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Certificato Verde Digitale: come funziona il pass per i viaggi

Tra esperimenti locali e proposte europee ecco a che punto è il Green Pass per viaggiare e spostarsi in sicurezza ai tempi del Covid-19.

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Il Certificato Verde Digitale sarà il “Green Pass” per spostarsi tra Regioni in Italia e viaggiare in Europa. Non c’è ancora, ma iniziano ad esserci le prime linee guida (stilate dall’Europa) e alcuni esperimenti sono già in atto in Italia. Sarà ovviamente anche digitale e certificherà l’immunità dal Covid-19 del cittadino europeo, ottenuta tramite vaccinazione o guarigione dalla malattia.

Il certificato, per quello che è l’orientamento attuale del nostro Governo e di molti Governi europei, si potrà chiedere già dopo aver ricevuto la prima dose di vaccino e farà parte del fascicolo sanitario elettronico di chi lo chiede. In realtà i certificati saranno di due tipi: quello per i vaccinati, di durata semestrale, e quello rilasciato previo tampone, che durerà solo 48 ore e servirà soprattutto per i brevi viaggi di lavoro o per assistere ad eventi all’aperto come spettacoli artistici o partite di calcio allo stadio. Non è da escludere che venga richiesto il Green Pass anche per andare al ristorante o in altri locali pubblici. E’ chiaro, quindi, che il Certificato Verde Digitale potrà essere il nostro lasciapassare per i prossimi mesi.

Certificato Verde Digitale: le linee guida europee

Il 17 marzo 2021 la Commissione europea ha ufficializzato la sua proposta di Certificato Verde Digitale, dalla quale possiamo intuire come saranno i Green Pass nazionali, compreso quello italiano.

La UE vuole un certificato digitale con un QR e una firma digitale, per impedire la falsificazione. In Italia, quindi, è probabile che servirà lo SPID o la CIE per ottenere il pass (qui le informazioni su come fare lo SPID gratis).

Al momento del controllo del certificato, in occasione di un viaggio o di un evento che lo richiederà, verrà scansionato il QR e verificata la firma digitale per accertare che il certificato sia valido e appartenente a quella persona.

I certificati, quindi, avranno una firma digitale ed essa sarà generata dalla struttura che ha rilasciato il pass (ad esempio un ospedale, o un ambulatorio), e tutte le chiavi verranno conservate in una banca dati sicura nazionale.

A livello europeo, invece, la Commissione creerà un “gateway“, cioè un sistema di interscambio che permetterà di verificare le chiavi generate in ogni Paese anche in un altro Stato membro UE. Così un italiano potrà viaggiare in Francia o Germania, ad esempio, mostrando all’aeroporto il Green Pass italiano.

Tutto questo avrà bisogno di una robusta infrastruttura software e la Commissione europea aiuterà gli Stati membri a svilupparla affinché il sistema sia uniforme in tutta Europa.

Certificato Verde Digitale: la questione privacy

Chiaramente il Green Pass per il Covid-19 conterrà al suo interno dati sensibili e informazioni da proteggere, come nome e cognome, data di nascita, data di rilascio e, soprattutto, se il cittadino è stato vaccinato, ha solo eseguito un test o si è ammalato ed è guarito.

La Commissione Europea, per questo, chiede che i Paesi visitati dal cittadino straniero non mantengano copia di questi dati, ma registrino solo il numero del certificato mentre tutti i dati sanitari saranno conservati nello Stato membro che ha rilasciato il Green Pass.

Certificato Verde Digitale: quando arriva

In Italia sono già in corso i primi esperimenti di Certificato Verde Digitale, che non vanno però confusi con quello europeo di cui abbiamo parlato fino ad ora, né con quello nazionale che non è ancora arrivato.

La Provincia autonoma di Bolzano, ad esempio, sta realizzando un suo certificato locale che servirà ad entrare nei ristoranti o a partecipare agli eventi e sarà gestito tramite una app per smartphone.

In Lazio, invece, al completamento del ciclo di vaccinazione le autorità sanitarie regionali rilasciano un certificato e lo inseriscono direttamente nel fascicolo sanitario elettronico del vaccinato. Il certificato include i dati anagrafici, le date in cui è stato somministrato il vaccino e anche quale tipo di vaccino. Il pass si può scansionare tramite QR.

Per avere il passaporto vaccinale europeo, invece, bisognerà aspettare l’estate, quando la Commissione creerà una infrastruttura digitale per l’autenticazione dei certificati tra i diversi Stati membri e gli Stati membri adegueranno i propri Green Pass nazionali affinché possano dialogare con questo sistema.

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