I videogiochi di trading sono una truffa: l'allarme della Consob
Spopolano in rete i giochi di trading virtuale, che poi sfociano in presunti investimenti reali tramite "prop firm", ma secondo la Consob alla fine si perdono sempre i soldi
Si chiamano “funded trading“, “financed trading accounts” o “shadow investment game” e servono a investire tramite le “proprietary firms” o “prop firms“, sembrano degli innocenti giochi online ma, secondo la Consob, sono delle pericolose truffe che, nella migliore delle ipotesi, comportano una grossa perdita di tempo, mentre nella peggiore causano anche perdite economiche.
L’ente pubblico che controlla le operazioni della Borsa Italiana e del mercato finanziario nel nostro Paese ha emesso un avviso pubblico, nel quale dice chiaramente che non c’è affatto da fidarsi di questo fenomeno. A tutela dei consumatori, inoltre, la Consob ha anche spiegato come funzionano gli shadow investment game.
Trading simulato: come funziona
I “giochi” di trading propongono all’utente l’uso di una piattaforma di trading virtuale, nella quale non vengono investiti, guadagnati o persi, soldi reali. Su queste piattaforme si svolgono delle vere e proprie “challenge” di trading, in cui l’utente può provare l’ebbrezza dell’investimento senza rischiare nulla.
Fin qui è tutto in regola, ma si tratta soltanto di uno specchietto per le allodole che serve a chi gestisce queste piattaforme per agganciare potenziali clienti, ai quali si fa credere che investire nei mercati finanziari sia facile e sicuro.
A queste persone, poi, vengono proposti dei corsi di trading a pagamento, finalizzati a migliorare le conoscenze e le capacità di investimento dell’utente. A questo punto lo step successivo è quello di entrare nel mondo delle “prop firm“.
Cosa sono le prop firm
Prop firm è l’abbreviazione di “proprietary firm“, definizione che indica un’azienda che mette a disposizione i propri capitali per investimenti gestiti da altre persone.
All’utente che ha superato le challenge si fa intuire che a gestire questi investimenti potrebbe essere lui, in cambio di parte dei guadagni. In questo modo l’utente ha l’impressione di investire i soldi degli altri, ma di guadagnare soldi per sé stesso.
Ma qui torna il meccanismo della challenge e dei corsi di formazione. Come spiega la Consob, infatti
Il descritto schema operativo espone questi ultimi a diversi rischi in quanto è richiesto un esborso di denaro per la fruizione di un corso di formazione e/o l’abbonamento a un servizio informativo in materia finanziaria, nonché il superamento di una prova (challenge) che darebbe al risparmiatore la possibilità di vedere le proprie operazioni di trading replicate, eseguite realmente, dalle “prop firms”. Ma la challenge è congegnata in maniera tale da non essere facilmente superata e potrebbe essere previsto un crescente livello di difficoltà delle challenges di trading a cui accedere con ulteriori esborsi dei risparmiatori.
In pratica un pozzo senza fondo, in cui alla fine chi “gioca” non vince mai: dalle segnalazioni ricevute dalla Consob, infatti, emerge che chi ha pagato per corsi e challenge alla fine non ha ricevuto indietro neanche un euro.
State lontani dal trading simulato
Nel suo avviso pubblico la Consob dice chiaramente che i risparmiatori dovrebbero stare alla larga dal trading simulato e dalle prop firm, anche perché con il meccanismo della gamification si crea più o meno lo stesso effetto del gioco d’azzardo: anche se si perde, si gioca ancora.
Tra l’altro non è nemmeno un fenomeno solo italiano, tanto è vero che avvisi analoghi sono stati emessi anche dalle autorità di controllo dei mercati finanziari del Belgio (FSMA) e della Spagna (CNMV).