Dobbiamo cambiare di nuovo TV?
Non siamo ancora entrati pienamente nell'epoca del Digitale Terrestre di seconda generazione ma già si profila all'orizzonte un nuovo cambiamento per la TV italiana: il DVB-I
Da oltre due anni il telespettatore italiano è “ostaggio” dello Switch Off, cioè della lentissima e un po’ troppo confusa transizione dall’attuale standard DVB-T al nuovo DVB-T2. Cioè il Digitale Terrestre di seconda generazione, basato sul codec HEVC Main10 e in risoluzione HD. Il prossimo step sarà tra tre settimane, il 21 dicembre, con il passaggio dal codec Mpeg-2 all’Mpeg-4. E se tutto questo, nel giro di pochi anni, dovesse risultare inutile?
Viene da chiederselo dopo che Mediaset ha annunciato l’avvio, a partire da aprile 2023, dei test su un nuovo standard di trasmissione televisiva, sempre in Digitale Terrestre ma non più tramite onde radio, bensì via Internet. Stiamo parlando del nuovo DVB-I, standard sul quale lavora anche la RAI.
Che vuol dire DVB-I
Partiamo dalle sigle: DVB vuol dire “Digital Video Broadcasting“, DVB-T vuol dire “Digital Video Broadcasting Terrestrial“, DVB-T2 vuol dire “Digital Video Broadcasting Terrestrial 2 Gen” e DVB-I vuol dire “Digital Video Broadcasting Internet“. Facile capire, dunque, che DVB-I si può tradurre (semplificando) TV via Internet.
Il DVB-I è uno standard, codificato come tutti gli altri dal consorzio internazionale DVB, che ha già le sue regole ben precise ma che non è ancora diffuso perché non c’è l’offerta commerciale in questo standard.
DVB-I assomiglia sia alla TV “ibrida” in standard HbbTV (qui vi spieghiamo come funziona), sia alle ormai note app di streaming (Netflix, DAZN, Prime Video, etc etc…). Ma è diverso da entrambe queste soluzioni.
A differenza di quanto accade con l’HbbTV, infatti, il DVB-I non viene attivato da uno script di codice trasmesso dal canale televisivo. L’HbbTV va attivato premendo un pulsante con il telecomando, il DVB-I no. A differenza di quanto accade con Netflix & Co, invece, con il DVB-I non serve installare alcuna app: la tecnologia è già dentro la TV (se è compatibile). Le trasmissioni, infine, col DVB-I sono in diretta e non on demand.
Il risultato di tutto ciò è la soluzione migliore per l’utente: i canali trasmessi in DVB-I sono inseriti nella normale lista e facendo zapping da un canale all’altro l’unico modo per capire se si tratta di un canale ricevuto via radio o via Internet è guardare il loghetto inserito dall’emittente TV. Loghetto che, tra l’altro, non è nemmeno obbligatorio.
I vantaggi del DVB-I
I vantaggi del DVB-I sono gli stessi, già ben noti, della TV in streaming: se la connessione è abbastanza veloce è possibile vedere i canali in 4K, in altissima qualità, con possibilità di scegliere un flusso video HDR e con audio multicanale.
Non solo: poiché il segnale non viaggia via radio ma via Internet, non c’è possibilità di sovraffollamento delle frequenze o di interferenze di sorta. Trasmettere tutti i canali TV attuali in 4K è impossibile, perché servirebbe impegnare più frequenze (e molte frequenze sono state già assegnate alle reti telefoniche 5G), ma trasmetterli tutti via Internet non è affatto un problema.
Piuttosto, potrebbe essere un problema per i telespettatori vedere, contemporaneamente, più canali in 4K nella stessa casa: tutti i flussi passerebbero dalla stessa connessione a Internet e dallo stesso router.
DVB-I: i test di Mediaset
A partire da aprile 2023 Mediaset inizierà a trasmettere anche in DVB-I quattro canali importantissimi: Canale 5, Italia 1, Rete 4 e 20. L’annuncio ufficiale della sperimentazione è arrivato nel corso dell’Ultra-HD Forum 2022 di Roma, tenutosi venerdì scorso.
Mediaset, durante l’evento, ha mostrato delle Smart TV che riproducevano Italia 1 in DVB-I e il flusso video era praticamente identico a quello del DVB-T classico. Soprattutto non era in ritardo, né in anticipo, un particolare fondamentale in caso di trasmissione di eventi sportivi.
Il Centro Ricerche, Innovazione Tecnologica e Sperimentazione (CRITS) della RAI ha in corso un programma di sperimentazione e implementazione del DVB-I, quindi è probabile che anche il servizio pubblico inizi dei test sul nuovo standard entro il prossimo anno.
DVB-I: devo cambiare TV?
Dal punto di vista dei codec il DVB-I non è diverso dagli altri standard oggi disponibili sulle moderne Smart TV. Le nuove televisioni, poi, sono dotate sia di connessione WiFi che di porta LAN per la connessione cablata. In teoria, quindi, tutte le Smart TV già sul mercato potrebbero essere compatibili con il DVB-I.
In pratica, però, non è così perché tutta la gestione della lista canali e tutte le informazioni per far coesistere il DVB-I con il DVB-T (o anche con il DVB-S satellitare), nelle nostre TV non ci sono ancora.
Di nuovo in teoria, basterebbe un aggiornamento software per rendere compatibili moltissimi modelli, ma di nuovo in pratica è molto difficile che i produttori di TV si muoveranno in questa direzione: se il DVB-I dovesse diffondersi, infatti, tra qualche anno noi tutti avremmo un ottimo motivo per cambiare nuovamente la TV.