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Allarme tornado in Italia: le regioni ad alto rischio

I tornado rappresentano un pericolo reale per diverse zone del nostro paese, sono più comuni di quello che si è abituati a pensare

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Allarme tornado in Italia Fonte foto: 123RF

La natura sa come stupire ogni volta, ma anche spaventare. Ci sono fenomeni atmosferici che sembrano lontanissimi e impossibili per il nostro paese, in realtà non si può mai stare tranquilli. I tornado sono l’esempio perfetto di tutto questo. Sbaglia di grosso chi pensa che siano qualcosa di limitato agli Stati Uniti o altre nazioni vicine, l’allarme riguarda l’Italia e non è un’esagerazione.

A dire il vero, l’Europa nel suo complesso è sempre stata soggetta e a rischio, come dimostrato dal “sarcofago” di Chernobyl costruito per resistere proprio ai tornado più forti. Uno studio pubblicato all’interno della rivista “Atmospheric Research” e curato dai ricercatori del CNR ha messo in luce le regioni che dovrebbero prestare maggiore attenzione da questo punto di vista.

Il Lazio viene considerato una delle zone più in pericolo in caso di tornado, a causa soprattutto delle temperature calde registrate in questo periodo, ma anche nelle altre stagioni. Volendo essere ancora più precisi, è l’area tirrenica che desta maggiori preoccupazioni, sempre per via del suo clima che favorisce la formazione dei violenti vortici d’aria. I cambiamenti climatici, di cui si parla sempre più spesso e che stanno rendendo più estremi i vari mesi dell’anno, hanno una responsabilità anche in questo caso. In particolare, le temperature più calde dei mari hanno un ruolo non secondario ma sono purtroppo in buona compagnia.

Le regioni italiane in allerta

Tra le condizioni che favoriscono la formazione dei tornado nel Tirreno, bisogna ricordare anche l’area di bassa pressione che riguarda la parte Nord-Ovest del nostro paese. I dati non mentono da questo punto di vista: dal 1990 fino allo scorso anno, infatti, i tornado forti e intensi in Italia sono stati più di 400 (445 per la precisione). Questo studio del CNR ha consentito di accendere i riflettori sulle regioni che sono fin troppo esposte al fenomeno atmosferico. Oltre al Lazio, va tenuto in considerazione anche il Sud Italia, ma non solo.

Le misurazioni degli esperti

Calabria e Puglia sono tra le zone in cima alla lista dei rischi legai ai tornado, per non parlare della Pianura Padana che è già alle prese con la siccità in queste ultime settimane. In particolare, le regioni in cui si registrano più fenomeni di questo tipo vengono chiamate in gergo “hot-spot” e vanno monitorate prendendo spunto dalle analisi che sono state condotte dal Consiglio Nazionale delle Ricerche. Sono state effettuate diverse misure, i cosiddetti radiosondaggi, senza dimenticare i modelli a grande scala che servono a individuare le condizioni atmosferiche più pericolose.

I tornado sono capaci di distruggere tutto quello che trovano sul loro percorso: nei casi peggiori riescono persino a raggiungere i 500 chilometri orari di velocità e per misurarne l’intensità si utilizzano dei valori molto particolari. Si sta parlando della Scala Fujita che va dal valore più basso (zero) per identificare un fenomeno atmosferico debole e non rischioso, fino al livello maggiore (cinque) che identifica un tornado di tipo catastrofico. Dalle nostre parti si è abituati a vedere più spesso queste situazioni nei film, ma dopo lo studio scientifico del CNR si dovrebbe cominciare a valutare come organizzarsi in caso di “imbuti ventosi” all’orizzonte.

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