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Che cosa è il disordine digitale e perché è pericoloso

Il disordine digitale è un fenomeno che nasce da una scarsa manutenzione dei device da parte dell’utente che accumula contenuti senza utilizzarli

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Che cosa è il disordine digitale e perché è pericoloso Fonte foto: Shutterstock

Il maggiore spazio di archiviazione degli attuali device ha portato a una vera e propria “pigrizia digitale”. Gli utenti non devono più preoccuparsi dei limiti di memoria e, quindi, accumulano informazioni (spesso inutili), installano applicazioni che non useranno, rimandano gli aggiornamenti perché tutto sembra funzionare bene. Ma non è così.

Il problema è che più si accumula, più gli utenti espongono i propri dispositivi (e se stessi) a minacce di sicurezza correndo il rischio che dati sensibili come, per esempio, le informazioni della carta di credito o le password usate per accedere ai servizi online cadano nelle mani sbagliate. Lo scopo della ricerca condotta da Kaspersky – che sintetizza i risultati in arrivo da vari studi – era di scoprire fino a che punto gli utenti stiano affogando nel disordine digitale. Così come una stanza pulita e ordinata porta una ventata di energia positiva nella propria vita, anche un computer o uno smartphone ordinato regalerà un’esperienza più piacevole, produttiva e, soprattutto, più sicura agli utenti.

Eccesso di informazioni

Il sondaggio globale online condotto da Kaspersky ha evidenziato che gli utenti sono abituati a salvare qualsiasi cosa. Nove persone intervistate su dieci (90%) dichiarano che i contenuti più salvati sui loro dispositivi sono le foto e i video, seguiti dalle e-mail personali (89%), dalle foto e video dei viaggi (89%), dalle contatti (84%) e dai messaggi personali (79%). La ricerca ha scoperto che il 62% degli utenti memorizza le password nei propri dispositivi, inclusi gli accessi automatici a siti web e alle applicazioni. Più della metà salva, inoltre, dati bancari e relativi ai pagamenti (62%) o scansioni dei propri passaporti, patenti di guida, certificati di assicurazione e di altri documenti sensibili (57%). Gli utenti intervistati dichiarano di controllare regolarmente il contenuto del proprio dispositivo e di eliminare quello che non ritengono necessario (55%), un terzo (32%) afferma di farlo ogni tanto, per esempio, quando lo spazio inizia a scarseggiare. Ma il dato più allarmante è che una utente su dieci (13%) dichiara di non cancellare mai niente.

Applicazioni e dispositivi

La rapida crescita dell’uso delle applicazioni ha contribuito in maniera significativa al disordine digitale degli utenti. Un esempio estrapolato dalla corposa ricerca è che, per esempio, gli utenti installano in genere 12 applicazioni Android al mese, ma ne eliminano solo 10, aggiungendone di fatto due ogni mese. Almeno il 30% delle applicazioni installate non viene mai utilizzato, ma il pericolo è che restano attive anche se l’utente non le usa. L’indagine ha evidenziato che gli utenti hanno in media 66 app sul proprio dispositivo Android ma, stando a un esperimento, si è scoperto che 54 di queste consumavano 22MB di traffico al giorno senza che l’utente le usasse (e se ne accorgesse). A tutto questo si aggiunge che il 65% degli intervistati dichiara di aggiornare i programmi non appena vengono rilasciati gli update, mentre il 24% lo fa solo se “costretto”. Un grave rischio visto che le app hanno accesso ai dati sensibili degli utenti: 96 applicazioni Android su 100 funzionano senza che l’utente le avvii e 83 su 100 hanno accesso a informazioni importanti come account, contatti, messaggi, chiamate, file memorizzati e molto altro ancora.

Smartphone e sicurezza

Il disordine digitale – lo ribadiamo – sta aumentando, così come stanno moltiplicandosi i problemi associati a questa sorta di “pigrizia”. Uno dei problemi principali di questo eccesso di contenuti è l’aumento degli annunci pubblicitari invadenti e non richiesti che spesso sfruttano vulnerabilità per accedere al dispositivo: un’esperienza considerata come un problema per gli utenti di smartphone (61%), tablet (47%) e computer (55%). Questa “noncuranza” degli utenti, in pratica, rende vulnerabili i dispositivi (e i dati sensibili che contengono) alle minacce per la sicurezza: oltre metà degli intervistati (56%) afferma di aver perso dati sui propri smartphone, oltre un terzo (39%) sui tablet e il 51% sui computer.

Qualche dritta da adottare subito

Frank Schwab, professore di psicologia dei mezzi di comunicazione dell’Università di Würzburg spiega che, poiché gli utenti non comprendono i rischi associati al disordine digitale, non investono tempo nella manutenzione del dispositivo e delle applicazioni. Non riescono a capire come funzionano le cyber minacce e, di conseguenza, non le ritengono un potenziale rischio. Il professor Schwab puntualizza che «questo vuol dire che investire del tempo nella pulizia dei nostri dispositivi non è psicologicamente importante per noi, dal momento che non avvertiamo le conseguenze di un eccessivo disordine di dati.»

Chi, invece, lo comprende o, si spera lo capisca presto, proponiamo qualche regole e consiglio su come fare ordine sul proprio telefono, tablet e computer:

  • Effettuate una verifica: assicuratevi di sapere che tipo di informazioni sono memorizzate e dove sul vostro dispositivo.
  • Pulite il vostro dispositivo: una volta che avete capito dove viene memorizzata ogni cosa, è facile eliminare i file e le app non utilizzate e inutili.
  • Aggiornate il software: effettuate aggiornamenti regolari non appena vengono rilasciate nuove versioni.
  • Utilizzate un software specifico: i programmi che vi aiutano a fare pulizia sui vari dispositivi non mancano. Effettuano la scansione di tutte le applicazioni installate sul vostro dispositivo e vi segnalano quelle che rappresentano un potenziale rischio o vengono usate di rado, quelle che rallento il dispositivo e quelle che lavorano in background, quelle che visualizzano banner e pubblicità. E, una volta installato un programma di questo tipo, usatelo e tenetelo aggiornato.
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