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SCIENZA

"È l'anello mancante": una strana e rara scoperta è avvenuta nello Spazio

Sì, potrebbe essere una scoperta rivoluzionaria: a soli 6000 anni luce dal pianeta Terra potrebbe trovarsi un raro buco nero. E secondo gli scienziati, questo può cambiare tutto

Avvistato un nuovo buco nero: potrebbe essere rarissimo Fonte foto: NASA's Hubble

Da bravi appassionati del cosmo e delle stelle sappiamo perfettamente che sono ancora tanti (troppi?) i misteri che si celano nelle profondità dello spazio. Enigmi ed eventi inspiegabili si affollano sopra le nostre teste, diventando oggetto di dibattito fra gli scienziati. E, a dirla tutta, è proprio un nuovo dibattito ad accendere le recenti cronache astronomiche: pare, infatti, che sia stato avvistato un raro buco nero che parte della comunità scientifica definisce “anello mancante”.

Ebbene sì: stando a quanto scoperto dal telescopio spaziale Hubble, nel cuore di un ammasso stellare non troppo lontano dalla Via Lattea si troverebbe uno dei più intriganti (e al contempo spaventosi) corpi celesti dello spazio, per altro dotato di attributi e caratteristiche rimettono in discussione ciò che sappiamo sul nostro cielo.

La scoperta del buco nero

Il buco nero di cui tanto si parla si troverebbe a circa 6.000 anni luce di distanza da noi, ben celato dall’ammasso globulare Messier 4 (o anche solo M4). Questo insieme sferoidale di stelle, visibile anche a occhio nudo nella Costellazione dello Scorpione (basta cercare Antares e guardare poco più a ovest) ha la caratteristica di orbitare attorno a un nucleo centrale ed è proprio qui per questa ragione che è stata fatta la scoperta.

Analizzando il movimento dell’ammasso globulare e delle sue stelle, infatti, gli scienziati avrebbero scoperto che quel nucleo centrale sarebbe proprio il misterioso buco nero. Secondo gli scienziati che hanno usato Hubble per esplorare meglio l’intera sezione di cosmo, tutto corrisponde: la presenza di questo “nuovo” buco nero giustificherebbe le “azioni” di M4. Dov’è, dunque, la stranezza? Nella dimensione del buco nero, che sarebbe grande circa 800 volte rispetto alla massa del nostro Sole.

Buchi neri intermedi e studi in corso

A portare ipotizzare che quella su cui si sta dibattendo sarebbe una scoperta strana e rara è un team di ricercatori dello Space Telescope Science Institute, che, dati alla mano, ha ipotizzato che questo buco nero mai visto prima sia uno dei cosiddetti buchi neri intermedi. Questa categoria di buchi neri non rientra nelle dimensioni del buco nero standard ma non corrisponde neanche a quelle dello spaventoso buco nero supermassiccio, di conseguenza avrebbe delle regole anomale che, se studiate, potrebbero rivoluzionare lo studio del cielo.

Fino a ora, i precedenti avvistamenti di buchi neri intermedi sono sempre stati indiretti e inconcludenti. Questo avvistamento, invece, sembra essere promettente: si tratta di un corpo celeste relativamente vicino, che potrebbe permettere osservazioni e studi dettagliati. Questi studi, per altro, andrebbero ad aggiungersi alle ricerche attualmente in corso che un altro gruppo di scienziati (quelli del National Optical-Infrared Astronomy Research Laboratory) sta svolgendo su una serie di strani fenomeni che sembrano anch’essi segnalare la presenza di un buco nero intermedio.

L’anello mancante del cosmo

Secondo gli scienziati dello Space Telescope Science Institute (e non solo), il buco nero intermedio potrebbe essere l’anello mancante nella storia dell’evoluzione dell’Universo intero. Studiare un buco nero di queste dimensioni significherebbe essere in grado di avere un nuovo punto di vista su quelli che sono i corpi celesti più sfuggenti e sconcertanti dello spazio e, probabilmente, svelerebbe qualcosa di più anche sulla loro distribuzione e sulla loro posizione.

Più in generale, i buchi neri di massa intermedia potrebbero essere un “indizio” che suggerisce che questi corpi celesti possono nascere piccoli e diventare via via più grandi. Il vero mistero è come crescono, dato che non diventano avvistabili fino a quando non sono effettivamente attivi. Utilizzando Hubble e altri strumenti all’avanguardia, gli scienziati stanno ora più che mai scandagliando il cielo: si sa, la verità è la fuori.