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SCIENZA

Un nuovo esperimento può rendere abitabile il pianeta Venere

Venere potrebbe diventare in futuro abitabile e sicuro grazie a un guscio speciale a cui sta pensando un astrofisico visionario della NASA

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Abitare su Venere sarà possibile grazie a un guscio Fonte foto: 123RF

Alex Howe ha tutte le carte in regola per fornire nuovo materiale a tutti gli scrittori di fantascienza. Il nome è quello di un astrofisico e ricercatore della NASA, che ha suggerito di rendere abitabile il pianeta Venere grazie a un sistema piuttosto complesso che sembra ispirato a un film. La sua idea è quella di sfruttare una sorta di guscio.

Si sa benissimo che è il pianeta più caldo del sistema solare e un viaggio verso Venere infatti non sarebbe semplice. Ecco perché una speciale copertura come quella immaginata da Howe renderebbe tutto più semplice. L’obiettivo è quello di avvolgere letteralmente l’oggetto celeste, in modo da renderlo abitabile in un futuro non troppo lontano dai giorni nostri. Una cosa del genere è fattibile?

Vale la pena precisare che lo stesso astrofisico, il quale lavora per conto del Goddard Space Flight Center dell’agenzia spaziale americana, ha usato un aggettivo che non lascia spazio a dubbi in merito alla sua ipotesi. Howe la considera un’idea “pazza”, anche perché per l’intera realizzazione del guscio servirebbero almeno 200 anni. In poche parole, sarebbe un’impresa titanica, ma se gli studi sul progetto dovessero proseguire, allora la tempistica potrebbe anche ridursi in maniera sensibile. Con la copertura, i futuri coloni di Venere avrebbero l’opportunità di passeggiare sulla superficie senza problemi, un’esplorazione che diventerebbe emozionante e storica, come è facile immaginare.

Atmosfera spessa e protettiva

A questo punto sorge spontanea una domanda: perché proprio Venere e non un altro pianeta del sistema solare? Il fascino di questo oggetto celeste è indiscutibile: grazie a una recente scoperta, sappiamo perché il pianeta luccica, ma i misteri da chiarire sul suo conto sono altri, e un’esplorazione aiuterebbe a risolverli. Inoltre, le caratteristiche peculiari sono determinanti nella scelta eventuale del guscio. Marte richiede minor tempo per un viaggio spaziale, ma su Venere c’è un’atmosfera spessa e che fornisce una protezione importante dai raggi cosmici e dalle radiazioni ultraviolette (diversamente da quanto avviene nel pianeta rosso).

I sostenitori del progetto

Il progetto è complesso, se non altro c’è da ammirare Howe per il suo coraggio nello spiegare ogni particolare nel modo che lui considera più semplice. L’idea del guscio si basa su sonde robotiche molto sofisticate che andrebbero a “catturare” l’atmosfera velenosa di Venere. L’ossigeno verrebbe dunque inglobato grazie a questa operazione, per poi essere sfruttato dai futuri coloni. Un altro elemento imprescindibile dovrà essere il carbonio. Quest’ultimo servirà, sempre secondo Howe, a costruire i pannelli della copertura, nello specifico a un’altitudine non superiore ai 50 chilometri. Lo scetticismo attorno all’idea non manca, eppure c’è chi appoggia l’astrofisico.

A credere con forza nel progetto di un guscio per rendere abitabile Venere c’è Janusz Petkowski, astrobiologo del MIT (Massachusetts Institute of Technology), secondo cui ci sono delle buone probabilità di concretizzare le idee di Howe. Di sicuro non vedremo mai questa sorta di sfera, 200 anni sono tanti e bisogna accontentarsi delle tre missioni già programmate per esplorare il pianeta: la prima in ordine temporale, già ribattezzata Rocket Lab Mission, è molto vicina, visto che partirà il prossimo anno e fornirà dettagli interessanti sull’oggetto celeste e magari sulle possibilità di viverci in pianta stabile.