la crittografia end-to-end.

E questo non certo da oggi, ma dal 5 aprile 2016. A che giova, quindi, ribadirlo? Domanda più che lecita, visto che altre app di messaggistica, in primis Messenger e Instagram Direct dello stesso gruppo Facebook/Meta, non hanno ancora una crittografia così robusta e così completa.

Come funziona la crittografia end-to-end

WhatsApp è una delle poche app di messaggistica istantanea che usa la crittografia end-to-end su tutte le chat, tutte le chiamate e tutte le videochiamate.

Questo tipo di crittografia prevede l’uso di due coppie di chiavi crittografiche, una pubblica e l’altra privata, senza le quali è impossibile decifrare i dati. Le chiavi private, che sono quelle che realmente garantiscono la sicurezza dei messaggi, sono conservate sul telefono e non escono mai dallo smartphone.

Per questo motivo, come sarà capitato a tutti, WhatsApp spesso avverte l’utente che “Il tuo codice di sicurezza è cambiato“: vuol dire che l’utente con cui stiamo chattando ha aggiornato o reinstallato l’app, associato l’app ad un altro dispositivo (tramite WhatsApp multi dispositivo) o cambiato telefono e, di conseguenza, è stata aggiornata la chiave.

Nessuno, neanche WhatsApp stessa, può decifrare le chat tra due utenti perché le chiavi private non vengono salvate sui server, ma sui telefoni. Chi riesce a intercettare la comunicazione, quindi, non può leggerla perché non può decifrarla: vedrà solo un flusso di dati incomprensibili.