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SCIENZA

Creature mai viste: questa scoperta sta ossessionando gli scienziati

Quelli che a prima vista sembrano creature con un corno in fronte sono presenti su alcune pitture rupestri in Sudafrica: sì, stiamo parlando di unicorni e adesso c'è chi pensa che siano davvero esistiti

No, questa non è una fiaba e non inizia con un “C’era una volta”, eppure parliamo di unicorni. Queste creature leggendarie popolano da secoli i racconti fantastici ma, da qualche tempo a questa parte, diversi scienziati hanno cominciato a rivalutare la loro figura, iniziando a pensare davvero che debba esserci un fondo di verità alla base del mito della loro esistenza.

D’altronde, per chi non lo sapesse, l’unicorno è stato annoverato tra gli animali esistenti almeno fino alla metà del XIX secolo, quando i Bestiari medievali lasciarono il posto alle prime opere di sistematica naturalistica (che lo esclusero). Nonostante il suo depennamento dalla lista degli animali reali, però, molti studiosi continuarono a cercarne traccia, influenzati da presunte testimonianze e dai racconti popolari. E forse non sbagliavano a indagare.

Gli unicorni nelle pitture rupestri

Prima di arrivare agli studi più recenti occorre, però, fare un passo indietro. Come ben sappiamo, per comprendere lo stile di vita dei nostri antenati e identificare le antiche creature che un tempo coesistevano con gli esseri umani, paleontologi e archeologi hanno sempre tenuto in ampia considerazione le pitture rupestri, presenti all’interno di grotte locate in specifiche aree del mondo.

Da qualche anno a questa parte, nello specifico, a suscitare grande attenzione è l’arte rupestre in Sudafrica. Graffiti e disegni presenti nelle grotte africane sembrano a prima vista meno accurate, ma documentano alla perfezione diverse scene di caccia. Ed ecco il punto: è proprio fra le illustrazioni che documentano una battuta venatoria che compaiono degli animali, rappresentati prima con una forma tonda e poi con una silhouette più allungata, che presentano un solo corno sulla testa.

L’animale misterioso e l’unicorno

Il punto, però, è un altro: dalle opere rupestri sembra che fossero animali veloci. È da questa “impressione” di movimento che si è mosso David Witelson, docente e ricercatore d’arte preistorica, che proprio di recente ha pubblicato uno studio per conto dell’Università di Cambridge. Secondo Witelson, è da escludere che gli animali ritratti fossero dei rinoceronti proprio per via della succitata questione della velocità.

È dunque verosimile che gli unicorni esistessero davvero, ma attenzione: non nella forma che immaginiamo. Le immagini trovate nelle caverne sembrano dipingere, più che altro, un antenato dello gemsbok, un’antilope africana che oggi presenta due corna. La velocità dell’antilope in questione andrebbe a confermare la teoria, mentre per quanto riguarda l’unico corno rappresentato, Witelson sostiene che non sia da escludere il fatto che l’antico animale preistorico potesse in effetti presentare una sola appendice ossea.

Unicorni: realtà o leggenda?

Chiaramente, l’intero studio di Witelson è ancora da confermare: finora si tratta solo di supposizioni che devono necessariamente trovare un riscontro per mezzo di studi su fossili e resti che, nei prossimi mesi/anni verranno raccolti lungo le rive del Fiume Tarca, dove si trovano le pitture rupestri analizzate dall’esperto. Lo stesso Wilteson parla, per altro, della possibilità che le pitture in questione possano essere più “giovani” di quanto si pensi e possano, in realtà, dipingere alcune battute di caccia immaginarie, cosa che certamente non depone a favore della testi dell’esistenza degli unicorni.

Per la precisione, Witelson spiega che in Sudafrica, in epoca coloniale, le ricerche per rintracciare gli unicorni erano molto frequenti: sognando di lucrare sull’animale mitologico, moltissimi europei si sono cimentati nella ricerca del leggendario cavallo dopo aver ascoltato racconti indigeni locali sull’esistenza di tali creature. Realtà o leggenda, dunque? Rimane ancora un mistero e occorreranno molti altri anni prima di avere una risposta certa.