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SCIENZA

Balene e rischio a causa del pericolo di collisione con le navi, il piano per salvarle

Balene a rischio per via del traffico marittimo, costretto a cambiare rotte anche a causa del cambiamento climatico. Ci sono delle soluzioni per salvare i cetacei

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Sempre più frequentemente numerosi cetacei vengono uccisi mentre nuotano nell’Oceano: si parla di balene a rischio a causa del traffico marittimo.

Che cosa ipotizzano di fare gli studiosi per porre fine alla strage? La soluzione potrebbe arrivare da un’azione mirata.

Balene a rischio: vanno a sbattere contro le navi

Le balene, maestosi giganti dei mari, si trovano sempre più spesso in pericolo a causa delle collisioni con le navi. Ogni anno, migliaia di cetacei vengono accidentalmente uccisi durante il loro spostamento attraverso gli oceani, un problema tanto vasto quanto poco documentato.

Secondo una recente ricerca pubblicata su Science, la soluzione a questa tragica situazione potrebbe trovarsi in un intervento mirato: basterebbe rendere più sicura appena il 2,6% della superficie oceanica per ridurre significativamente il rischio d’incidenti nei punti più critici.

Il gruppo di studio, guidato da esperti della British Antarctic Survey, ha condotto un’analisi globale senza precedenti, tracciando la distribuzione di quattro specie di balene altamente migratorie: balenottere azzurre, balenottere comuni, megattere e capodogli. Con un impressionante dataset che raccoglie oltre 435.000 avvistamenti registrati tra il 1960 e il 2020, e combinandolo con i dati di posizione di più di 175.000 navi, i ricercatori hanno mappato il rischio di collisioni su scala globale.

I risultati sono preoccupanti: il traffico marittimo copre il 91,5% dell’areale combinato delle specie studiate, sovrapponendosi alle rotte migratorie di queste creature. Inoltre, il team ha identificato delle hotspot di rischio, ovvero le aree dove la probabilità di collisione è più alta, che rappresentano appena l’1% della superficie marina ma sono distribuite lungo le coste continentali e in alcune zone di mare aperto, come gli Azores, per le balenottere azzurre e i capodogli.

La ricerca ha evidenziato un dato allarmante: la maggior parte di questi hotspot si trova nelle acque delle zone economiche esclusive (ZEE) dei vari Stati, sottolineando l’importanza di regolamentazioni nazionali per affrontare il problema. Tuttavia, ad oggi, meno del 7% degli hotspot beneficia di misure volontarie di protezione, come la riduzione della velocità delle navi o la deviazione delle rotte, e meno dell’1% è tutelato da regolamenti obbligatori.

Possibili soluzioni per salvare le balene

Le soluzioni al problema, tuttavia, esistono e potrebbero essere altamente efficaci. La riduzione della velocità delle imbarcazioni, ad esempio, è stata identificata come l’intervento più promettente per diminuire il rischio di collisioni. Ampliando le misure di gestione delle rotte a solo il 2,6% della superficie oceanica, si potrebbero coprire integralmente le zone più critiche, garantendo una protezione significativa per queste specie vulnerabili.

Oltre al traffico marittimo crescente, anche i cambiamenti climatici rappresentano una minaccia nascente. La progressiva riduzione dei ghiacci artici sta aprendo nuove rotte commerciali che potrebbero intensificare il rischio di collisioni nelle regioni settentrionali, proprio mentre alcune popolazioni di balene si spostano verso queste aree in cerca di cibo.

Tale situazione evidenzia l’urgenza di un’azione concertata a livello globale. Le balene non solo giocano un ruolo fondamentale negli ecosistemi marini, contribuendo a mantenere l’equilibrio delle catene alimentari, ma sono anche simboli della biodiversità del nostro pianeta. Creare spazi marini sicuri è un atto di conservazione e anche una responsabilità morale verso queste creature che hanno già subito le conseguenze devastanti della caccia industriale.

Le imprese marittime hanno ora l’opportunità di inserirsi in questa sfida, collaborando con governi e ambientalisti per integrare la tutela della fauna marina nelle proprie strategie ambientali. Investire nella sicurezza delle balene significa preservare una parte fondamentale della biodiversità oceanica e, al tempo stesso, riparare, almeno in parte, i danni inflitti dagli esseri umani negli ultimi secoli.

La ricerca, oltre a fornire una mappatura dettagliata delle aree a rischio, rappresenta un messaggio di speranza: con interventi relativamente circoscritti è possibile ottenere risultati concreti per la salvaguardia delle balene. L’azione è necessaria e, soprattutto, realizzabile. Resta da capire se il mondo saprà cogliere questa opportunità per garantire un futuro migliore ai giganti del mare.

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