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Venere, ora sappiamo perché il pianeta "luccica"

È una combinazione di minerali caldi sulle superficie e molecole gassose nell'atmosfera: abbiamo capito i motivi per cui Venere luccica

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Venere, ora sappiamo perché il pianeta "luccica" Fonte foto: 124rf

Lo spazio è pieno di misteri: come funziona, davvero, un buco nero? Esistono dei pianeti dove c’è una qualche forma di vita? Perché Venere luccica? Potremmo non avere risposta a molte di queste domande, ma almeno per una sì: sappiamo perché il nostro pianeta vicino brilla.

Perché Venere luccica

Nel nostro immaginario comune, Venere è un pianeta brillante: chi ha esperienza di osservazione del cielo può vederlo anche a occhio nudo, quando non ci sono nuvole. Ma una volta indicato, anche i dilettanti spesso riescono a ritrovarlo.

Ora sappiamo perché Venere ha questa nomea: è tutta una questione di luce giusta. Abbiamo anche le prove: nel luglio 2020, la sonda spaziale Parker Solar Probe ha scattato le prime immagini della superficie venusiana in piena luce, a cui si aggiungono altri scatti del settembre 2021 presi durante un volo in orbita. Queste immagini sono poi state analizzate.

Un team di ricercatori della Johns Hopkins University e del Goddard Space Flight Center della NASA ha descritto due tipi di luce: un bagliore superficiale e un bagliore notturno. Responsabili del primo sono alcuni minerali caldi sul terreno di Venere, mentre quello notturno è dovuto da molecole gassose nell’aria.

Ma non è tutto qui, perché la luce di Venere ha delle caratteristiche speciali: una sorta di aureola, o comunque un anello, che sarebbe perfettamente visibile se mai dovessimo viaggiare vicino al pianeta – ed effettivamente in un futuro prossimo potremmo farlo. Questa aureola è dovuta alla combinazione dei due diversi tipi di bagliori.

La ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica Geophysical Research Letters.

Cosa succede su Venere

“La superficie di Venere, anche quando non è illuminata dal Sole, ha una temperatura di circa 460 gradi“, ha spiegato Brian Wood, un astrofisico della NASA. “È così caldo che la superficie rocciosa di Venere è visibilmente incandescente, come un pezzo di ferro estratto da una fucina”.

Grazie alle immagini raccolte dalla sonda Parker Solar Probe a febbraio 2021 per la prima volta abbiamo anche un’idea di come sia la superficie di Venere di notte. Grazie alle tecnologie infrarosse, le immagini hanno confermato alcune teorie passate degli anni Settanta, Novanta e del 2016.

Ma Venere ha sempre avuto un fascino particolare per gli astronomi, professionisti e dilettanti: la sua luminosità attirava l’occhio umano e l’occhio dei primi telescopi rudimentali già nel 1600. Le è stato attribuito il nome romantico di Stella del Mattino e della Sera. Nonostante questo, la superficie di Venere è un inferno di temperature altissime, radiazioni violente e atmosfera tossica: cosa sia successo al pianeta è uno dei misteri a cui gli scienziati non sanno dare una risposta.

Questo fenomeno della “luce venusiana” però non era mai stato fotografato, e per anni abbiamo pensato che fosse solo un’illusione ottica. Ma gli scienziati non si sono arresi, e hanno indagato i motivi di questo scintillio. Nel futuro potremmo sapere ancora di più, perché la Parker Parker Probe condurrà altri tre flyby (tre voli da vicino) su Venere tra oggi e novembre 2024 – anche se solo uno sarà sul lato oscuro del pianeta. Sono in programma anche le missioni NASA Davinci e Veritas, che avranno strumenti in grado di rilevare più lunghezze d’onda.