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Allarme clima: "melma tossica" potrebbe riemergere dalle viscere della Terra

Come è accaduto nel tardo Permiano, ultima fase del Paleozoico, una melma tossica minaccia di compromettere la salute del pianeta

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Il riscaldamento globale è un problema sempre più dibattuto, ma non è la prima volta che mette a rischio la salute del nostro pianeta. Alla fine del Permiano, l’ultima delle fasi del Paleozoico e collocabile circa 250 milioni di anni fa, questo cambiamento climatico ha favorito la crescita di microbi che hanno composto poi una melma tossica responsabile dell’estinzione di massa sulla Terra.

Può succedere di nuovo visto che l’argomento è di stretta attualità? A indagare ci hanno pensato tre esperti: Chris Mays, professore di Paleontologia presso l’Università di Cork in Irlanda, Vivi Vajda, geologa del Museo Svedese di Storia Naturale, e Stephen McLoughlin, curatore delle collezioni di fossili paleozoici presso lo stesso museo.

Per l’occasione si sono concentrati sull’Australia, più precisamente su una località a un’ora di macchina da Sydney. La ricerca ha riguardato una serie di rocce che si sperava contenessero indizi preziosi su quello che viene considerato uno dei capitoli più oscuri della storia del nostro pianeta, spesso spiegato con l’azione violenta dei vulcani. Circa 250 milioni di anni fa, le condizioni della Terra erano a dir poco deprimenti. Incendi e siccità erano all’ordine del giorno, gli oceani registravano temperature opprimenti e soffocanti, dunque furono davvero poche le creature in grado di sopravvivere. L’estinzione riguardò il 70% delle specie terrestri e l’80% di quelle acquatiche.

Alghe e batteri pericolosi

Gran parte delle tracce di quanto accaduto si possono scovare proprio in Australia e i tre esperti hanno analizzato con attenzione uno sperone di carbone all’interno di una parete rocciosa. I campioni sono stati poi messi a confronto con altri raccolti in zone diverse e si è capito che nei primi erano presenti spore di piante e polline, ma anche alghe e batteri microbici. Proprio le spore rappresentano il segnale della deforestazione in atto in quel periodo, con le alghe e i batteri che hanno finito per proliferare fino a infestare gli ecosistemi con una melma tossica. Il riscaldamento globale attuale sta persino cambiando la forma di determinati animali, dunque ci si è chiesti se le condizioni attuali siano simili a quelle del Paleozoico.

Il nutrimento dei microbi

Il problema non va in alcun modo sottovalutato. Gli “ingredienti” della melma tossica che ha già messo a dura prova il nostro pianeta sono ancora in agguato: si sta parlando delle concentrazioni di anidride carbonica, delle temperature fin troppo elevate e della già citata deforestazione. Nel Permiano, infatti, l’assenza di alberi e l’inaridimento dei suoli hanno fornito il nutrimento necessario ai microbi acquatici che avevano bisogno proprio di questo per moltiplicarsi.

Lo scrittore Terry Pratchett è stato molto chiaro qualche anno fa da questo punto di vista. Come ha avuto modo di sottolineare, gli eventi come quello di 250 milioni di anni fa tendono a ripetersi, tanto da essere definiti “rivoluzioni”. La maggior parte delle estinzioni di massa del passato è stata collegata al riscaldamento repentino e sostenuto provocato dall’anidride carbonica, di conseguenza non ci si dovrebbe stupire se la melma tossica si ripresentasse in occasione di episodi futuri. Le responsabilità del riscaldamento globale vengono ricercate in qualsiasi cosa, persino nell’estrazione dei Bitcoin, di certo la situazione attuale non sembra più sostenibile nel medio-breve termine.

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