L'iceberg più grande del mondo si è arenato e lo stanno studiando per un motivo preciso
Arenato l'iceberg più grande del mondo e, se prima era una minaccia per la fauna vicina, ora potrebbe fornire una grande quantità di cibo sciogliendosi

L’iceberg più grande del mondo, un’imponente massa di ghiaccio nota come A23a, si è arenato a circa 70 km da un’isola remota dell’Antartide, dando origine a un misterioso fenomeno che ha suscitato l’interesse degli scienziati.
L’iceberg più grande del mondo si è arenato
A23a, l’iceberg più grande del mondo, che misura circa 3.300 km² e pesa quasi un trilione di tonnellate, nel 2020 ha intrapreso un lungo viaggio dal continente antartico verso l’isola britannica della Georgia del Sud, destando preoccupazioni riguardo al rischio di collisione con l’isola stessa, o per un possibile arenamento in acque più basse nelle sue vicinanze. Se ciò fosse accaduto, avrebbe potuto compromettere gravemente la capacità di pinguini e foche di nutrire i loro cuccioli, costringendo gli animali a percorrere distanze molto più lunghe per trovare cibo.
Il destino di A23a, tuttavia, sembra non essere ancora scritto. Dal 1° marzo, l’iceberg si trova fermo a circa 73 km dalla Georgia del Sud, ma non è chiaro se resterà intrappolato per sempre. Andrew Meijers, oceanografo del British Antarctic Survey (BAS), ha osservato il blocco di ghiaccio attraverso i satelliti sin dal 2023, sostenendo che se A23a dovesse rimanere arenato, non avrebbe un impatto significativo sulla fauna locale. Infatti, nel corso degli anni, molti iceberg che hanno intrapreso rotte simili attraverso l’Oceano Australe si sono frantumati, disperdendosi e sciogliendosi. Ad ogni modo, la situazione potrebbe evolversi in modo sorprendente.
Ora che la minaccia di danneggiare l’ecosistema locale sembra scongiurata, c’è un aspetto positivo legato al blocco dell’iceberg: la sua presenza potrebbe favorire la disponibilità di nutrienti. Il movimento delle acque causato dall’arenamento, unito allo scioglimento dell’iceberg, potrebbero rilasciare sostanze nutritive che arricchiscono l’ambiente circostante, incrementando risorse e cibo per pinguini, foche e altre specie marine. Tale fenomeno, sebbene difficile da prevedere con certezza, potrebbe portare a un piccolo miracolo ecologico per la fauna locale, che include circa 5 milioni di foche e 65 milioni di uccelli marini, appartenenti a circa 30 specie diverse.
Ghiacciai e riscaldamento globale
L’isola della Georgia del Sud, insieme alle isole Sandwich meridionali, rappresenta una delle ultime oasi vitali per numerose specie di animali marini, ma non è immune alle difficoltà. Già nei mesi precedenti, la popolazione di foche e pinguini ha subito le conseguenze di un’epidemia d’influenza aviaria, con un impatto devastante sulle giovani generazioni. Tuttavia, la presenza dell’iceberg potrebbe anche contribuire a mitigare gli effetti negativi causati da eventi climatici estremi che hanno minacciato queste popolazioni.
Nonostante la preoccupazione iniziale per la possibilità che l’iceberg intralciasse le rotte migratorie degli animali, al momento A23a non rappresenta una minaccia per la navigazione commerciale, poiché la sua dimensione colossale rende facile per le navi evitarlo. Però, se l’iceberg dovesse frantumarsi in pezzi più piccoli, potrebbero sorgere rischi per le imbarcazioni che operano nella zona.
A23a non è un caso isolato. Nel corso degli ultimi cinque anni, sono stati osservati altri iceberg di simili proporzioni, ma ogni evento di questo tipo costituisce un’ulteriore conferma di come la calotta antartica continui a cambiare. Dal 2000, infatti, le piattaforme di ghiaccio hanno perso circa 6.000 miliardi di tonnellate di massa, un fenomeno che sta accelerando in risposta ai cambiamenti climatici globali.
Le proiezioni scientifiche suggeriscono che un aumento della temperatura globale di 1,5-2,0 gradi Celsius potrebbe portare al disgelo di una quantità di acqua sufficiente a sollevare il livello del mare di oltre 12 metri, un cambiamento catastrofico che minaccerebbe le zone costiere di tutto il pianeta.
Sebbene la ricerca sui ghiacciai possa sembrare un ambito lontano dai problemi quotidiani, il futuro dell’Antartide è strettamente legato alla nostra capacità di contrastare il riscaldamento globale.