Il videogioco One Million Checkboxes è l'ultima follia del web
Sul Web è spuntato da pochi giorni un videogioco in cui bisogna fare solo una cosa: cliccare sulle caselle di spunta. Ma sono un milione.
C’è già parecchia voglia di vacanza in milioni di uffici di mezzo mondo e a dimostrarlo è l’ultimo, folle, fenomeno del Web: One Million Checkboxes. Si tratta di un videogioco, ma sarebbe meglio definirlo un “giochino“, di quelli semplici semplici, per passare il tempo in attesa che scatti l’ora di tornare a casa. A crearlo è stato lo sviluppatore Nolen Royalty, che i videogiochi li fa nel tempo libero e che, per sbarcare il lunario crea software più “seri“.
A renderlo famoso, però, è stato il software meno serio di tutti e, probabilmente, uno dei più assurdi di sempre. One Million Checkboxes, infatti, è un videogioco che è stato definito nei peggior modi possibili: videogioco più inutile del mondo, il più stupido del mondo, il più frustrantemente brillante, il più sconcertante e c’è persino chi lo ha definito un gioco per persone con disturbo ossessivo compulsivo.
Infine, c’è anche chi crede che One Million Checkboxes sia il primo gioco di un nuovo genere: il MMWOT – Massively Multiplayer Waste Of Time.
Che cos’è One Million Checkboxes
Come dice la stessa traduzione lineare del nome, One Million Checkboxes non è altro che un milione di caselle di spunta. Cioè di quei quadratini sui quali, ovunque nel Web, dobbiamo cliccare per abilitare un’opzione o per disabilitarla.
One Million Checkboxes è quindi un gioco in cui il giocatore deve fare solo una cosa: cliccare su un milione di checkbox. Quando ci sarà riuscito avrà vinto, prima no. Il problema, però, è che non è un gioco individuale.
Per giocare a One Million Checkboxes, infatti, non serve scaricare nessuna app, né creare degli account fornendo i propri dati. Basta andare sul sito onemillioncheckboxes.com e iniziare a cliccare sui quadratini.
La difficoltà sta nel fatto che tutti coloro che sono collegati contemporaneamente agiscono sulla stessa tavola e sugli stessi quadratini, quindi è probabilissimo che poco dopo aver spuntato una casella qualcun altro ci clicchi di nuovo sopra spuntandola.
Per non parlare di quelli che lo fanno appositamente, per rompere le scatole a tutti gli altri. Così, all’infinito, per un milione di caselle.
Mezzo milione di utenti e server in tilt
Se provate ad aprire il sito onemillioncheckboxes.com molto probabilmente non ci riuscirete: lo troverete offline. Il programmatore Nolen Royalty ha ammesso di essere in forte difficoltà a causa dell’enorme afflusso di giocatori.
Il sito è online dal 26 giugno, ma già il 29 giugno aveva raggiunto l’incredibile numero di 100 milioni di caselle cliccate. Pochi giorni prima Royalty aveva comunicato che i giocatori erano stati già mezzo milione, ma ora saranno molti di più.
Lo sviluppatore ammette anche che i costi di gestione del sito stanno diventando elevati, motivo per cui potrebbe arrivare presto qualche banner pubblicitario in aiuto del portafoglio di Nolen.
I giochi stupidi vincono sempre
La storia dell’elettronica di consumo è piena zeppa di giochi estremamente semplici, ma di grandissimo successo (forse proprio perché sono così semplici). Alcuni avevano un senso e richiedevano almeno un po’ di cervello, come Solitario e Campo Minato su Windows o Snake sui mitici telefoni Nokia.
Altri erano proprio stupidi, senza alcun dubbio stupidi, come Goat simulator (un simulatore di capre: bisognava leccare tutto senza farsi ammazzare da auto, camion ed esplosivi vari) o I am Bread (il giocatore è una fetta di pane che deve raggiungere il tostapane).
One Million Checkboxes, però, all’enorme successo aggiunge anche una disarmante semplicità del codice: massimo risultato, col minor sforzo possibile.