Un'antica lettera ci è arrivata dal passato: cosa sappiamo sui misteriosi versi di Virgilio
Alcuni versi delle Georgiche di Virgilio sono stati notati alla base di un'antica anfora durante gli scavi condotti dagli archeologi in Spagna
Autore di versi immortali e leggendaria “guida” di Dante Alighieri nella Divina Commedia. Publio Virgilio Marone è di sicuro una delle figure più influenti e conosciute della letteratura latina e le ultime notizie che lo riguardano sono destinate ad accrescerne la notorietà. Per quale motivo? Il “merito” è di un’anfora che alcuni archeologi hanno scoperto in Spagna.
Si tratta di un reperto individuato nelle vicinanze di Cordova, più precisamente nel sito di Noguera, in Catalogna. In realtà si conosce questo oggetto già da qualche anno, ma uno studio condotto dall’Università di Cambridge e pubblicato sulla rivista specializzata “Journal of Roman Archaeology” ha svelato verità sorprendenti in tal senso.
Virgilio e il ritrovamento senza precedenti
Gli scavi sono stati condotti da archeologi spagnoli, ma alla ricerca hanno partecipato esperti anche di altre nazionalità. Alla base dell’anfora sono stati individuati con certezza i primi versi di uno dei poemi più noti di Virgilio, “Le Georgiche”. Si tratta dell’opera del poeta mantovano dedicata al lavoro nei campi, all’allevamento del bestiame e all’apicoltura. Secondo quanto riferito dagli archeologi, è un ritrovamento che non ha precedenti e di cui ci si ricorderà a lungo anche in futuro. Per la prima volta, infatti, sono state scoperte delle poesie incise dai vasai dell’antica Roma, maggiormente abituati a trascrivere nomi e luoghi.
Ma quali parole delle Georgiche di Virgilio sono state notate alla base dell’anfora ritrovata in Spagna? Il vasaio che ha modellato l’oggetto, ha deciso di incidere cinque righe, ognuna con due o al massimo tre parole. In base a quanto ricostruito dai ricercatori, la scrittura sarebbe avvenuta durante l’assemblaggio, con il vaso stesso che stava asciugando dopo essere stato posizionato capovolto. A dire il vero si tratta di un unico frammento, la cui lunghezza non supera gli 8 centimetri. Sono stati forniti altri dettagli in merito agli scavi di Cordova che aiutano a ricostruire la vicenda storica con maggiore precisione.
La grande popolarità di Virgilio
Il frammento di anfora dovrebbe essere stato lavorato all’interno di un’abitazione appartenuta a una famiglia agiata, quella senatoria dei Fabli. Per quel che riguarda la datazione, invece, il reperto dovrebbe essere stato realizzato tra il II e il III secolo dopo la nascita di Cristo. Sembra, poi, che l’anfora stessa non servisse come decorazione di una casa. Anzi, gli archeologi sono convinti che un adulto abbia richiesto l’oggetto e poi l’incisione per insegnare al figlio a leggere. D’altronde Virgilio era popolarissimo in quel periodo storico e non poteva certo mancare qualcosa che lo ricordasse nell’abitazione di un uomo importante come il committente.
Ma perché proprio le Georgiche e non un poema più “intrigante” per un bambino come l’Eneide? Come già spiegato, l’opera di Virgilio parla essenzialmente di agricoltura e l’area degli scavi era ed è ancora rurale. Per questo motivo, gli insegnamenti pedagogici dell’epoca non potevano non partire da questa materia che doveva essere approfondita fin dalla tenera età. C’è comunque da rilevare che i versi incisi presentano qualche differenza rispetto alla versione originale, probabilmente perché il committente li scrisse a memoria, semplificando in poche parole quella che in realtà era una strofa un po’ più lunga.