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SCIENZA

Sì, quelle che vedete sono proprio impronte di dinosauro: ecco dove si trovano

Suggestivo come poche altre cose al mondo: c'è un muro calcareo in Bolivia che racchiude il più grande numero di impronte di dinosauro mai registrato

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Bolivia, le impronte di dinosauro più estese mai viste Fonte foto: iStock

Non è certo una novità assoluta: il nostro pianeta ha conservato degli ampi spazi dove le tracce di dinosauri sono ancora incredibilmente evidenti. Ciò che però non tutti sanno è che c’è un’area del mondo, in particolare, all’interno della quale è possibile ammirare oltre 12.092 segni lasciati dagli antichi rettili, compreso il più grande numero di impronte di dinosauro mai registrato finora.

Visitare questo luogo significa fare un’esperienza straordinaria, scoprendo quelle che erano le abitudini dei sauropodi. Certo, probabilmente non è paragonabile al sogno proibito di riportare in vita i dinosauri che Steven Spielberg ha innestato nel cuore di tutti noi con la realizzazione di Jurassic Park, ma guardiamo il lato positivo: ammirare le orme è sicuramente meno pericoloso che fuggire da un tirannosauro o da un gruppo di velociraptor.

Il parco tematico e il suo fiore all’occhiello

Umorismo a parte, il posto di cui stiamo parlando ha in comune due cose con il film di Spielberg: i dinosauri in primis, naturalmente, ma anche il fatto di trovarsi all’interno di un parco tematico, precisamente nel Parque Cretácico nella città di Sucre, in Bolivia. Il luogo, nello specifico, si chiama Cal Orck’o ed è proprio il fiore all’occhiello del parco, che gli si è sviluppato attorno per raccontare nel dettaglio la vita e le abitudini degli enormi rettili estinti.

Cal Orck’o è infatti uno dei siti paleontologici più importanti del mondo ed è stato dichiarato Monumento Paleontologico Naturale della Bolivia nel 1998. Si tratta fondamentalmente di un letto fossile, un muro calcareo che è stato scoperto per caso nel 1985 all’interno della cava di un cementificio. Purtroppo, proprio perché si trovava all’interno di quella che ai tempi era la proprietà dell’azienda, che non aveva rilevato (o non aveva interesse a rilevare) le preziose testimonianze, molte tracce sono andate perse o sono state compromesse.

Tuttavia, al netto dei danni fatti fino al momento della tutela da parte del governo boliviano, Cal Orck’o racchiude quella che è forse, attualmente, la più vasta e diversificata selezione di impronte di dinosauro e di segni a loro attribuibili.

I racconti di Cal Orck’o

Cal Orck’o è un immenso letto fossile con una parete calcarea grande più di 25.000 metri quadrati. La storia del sito, purtroppo, è stata discontinua non solo per via della già citata questione della cava di cemento, ma anche perché dal momento della sua scoperta sono passati ben 9 anni prima che un team di paleontologi boliviani, europei e americani guidati dallo svizzero Christian Meyer puntassero i piedi per poter studiare il sito.

Ottenuti i permessi, solo ai tempi i ricercatori scoprirono oltre 3.000 impronte di teropodi, ornitopode e sauropodi, che oltre a fornire alcune informazioni fondamentali sui dinosauri, come la loro natura di animali sociali (e la conseguente vita in branco), raccontavano anche delle storie: le prime traiettorie, la tipologia di passo di ogni singola specie, i rapporti tra queste ultime e persino il comportamento dei più piccoli.

Le impronte di dinosauro “sul muro”

Con il passare del tempo, gli studiosi hanno registrato oltre 464 percorsi di almeno 15 specie di dinosauri. La storia più interessante è quella del piccolo Johnny Walker, un cucciolo di tirannosauro che ha camminato lungo Cal Orck’o per ben 366 metri, facendo avanti e indietro. Ma come facevano i dinosauri a camminare su questo particolarissimo sito, che, oggi, si mostra come una sorta di collina o di scogliera? Come riuscivano ad arrampicarsi?

In realtà, non lo facevano: la verità è che a causa dell’attività tettonica la superficie calcarea che un tempo giaceva orizzontalmente ora è stata spinta verso l’alto fino a formare l’impressionante parete rocciosa che si può ammirare oggi. L’eccellente conservazione delle tracce che si possono ammirare oggi è inoltre dovuta alle fluttuazioni climatiche che si sarebbero verificate nei pressi di Sucre dopo che le impronte furono lasciate.

Lo spettacolo è a davvero mozzafiato, specie se si considera che tutte le impronte, i graffi e i segni lasciati dalle membra dei rettili sono stati impressi a Cal Orck’o durante l’era Maastrichtiana del periodo Cretaceo nell’era Mesozoica, che ebbe luogo circa 68 milioni di anni fa.

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