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SCIENZA

Perché in Indonesia è scattato l'allarme tsunami: cosa sta succedendo

Il vulcano Ruang, sul lato settentrionale dell'isola di Sulawesi in Indonesia, è in piena fase eruttiva. Mentre continuano le evacuazioni le autorità hanno anche lanciato l'allerta tsunami: ecco perché

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Una catastrofe naturale sta preoccupando il governo indonesiano: tra il 16 e il 17 aprile, infatti, il vulcano Ruang ha iniziato una fase eruttiva esplosiva e preoccupante, che rischia di generare una serie di disastrosi effetti a catena, fra cui uno tsunami. Dal punto di vista prettamente scientifico e più squisitamente geologico, questi fenomeni sono tutto fuorché una sorpresa: questo vulcano, infatti, si trova in un arcipelago che ha oltre 120 vulcani attivi.

Non solo: Ruang, nello specifico, è collocato lungo la cosiddetta Cintura di fuoco, un’area caratterizzata da un’elevatissima presenza di zone sismiche, per lo più adagiata su una serie di placche tettoniche. Dal punto di vista umano, però, la situazione è grave perché mette in gioco e in discussione la vita e la sicurezza di centinaia di persone, che pur essendo consapevoli della presenza del vulcano si sono comunque trovate costrette ad allontanarsi nel più breve tempo possibile.

Cosa sta succedendo in Indonesia?

Nonostante l’enorme preparazione del governo indonesiano e degli abitanti delle isole, il quadro complessivo resta comunque drammatico. Nel giro di pochissimi giorni sono state registrate più di 5 eruzioni pericolose. I momenti di pausa tra l’una e l’altra sono, purtroppo, stati riempiti da colate di lava ad elevata viscosità. Proprio la viscosità della lava provoca una discesa molto più lenta lungo il fianco già ripido del vulcano e contribuisce all’innalzamento di colonne di fumo che sono arrivate fino a 3 chilometri d’altezza.

Al momento non ci sono vittime, ma viste tutte queste caratteristiche l’agenzia vulcanologica del Paese, il Center for Volcanology and Geological Disaster Mitigation,  ha portato l’allerta al livello più alto, segnalando anche il consistente rischio tsunami.

Perché l’allerta tsunami?

Ma perché l’eruzione di un vulcano dovrebbe portare a uno tsunami? Non tutti sanno che questi fenomeni sono in realtà strettamente connessi, specie se l’eruzione interessa un vulcano su un’isola come Ruang. Lo tsunami può essere scatenato da diversi fenomeni. Per esempio, il movimento di magma all’interno del vulcano può indebolire la struttura del suo fianco, e se il fianco crolla improvvisamente nell’oceano può generare una devastante onda anomala.

Può anche accadere per via della caduta dei detriti: cenere, rocce e lava, entrando a contatto con l’acqua, non solo possono innalzarne il livello ma possono anche innescare dei processi gassosi che contribuiscono a generare onde di pressione in grado di propagarsi attraverso l’acqua e di trasformarsi in uno tsunami. C’è da aggiungere, per altro, che oltre a queste considerazioni scientifiche e naturali, ci sono dei precedenti degni di nota.

Infatti, già nel 1871 il collasso in mare di una parte dell’isola di Ruang aveva contribuito a sollevare una serie di onde anomale alte fino a 25 metri, che riversandosi sugli insediamenti costieri causarono enormi danni (il villaggio di Bahhuas, per esempio, fu distrutto) e diversi morti. Non solo: a settembre del 2018 un’eruzione sottomarina provocò il crollo parziale del vulcano Ruang, innescando uno tsunami che ha ucciso oltre 400 persone.

Evacuazione e no fly zone

Visto l’enorme livello di pericolo, dall’inizio delle eruzioni e fino ad adesso il governo indonesiano ha evacuato non solo tutti i residenti, ma anche tutti coloro che, trovandosi nelle isole o negli insediamenti più vicini, sono stati considerati a rischio. Al momento sono state portate in sicurezza oltre 2.500 persone, ma per essere certi che non ci siano rischi per nessuno il numero stimato di sfollati dovrebbe salire a circa 11.000.

Gran parte di queste persone, nello specifico, vivono sull’isola di Tagulandang, che si trova davvero vicinissima a Ruang e che in totale ha 20.000 abitanti. Frattanto è stato chiuso anche l’aeroporto indonesiano a Manado  e si sta pensando di istituire una no fly zone in quell’area, perché per il momento il propagarsi delle ceneri vulcaniche e il getto dei piroclasti potrebbe mettere a serio rischio qualsiasi volo.

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