Dove l’acqua del mare sarà più calda quest’anno: la mappa
Come rilevato da Greenpeace con il suo progetto che dura ormai dal 2019, le temperature del nostro mare sono elevate in maniera preoccupante
In spiaggia non mancano mai i bagnanti che affrontano con grande cautela e preoccupazione il bagno in mare, temendo che la temperatura sia eccessivamente fredda. In realtà il mare caldo è il vero problema, come testimoniato dal secondo rapporto annuale del progetto “Greenpeace Rainbow Warrior”. La nave dell’associazione ambientalista, la quale è ormeggiata a Trieste, ha misurato con attenzione diverse acque.
Si sta parlando di 535mila misurazioni che hanno coinvolto l’università di Genova e il suo dipartimento di scienze della Terra. I numeri sono inequivocabili: i mari si stanno riscaldando progressivamente in profondità, un cambiamento che non può lasciare indifferenti. Il nostro paese non se la passa bene, come confermato dal nuovo colore assunto dal mare delle Eolie, cosa è stato rilevato invece da Greenpeace?
Il mare caldo è alla base di una vera e propria rivoluzione, in negativo, della biodiversità marina. In pratica stanno sparendo tante specie, nello specifico quelle più sensibili all’aumento delle temperature, mentre altre si stanno adattando meglio ma sono considerate “aliene” e quindi nocive. L’associazione ambientalista si è concentrata, in particolare, sulle acque dell’Isola d’Elba e quelle di Portofino. Il confronto tra le misurazioni del 2020 e quelle del 2021 ha messo in evidenza anomalie e vere e proprie ondate di calore.
Un valore medio preoccupante
Volendo essere ancora più precisi, nel giro di pochi giorni le temperature sono state più alte di 1,5 gradi rispetto a quello che dovrebbe essere il loro valore medio per quel che riguarda il riferimento mensile. Come se non bastasse, questo innalzamento è durato la bellezza di tre settimane. Il mare caldo è stato inoltre rilevato fino a 40 metri di profondità. I mari di tutto il mondo stanno facendo parlare di loro da qualche tempo per notizie particolari, come ad esempio le riserve di zucchero scoperte in fondo all’oceano. Il calore eccessivo di Portofino e dell’Elba è lo stesso che è stato notato in altri paesi europei, in primis Francia e Spagna (proprio nello stesso periodo).
I rischi per i coralli
Questo vuol dire che nessuna specie acquatica può definirsi al sicuro. Una di quelle maggiormente a rischio è la gorgonia, invertebrato bentonico dalla struttura ramificata e piatta, ricoperta da tessuti molli. Si tratta di un vero e proprio simbolo per quel che riguarda il Mediterraneo e soprattutto per i coralli di questo mare. In Australia sono gli stessi coralli che si stanno sbiancando in modo preoccupante, mentre dalle nostre parti c’è preoccupazione per la mortalità eccessiva delle colonie. Il progetto “mare caldo” non può dunque fermarsi.
Il suo debutto risale al 2019, quando ci fu l’installazione di una stazione pilota da sfruttare per la misurazione delle temperature delle acque fino a 40 metri di profondità. Questo esordio è avvenuto nel mare dell’Isola d’Elba, con un’adesione progressiva di sempre più aree marine protette. Oltre a quelle già citate, si possono ricordare Plemmirio (Sicilia), Capo Carbonara e Tavolara-Punta Coda Cavallo (Sardegna), Miramare (Friuli), Torre Guaceto (Puglia), Ventotene e Santo Stefano (Lazio). Le misurazioni continueranno con grande dedizione, l’obiettivo è quella di non darla vinta al mare caldo per alcun motivo al mondo.