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Cos'è e come funziona Vero, l'alternativa senza pubblicità a Instagram

Nata nel 2015, ha funzionalità e interfaccia simili a Instagram, ma non dà spazio a inserzioni pubblicitarie. Il successo dettato dai cambiamenti di Instagram

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Vero, il social gratis alternativo a Instagram Fonte foto: Vero

Il suo trend di crescita è piuttosto anomalo, per quanto si ha a che fare con un’app di un social network fotografico. Fatto sta che Vero è praticamente comparsa dal nulla e, nel giro di pochissimi giorni, è riuscita a conquistare la vetta delle app più installate dell’App Store negli Stati Uniti. Il tutto nonostante sia stata creata nel 2015 e lanciata senza troppo clamore.

Un ritorno di fiamma inaspettato, molto probabilmente, anche per lo stesso ideatore e sviluppatore di Vero, il miliardario di origine libanese Ayman Hariri. Appena una settimana fa, l’app era praticamente sconosciuta, tanto da non far parte neanche della top 1.500 della sua categoria. Insomma, un social network come tanti destinato, probabilmente, a cadere definitivamente nel dimenticatoio. La sorte, invece, ha riservato a Vero migliori fortune e si gode ora attimi di (inaspettato) successo.

Che cos’è e come funziona Vero

Lanciata nel 2015, Vero si autodefinisce come un “social network che ti fa essere te stesso”. Hariri, in particolare, non ne poteva più delle politiche di privacy delle altre reti sociali che ricavano profitti dagli annunci pubblicitari. Così, l’informatico di origine libanese decide di mettersi in proprio (favorito anche da un patrimonio personale stimato di 1,3 miliardi di dollari) e creare un social network simile nell’aspetto e nelle funzionalità a Instagram. Vero, per l’appunto.

Per capire come funziona Vero vi basterà aver utilizzato almeno una volta nella vita Instagram e non avrete alcun problema di adattamento. Come detto, infatti, nel realizzare la sua applicazione Hariri prende spunto dal social ora di proprietà di Facebook, mutuandone l’aspetto grafico e alcune delle funzionalità. A questa base vengono aggiunti altri elementi, come la possibilità di pubblicare note testuali, suggerimenti per canzoni, video e libri. Insomma, un po’ Instagram e un po’ Facebook, almeno sul fronte delle funzionalità.

Le maggiori differenze tra Vero e i vari Instagram, Facebook e Twitter sono altre. Prima di tutto, i post sono mostrati in ordine cronologico nella time line degli utenti, senza alcun algoritmo che provi a identificare quali siano i post più importanti o significativi. I contatti, invece, sono suddivisi in quattro categorie: privati, amici, conoscenti e seguaci. Insomma, una “stratificazione” più complessa rispetto a quella proposta da Instagram.

Non manca, infine, l’enfasi sulla policy di protezione e raccolta dati. Nata come risposta a politiche sin troppo “liberali”, Vero conserva pochissimi dati relativi agli utenti (nome e cognome, data di nascita e numero di telefono) e, soprattutto, non le condivide né con pubblicitari né sviluppatori terzi.

Perché Vero è cresciuta così tanto in poco tempo

E è proprio questo, molto probabilmente, il segreto del successo tardivo di Vero. Gli utenti, stufi dei continui aggiornamenti all’algoritmo dei vari Facebook e Instagram hanno cercato un’alternativa che permettesse loro di “tornare indietro nel tempo” per poter scegliere in autonomia quali contenuti visualizzare e quali no (invece di demandare il tutto a un algoritmo).

Nelle ultime settimane l’app è cresciuta in maniera esponenziale e, secondo alcuni analisti, è riuscita a collezionare oltre mezzo milione di download dall’App Store (e, probabilmente, una cifra analoga sul Google Play Store) nell’arco di appena 24 ore. Si tratta di stime e non di dati ufficiali, ma Instagram potrebbe essere la cartina tornasole del successo di Vero: i post che invitano al passaggio di piattaforma contrassegnati dall’hashtag #Vero sono ormai più di mezzo milione e il numero continua a crescere giorno dopo giorno, senza alcuna sosta.