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Allerta ciclone categoria 5: come si classificano gli uragani e quando sono pericolosi

I cicloni sono suddivisi in categorie, secondo una scala di pericolosità. Tutto dipende dai venti ed ecco il significato

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Il cambiamento climatico ha numerosi effetti sul nostro pianeta, compresi alcuni di cui non siamo ancora a conoscenza ma che, nel silenzio, sono in atto e mostreranno col tempo i risultati finali. Le incidenze sul meteo sono sotto gli occhi di tutti, da una parte all’altra del mondo.

Col tempo dovremo purtroppo abituarci a convivere anche in Europa con gravose allerte ciclone, dunque è il momento di capirci qualcosa in più. Il ciclone Beryl ha da poco cambiato categoria, il che ci offre l’attenuante perfetta per fare un po’ di chiarezza in merito.

Ciclone Beryl

Chiunque abbia pensato a luglio come mese ideale per visitare i Caraibi, o magari la Giamaica, così da tentare di evitare le masse di agosto, starà leggendo con apprensione le ultime notizie. Il ciclone Beryl si è infatti rafforzato al punto tale da essere ora classificato come di “categoria 5“. Che vuol dire? In due parole: potenzialmente catastrofico.

Lo ha affermato il Centro nazionale uragani (Nhc) degli Stati Uniti. I Caraibi sono ancora travolti da questo evento ma ben presto cederanno il testimone. Una notizia tutt’altro che positiva per la Giamaica, prossima tappa del tour estivo di questo ciclone che, stando alla categoria aggiornata, potrebbe provocare enormi disastri.

Le categorie degli uragani

Va da sé che un uragano sia raramente un evento con zero conseguenze. Se però esistono differenti categorie, un motivo ci sarà. Proviamo allora a capire esattamente a cosa corrispondano i numeri che vengono posti di fianco ai fantasiosi nomi assegnati a questi eventi atmosferici.

Le categorie degli uragani vanno da 1 a 5. Per calcolare l’intensità è stata creata la scala Saffir-Simpson. Sono i venti ad aiutare a generare una gerarchia di tali fenomeni, dal momento che la scala in sé si basa sulla potenza dei venti presenti nella perturbazione:

  • categoria 1: venti da 119 a 153 km/h, che possono produrre qualche danno a tetti, grondaie e tegole (a patto che la struttura degli edifici sia buona). Potrebbero rompersi degli alberi e le linee elettriche potrebbero interrompersi;
  • categoria 2: venti da 154 a 177 km/h, che sono estremamente pericolosi. I danni alle costruzioni riguardano anche le pareti esterne e gli alberi potrebbero cadere. Ci si può attendere anche un’interruzione del servizio elettrico per settimane;
  • categoria 3: venti da 178 a 208 km/h, che generano danni devastanti. Da questo livello si inizia a parlare di grandi uragani, in grado di sollevare tetti e far cadere molti alberi. Oltre alla potenziale interruzione del servizio elettrico, occorre spesso fare i conti con l’assenza di fornitura d’acqua;
  • categoria 4: venti da 209 a 251 km/h, con danni catastrofici. Le case possono perdere anche i muri esterni e alcune aree risultare isolate o allagate. La maggior parte delle aree colpite diventa inagibile per settimane, se non per mesi;
  • categoria 5: venti da 252 km/h a salire, con danni enormi per le abitazioni e rischi più alti per la popolazione. Apparteneva a questa categoria l’uragano Katrina, passato alla storia nel 2005 per la sua scia di distruzione e morte.

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