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SCIENZA

Strani fenomeni nello spazio: forse c'è un buco nero mai visto in agguato

Delle strane "briciole di stelle" stanno ossessionando gli scienziati: questi resti cosmici potrebbero dimostrare l'esistenza di un buco nero mai visto, in agguato nelle profondità dello spazio

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È indiscutibile: quando si pensa agli elementi più misteriosi dello spazio la mente va immediatamente ai buchi neri, corpi celesti che sembrano non lasciare scampo a ciò che li circonda. Su di loro e intorno a loro ruota una fitta serie di ricerche e indagini, tutte finalizzate a comprenderne meglio il funzionamento, le dimensioni e la potenza. Eppure, ogni volta che i loro attributi e le loro caratteristiche sembrano più chiare, succede qualcosa che porta a nuove domande: di recente, per esempio, gli scienziati stanno discutendo di una tipologia di buco nero mai vista.

Ebbene sì, esisterebbe un tipo di buco nero che finora è stato soltanto ipotizzato. A suggerirlo sarebbero una serie di strani fenomeni nello spazio che sembrerebbero testimoniare delle curiose “abitudini alimentari” da parte di uno di questi corpi celesti: è come se facesse merenda con le stelle, ma senza inglobarle del tutto, lasciando dunque delle insolite “briciole” dietro di sé.

Strani fenomeni e scie luminose

Da qualche anno a questa parte diversi team di scienziati si sono cimentati nell’analisi e nel monitoraggio dei buchi neri. Partendo da quelli avvistati e dunque già conosciuti, hanno fissato alcuni parametri all’interno dei quali inquadrare questi oggetti celesti. Sono state fatte, ovviamente, anche delle specifiche osservazioni su tutto ciò che succede attorno al buco nero e fino ad adesso era chiara soltanto una cosa: qualsiasi oggetto si avvicinasse veniva istantaneamente risucchiato, scomparendo da tutti i radar.

Fino ad adesso, appunto, perché nell’ultimo anno una squadra di astronomi, astrofisici e fisici del National Optical-Infrared Astronomy Research Laboratory degli Stati Uniti ha svolto delle osservazioni che documentano una serie di strani fenomeni. Per la precisione, in alcune zone del cosmo, delle stelle subiscono alcuni passaggi prima di scomparire del tutto: è come se venissero mordicchiate e spizzicate, perdendo massa fino a quando non vengono “digerite”.

Durante ogni singola perdita di massa, le stelle emettono dei bagliori diversamente proporzionali: più diventano piccole, dunque, più i loro segnali luminosi diventano intensi. Questi segnali creano una sorta di firma che, secondo gli scienziati del National Optical-Infrared Astronomy Research Laboratory potrebbe portare all’autore di questi particolari “spuntini”: un buco nero inafferrabile di massa intermedia.

Il buco nero mai visto e il suo presunto comportamento

L’esistenza di questo tipo di buco nero, come abbiamo già accennato, è tutta da dimostrare. Molti astrofisici stanno cercando di ottenere delle prove inconfutabili, ma la strada è ancora in salita. Secondo gli studiosi del National Optical-Infrared Astronomy Research Laboratory a fornire dei dati preziosi sarebbe proprio linterazione tra i buchi neri e i loro ambienti. In generale, infatti, i buchi neri “classici” si comportano in maniera piuttosto prevedibile e organizzata.

Basandosi invece sugli atipici fenomeni rilevati durante le loro osservazioni, i buchi neri di massa intermedia potrebbero avere delle “abitudini alimentari” caotiche, disordinate, che almeno apparentemente non corrispondono ai parametri attualmente fissati. Banchetterebbero con le stelle in modo imprevedibile, assaggiandole e lasciandosi dietro delle “briciole” brillanti. Chiaramente non esiste un modo per svolgere un’osservazione diretta, quindi per provare la loro ipotesi gli studiosi hanno svolto delle simulazioni in laboratorio.

In effetti, tutto corrisponde: generando virtualmente un buco nero di massa intermedia e organizzando il moto delle stelle intorno al suo campo gravitazionale, il simulatore ha restituito una panoramica secondo la quale ogni volta che le stelle compiono un giro intorno al buco nero, quest’ultimo ne prende un piccolo pezzo. Il comportamento si ripete a oltranza finché non rimane solo il nucleo della stella che, ormai ridotta in granelli, viene inglobata.

Com’è fatto un buco nero inafferrabile?

Durante la simulazione, gli scienziati americani hanno anche cercato di spiegare meglio come sarebbe fatto un buco nero inafferrabile: la massa sarebbe compresa fra quella di un buco nero supermassiccio e quella di un normale buco nero (da qui la dicitura intermedia) Poi, si presume che sia il suo campo gravitazionale che la velocità di immissione/espulsione della materia sia più lenta rispetto al supermassiccio.

Infine, durante la simulazione, gli scienziati hanno scoperto che le stelle sarebbero in grado di completare fino a cinque orbite intorno a un simile buco nero, prima di scomparire. Nei prossimi anni i ricercatori cercheranno di seguire le scie lasciate dalle “briciole” per catturare un’immagine di questo presunto e inafferrabile buco nero, ma no, non sarà un’impresa facile.