Anguille giapponesi, la scoperta assurda: possono sfuggire dallo stomaco dei predatori attraverso le branchie
L'anguilla giapponese non ha rivali in quanto a tecniche di sopravvivenza: un nuovo studio ha scoperto che può fuggire dallo stomaco del proprio predatore.
Sì, avete capito bene. Un nuovo studio pubblicato sulla rivista Current Biology spiega che le anguille giapponesi sono in grado di sfuggire ai predatori in modo del tutto peculiare: quando vengono ingerite, aspettano il momento propizio per risalire il tratto digerente del predatore e liberarsi da esso mediante le sue branchie. Film dell’orrore? No, solo questione di sopravvivenza.
L’assurda scoperta sulle anguille giapponesi
L’anguilla giapponese o Anguilla japonica è un pesce osseo marino e d’acqua dolce della famiglia Anguillidae, ben noto in Giappone e Corea dove, tra l’altro, è una prelibatezza nella cucina locale (e anche per tale consumo e per il traffico illegale, considerata a rischio di estinzione).
Questo particolare pesce è stato al centro dello studio How Japanese eels escape from the stomach of a predatory fish pubblicato sulla rivista Current Biology che spiega, letteralmente, come fa a fuggire dallo stomaco di un predatore. “La predazione modella la diversità nelle tattiche difensive delle prede. Una tattica difensiva specializzata è quella di sfuggire al sistema digerente del predatore dopo la cattura”, si legge nel riassunto della ricerca che prosegue poi specificando come ancora nessuno studio avesse “scoperto i modelli comportamentali e le vie di fuga della preda all’interno del tratto digerente di un predatore”.
Nel caso specifico il team guidato da Yuuki Kawabata e Yuha Hasegawa dell’Università di Nagasaki ha individuato e descritto la peculiare tattica di fuga sviluppata dall’anguilla giapponese per sfuggire all’Odontobutis obscura. Mediante un sistema video a raggi X, hanno osservato che “tutte le anguille catturate avevano almeno una porzione del loro corpo inghiottita nello stomaco del predatore” ma che “sorprendentemente, dopo essere stati ingoiati, la maggior parte degli individui ha tentato di scappare risalendo il tratto digerente verso l’esofago e la branchia, e alcuni di loro sono riusciti a scappare attraverso la branchia del predatore”.
“Alcune anguille, i cui corpi erano completamente all’interno dello stomaco, hanno mostrato un comportamento circolare lungo lo stomaco, apparentemente alla ricerca di possibili vie di fuga. Un esperimento di elettroanestesia ha rivelato che le anguille utilizzano varie vie di fuga attraverso le fessure branchiali, anziché solo una”, prosegue lo studio.
La particolare tecnica di fuga delle anguille giapponesi
Un totale di 56 secondi in media per liberarsi. “Pensavamo che le A. japoniche risalissero tutto il tratto digerente fino a uscire dalla bocca, è stato sorprendente vederle comparire dalle branchie”, ha affermato Kawabata.
Com’è ovvio, ci è voluto del tempo per raccogliere questi dati e molte osservazioni. Il team si è concentrato su un campione di 104 anguille giapponesi, mettendone una per volta in una vasca che conteneva anche un pesce dormiente (l’Odontobutis obscura di cui sopra). Iniettando a ciascuna anguilla del solfato di bario, gli scienziati hanno potuto osservarne i movimenti all’interno del predatore mediante un sistema video a raggi X.
Non tutte le anguille hanno avuto successo ma la maggior parte di esse dopo aver mostrato chiari segnali di “tensione”, girando in circolo fino a trovare una via di fuga, sono uscite vive dal pesce che le aveva catturate. La scoperta è una novità: “A questo punto, l’anguilla giapponese è l’unica specie di pesce in grado di sfuggire al tratto digerente del pesce predatore dopo essere stata catturata”, ha affermato Kawabata. “Prima di catturare il primo filmato a raggi X, non avremmo mai immaginato che le anguille potessero sfuggire dallo stomaco di un pesce predatore”, ha affermato Hasegawa.