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Sos crisi idrica, la città che rischia di rimanere senza acqua da gennaio

Da gennaio 2025 Palermo potrebbe diventare una città senza acqua, con vari razionamenti nei suoi quartieri, a causa dell'allarme siccità che colpisce la Sicilia

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Città senza acqua dall’inizio del nuovo anno? Si tratta di Palermo, alle prese con un preoccupante stato di siccità.

Il razionamento idrico potrebbe scattare se non miglioreranno rapidamente alcuni fattori, tra i quali le condizioni meteo.

Perché Palermo potrebbe diventare una città senza acqua

La città di Palermo si trova ad affrontare una crisi idrica senza precedenti che rischia di lasciare i rubinetti a secco già all’inizio del 2025. Le riserve idriche dei quattro principali bacini che alimentano la città potrebbero esaurirsi entro la fine del prossimo mese di gennaio se le condizioni meteorologiche non miglioreranno sensibilmente. Questa proiezione, elaborata dalla società di gestione idrica Amap, si basa su dati allarmanti: i bacini contengono attualmente il 70% di acqua in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Un dato che rimarca l’estrema gravità della situazione e impone misure drastiche.

Il razionamento dell’acqua, già attuato in alcune aree urbane, è stato recentemente esteso ad altri quartieri nel tentativo di allungare i tempi di utilizzo delle risorse disponibili. Tuttavia, la misura potrebbe non essere sufficiente. I vertici della Protezione Civile regionale, monitorano attentamente l’andamento delle riserve idriche, cercando di bilanciare prudenza e azioni preventive per evitare il peggio. La variabile principale resta il meteo: senza precipitazioni significative nei prossimi mesi, lo scenario più critico potrebbe concretizzarsi, lasciando Palermo a corto di acqua.

La crisi idrica è il risultato di una combinazione di fattori. L’estate appena trascorsa, caratterizzata da temperature record, ha intensificato l’evaporazione dai bacini idrici, riducendo ulteriormente le scorte. Le piogge autunnali, generalmente cruciali per rimpinguare le riserve, sono state finora scarse e irregolari. Anche gli episodi di allagamenti urbani verificatisi a Palermo non hanno apportato benefici significativi ai bacini in quota, dove le precipitazioni sono rimaste insufficienti. Inoltre, l’affidabilità dei modelli climatici, tradizionalmente utilizzati per prevedere le tendenze stagionali, sembra essere diminuita, probabilmente a causa delle rapide trasformazioni indotte dai cambiamenti climatici.

Soluzioni per combattere l’emergenza idrica

La risposta all’allarme siccità, però, non può limitarsi a sperare nella pioggia. Da un lato, il piano di emergenza prevede l’utilizzo di autobotti e l’installazione di silos per garantire un minimo di approvvigionamento idrico. Dall’altro, sono in corso interventi per ampliare la capacità di rifornimento. Tra le misure chiave figurano lo scavo di nuovi pozzi e la possibile attivazione di un modulo del potabilizzatore di Presidiana entro la fine dell’anno. Un’altra soluzione, ancora in fase di sviluppo, riguarda l’utilizzo del fiume Oreto, la cui acqua potrebbe diventare potabile grazie all’eliminazione di scarichi contaminanti.

A complicare ulteriormente il quadro è il problema della dispersione idrica: si stima che circa il 40% dell’acqua immessa nella rete vada perduto a causa di infrastrutture obsolete. Interventi di manutenzione e modernizzazione sono in corso, ma i tempi di attuazione non sono rapidi quanto sarebbe necessario. L’attesa è alta anche per i nuovi dissalatori previsti in altre aree siciliane, come Porto Empedocle, Gela e Trapani, il cui avvio potrebbe alleggerire la pressione sulle riserve idriche regionali.

Mentre si cercano soluzioni per superare l’inverno, l’orizzonte più temuto resta l’estate del 2025. Con temperature previste ancora più alte e consumi destinati a crescere, la capacità di resistenza delle riserve idriche sarà nuovamente messa a dura prova.

Nel frattempo, altre aree della Sicilia vivono situazioni altrettanto critiche, come i centri serviti dall’invaso Ancipa, quasi del tutto esaurito. Sebbene in alcune zone, come l’Agrigentino, si registrino lievi miglioramenti, il problema dell’approvvigionamento idrico rimane una priorità assoluta per l’intera regione.

Palermo, simbolo di questa emergenza, rappresenta una cartina di tornasole delle sfide idriche che il cambiamento climatico pone alle città mediterranee. L’urgenza d’interventi strutturali, unita a politiche di gestione sostenibile e una maggiore sensibilizzazione della popolazione, è ormai ineludibile per affrontare una crisi che non è più solo temporanea, ma parte di una nuova “normalità” climatica.

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