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Occhiali smart: Google ci riprova?

Google mostra un nuovo paio di occhiali smart, ma sono molto diversi da quelli del 2012

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occhiari smart google Fonte foto: Google

A margine del Google I/O dove sono stati presentati i prodotti che vedremo da qui al 2023, inclusi i telefono Pixel 6a, il Pixel Watch e i nuovi Pixel 7, Google ha fatto un passo indietro nel tempo, fino al 2012, e ha mostrato un paio di occhiali per realtà aumentata (AR). Questa volta i Google Glass, sono occhiali smart che hanno per obiettivo tradurre e mostrare le frasi al pari di sottotitoli.

Insomma, inforcando gli occhiali di Google si materializza Google Translate, letteralmente davanti ai nostri occhi. Chiunque usi questo servizio di Google sa benissimo che può fidarsi della traduzione solo in merito a poche frasi brevi. Infatti, un conto è tradurre le parole, altro conto è tradurre correttamente un discorso articolato che include la grammatica o i modi di dire che appartengono a ogni lingua parlata e scritta. Il progetto, di un traduttore simultaneo è presente sin dal 2017, da quando Google provò a commercializzare la traduzione in tempo reale come funzionalità dei suoi Pixel Buds. Questa volta però la traduzione avverrebbe indossando un un paio di occhiali AR.

Google Glass per le traduzioni simultanee

È già abbastanza impegnativo leggere i sottotitoli su una TV, quindi la paventata comodità di inforcare gli occhiali e leggere e ascoltare la traduzione in simultanea non sembra l’attività più agevole da fare.

Considerato che Google Translate è abbastanza primitivo, saremmo probabilmente tutti costretti a parlare in maniera meccanica, lenta e metodica. In effetti Google Translate non sembra essere lo strumento migliore per approcciare a questa forma di comunicazioni, che se nelle intenzioni è nobile e inclusiva, nei fatti rischia di trasformarsi in un fallimento.

La traduzione simultanea è un’attività complessa che richiede tempo e preparazione. Lo sanno bene i traduttori simultanei che devono studiare moltissimi anni per apprendere non solo le lingue ma anche le tecniche di costruzione delle frasi di senso compiuto da una lingua all’altra. E soprattutto, un traduttore simultaneo, impiega anni di esperienza per cogliere le sfumature di un discorso e per riferirle correttamente, evitando fraintendimenti se non malintesi.

Google Glass: sottotitoli per non udenti

Durante la presentazione di Google, l’attenzione è stata spostata anche a altri usi degli occhiali traduttori, ossia come strumento destinato ai non udenti. Infatti, una persona priva dell’udito potrebbe inforcare gli occhiali per leggere le frasi che gli sono rivolte, interagendo con le persone grazie all’ausilio dei sottotitoli.

In realtà le persone non udenti sono allenate sia alla lingua dei segni LIS sia alla lettura delle labbra. Anzi, sarebbe auspicabile che proprio la LIS fosse maggiormente diffusa e praticata da molte più persone anche udenti proprio per allargare maggiormente la platea dell’inclusività.

In conclusione, non è che ci aspettiamo la perfezione, ma sicuramente l’approccio alla traduzione simultanea probabilmente richiede ancora molti più studi, tecnologia e esperimenti.

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