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Da oggi la PEC conviene ancora di più, ecco perché

L'ennesimo rincaro delle spese postali, per adeguamento all'inflazione, conferma ciò che è noto già da tempo: la PEC ha solo vantaggi rispetto alla posta tradizionale

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Scattano oggi, 24 luglio 2023, i nuovi rincari delle spese di spedizione degli atti pubblici, come (ma non solo) le multe per le violazioni al Codice della Strada. Si tratta di un adeguamento dei prezzi di spedizione, conseguente all’inflazione galoppante di questi ultimi mesi. In alcuni casi, però, i rincari sono anche superiori in percentuale rispetto all’inflazione stessa.

La ricezione per posta tradizionale degli atti e delle comunicazioni da parte della Pubblica Amministrazione, dunque, si conferma sempre meno conveniente per l’utente che, in alternativa, potrebbe usare il proprio indirizzo di Posta Elettronica Certificata per ricevere, gratuitamente, ogni messaggio. Per farlo basta iscrivere la propria PEC all’INAD, l’Indice Nazionale dei Domicili digitali.

Spese di notifica: i nuovi prezzi

Il rincaro minore, in assoluto, è per la posta ordinaria (usata raramente dalla Pubblica Amministrazione): si passa dagli attuali 1,20 euro a 1,24 euro. La posta prioritaria passa, invece, da 2,8 a 2,9 euro.

Le raccomandate A/R salgono da 5,60 a 5,79 euro, mentre i pacchi fino a 3 kg (usati ad esempio per inviare plichi di documenti), passano da 9,4 a 9,9 euro. L’invio di atti giudiziari fino a 20 grammi di peso passano da 10,85 euro a 11,45 euro. La notifica postale passa da 9,50 a 11,05 euro.

Con la PEC si risparmia sempre

Ricevere atti e notifiche via PEC e non via posta conviene, ma da ben prima di questi ultimi aumenti delle spese postali e non solo per gli utenti business, che con la Pubblica Amministrazione hanno una corrispondenza più abbondante.

Una casella di Posta Elettronica Certificata Libero PEC Family, ad esempio, costa appena 14,99 euro l’anno (IVA inclusa). Cioè, in pratica, si ripaga da sola con le mancate spese di notifica dei tanti tributi degli Enti Locali che ci vengono inviati via posta più volte l’anno.

In più la PEC ha una indubbia comodità, è impossibile perdere una comunicazione, la si può leggere da ovunque e in qualunque momento e, soprattutto, è infinitamente più veloce della posta ordinaria.

Come registrare la PEC all’INAD

Da non sottovalutare la grande semplicità della procedura per ricevere le comunicazioni della PA esclusivamente via PEC: basta una registrazione da pochi minuti all’INAD.

Dopo essere entrati nel sito dell’INAD è necessario autenticarsi con lo SPID, la Carta d’Identità Elettronica (CIE) o la Carta Nazionale dei Servizi (CNS). Una volta entrati sarà possibile inserire il proprio indirizzo PEC per registrarsi, oppure cambiarlo se è necessario.

Si tratta di una procedura realmente semplice, che chiunque abbia una PEC dovrebbe fare prima possibile: è sempre più evidente, infatti, che la PEC ha solo vantaggi rispetto alla posta tradizionale.

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